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pietro genesini appunti e versioni di letteratura italiana

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Commento<br />

1. Orlando è il più forte ed il più valoroso dei pala<strong>di</strong>ni.<br />

Tuttavia sul piano psicologico ha un punto debole:<br />

non è capace <strong>di</strong> sopportare <strong>di</strong> essere respinto, perciò<br />

impazzisce. Egli si innamora <strong>di</strong> Angelica, ma non<br />

le chiede se lei è d’accordo. Dà per scontato che lo<br />

debba essere... Così impazzisce quando scopre che la<br />

donna è innamorata <strong>di</strong> un altro. Per <strong>di</strong> più <strong>di</strong> un fante<br />

sconosciuto, <strong>di</strong> nome Medoro (un nome ben poco eroico).<br />

Egli, come tutti gli altri guerrieri, non aveva<br />

capito la psicologia della donna: Angelica non vuole<br />

essere considerata un semplice oggetto sessuale, vuole<br />

amare attivamente lei.<br />

1.1. Orlando impazzisce, ma dopo una lunga serie <strong>di</strong><br />

colpi che il caso gli infligge: a) il bivio lo porta ad<br />

uno <strong>di</strong> quei luoghi, dove Angelica e Medoro venivano<br />

dalla casa lì vicina del pastore (103); b) giunge alla<br />

fonte limpida, dove i due amanti avevano scritto i loro<br />

nomi (106), anche in arabo (110); c) giunge alla locanda<br />

in cui Angelica aveva portato Medoro ferito,<br />

l’aveva fatto guarire e se n’era innamorata (116); d)<br />

riceve la stanza, piena <strong>di</strong> incisioni, in cui Angelica e<br />

Medoro avevano folleggiato (117); e) il pastore, vedendolo<br />

triste e volendolo rincuorare, gli racconta la<br />

storia d’amore <strong>di</strong> Angelica e Medoro (non sempre le<br />

buone intenzioni sortiscono l’effetto desiderato)<br />

(118); infine f) gli mostra il bracciale con cui Angelica<br />

aveva pagato e strapagato il conto: era il bracciale<br />

che Orlando aveva regalato alla donna... (120); g) ritorna,<br />

per dormire, nella stanza in cui i due innamorati<br />

avevano festeggiato il loro amore (122); h) incapace<br />

<strong>di</strong> addormentarsi, abbandona la locanda, vaga per tutta<br />

la notte e sfortunatamente giunge alla fonte piena <strong>di</strong><br />

incisioni (129). Quest’ultima batosta lo fa impazzire<br />

definitivamente. Questi otto violentissimi colpi fanno<br />

impazzire il guerriero, poiché lo colpiscono nell’animo,<br />

cioè dove era più sensibile. Essi non avrebbero<br />

nemmeno scalfito gli altri guerrieri... Il poeta rende<br />

cre<strong>di</strong>bile e verosimile la pazzia: otto colpi <strong>di</strong> sfortuna<br />

su un animo sensibile.<br />

1.2. Ariosto riprende la problematica della fortuna, e<br />

in questo canto, che è fondamentale per l’economia<br />

del poema, la affronta in questi termini: ora il caso è<br />

favorevole, e tutto va bene; ora è sfavorevole, e allora<br />

l’uomo viene travolto. L’autore però arricchisce la riflessione<br />

notando che la stessa capacità – la conoscenza<br />

delle lingue – dà risultati <strong>di</strong>versi in circostanze<br />

<strong>di</strong>verse: tra gli infedeli aveva salvato la vita al pala<strong>di</strong>no;<br />

ora invece lo fa impazzire. Insomma gli strumenti<br />

che ci hanno salvato possono trasformarsi –<br />

senza che noi ce ne accorgiamo e senza che noi possiamo<br />

evitarlo – negli strumenti della nostra rovina.<br />

1.3. Machiavelli rifiuta questa tesi che l’uomo sia nelle<br />

mani della fortuna, favorevole o avversa che sia.<br />

Ritiene che l’uomo possa controllare la metà (o quasi)<br />

delle sue azioni; ed invoca la virtù – ma soltanto quella<br />

del principe – quale unica forza capace <strong>di</strong> contrastare<br />

il caso avverso. Però anche lui riconosce la necessità<br />

che le azioni umane siano in sintonia con le<br />

circostanze in cui si inseriscono. In Ariosto c’è però<br />

un’eccezione al potere o allo strapotere del caso: Bra-<br />

Genesini, Appunti e <strong>versioni</strong> <strong>di</strong> Letteratura <strong>italiana</strong> 75<br />

damante insegue per tutto il poema Ruggiero, che la<br />

ama (o almeno <strong>di</strong>ce <strong>di</strong> amarla) ma che non fa niente<br />

per restare con lei; ed alla fine il suo impegno e la sua<br />

ostinazione hanno successo, perché riesce a portarlo<br />

all’altare.<br />

2. Angelica non voleva super-eroi al suo fianco, non<br />

voleva essere un oggetto sessuale da concupire e da<br />

usare, anche se cercava costantemente <strong>di</strong> civettare e <strong>di</strong><br />

essere corteggiata. Voleva amare lei e de<strong>di</strong>carsi a<br />

qualcuno che avesse bisogno <strong>di</strong> lei e che la apprezzasse<br />

non come oggetto sessuale, non come bambola bellissima<br />

al servizio del desiderio e della volontà altrui,<br />

ma come donna capace <strong>di</strong> amare e <strong>di</strong> donare attivamente<br />

amore. Soltanto così si sarebbe sentita realizzata.<br />

Tuttavia scopre lentamente e per caso che questa è<br />

la sua via. È lei a iniziare Medoro all’amore. Medoro<br />

è ferito a morte, non può corteggiarla, non può fare<br />

niente. Lei lo guarisce, se ne innamora e <strong>di</strong>venta sessualmente<br />

attiva: le circostanze glielo impongono...<br />

Così – paradosso dei paradossi – la principessa del<br />

Catai si innamora e sposa un oscuro fante, che non fa<br />

niente per conquistarla e che non ha niente da offrirle.<br />

E per seguire l’amore, per realizzare i suoi desideri <strong>di</strong><br />

donna, lei <strong>di</strong>mentica i suoi doveri <strong>di</strong> erede al trono e<br />

respinge tutti i più forti guerrieri, sia pagani sia cristiani,<br />

della terra. In seguito Orlando la incontra (c’è<br />

anche Medoro), non la riconosce, con un pugno le uccide<br />

il cavallo e se lo carica sulle spalle (il cavallo<br />

non voleva portare lui, allora egli porta il cavallo). Lei<br />

cade per terra a gambe levate. Con questa caduta poco<br />

elegante e poco femminile esce definitivamente <strong>di</strong><br />

scena, cioè dal poema.<br />

3. Medoro è fortunatissimo: ottiene la donna che i migliori<br />

guerrieri, sia pagani sia cristiani, invano avevano<br />

cercato <strong>di</strong> conquistare o, almeno, <strong>di</strong> possedere. E,<br />

ironia della sorte, la ottiene senza corteggiarla, senza<br />

affaticarsi, senza far niente. Prima <strong>di</strong> scoprire il sesso<br />

femminile il giovane fante aveva per la testa l’amico<br />

Cloridano e soprattutto il loro re Dar<strong>di</strong>nello. Insomma<br />

preferiva la compagnia dei suoi giovani amici, un po’<br />

più anziani <strong>di</strong> lui. La sua storia è assurda come la sua<br />

conclusione (XVIII, 165-192-XIX, 1-42): Dar<strong>di</strong>nello<br />

cade in battaglia. Cloridano pensa <strong>di</strong> recuperarne il<br />

corpo con una spe<strong>di</strong>zione notturna. Essi recuperano il<br />

corpo del loro giovane sovrano, ma sono scoperti.<br />

Cloridano pensa subito a mettersi in salvo (non vale la<br />

pena <strong>di</strong> morire per un morto), Medoro cerca <strong>di</strong> recuperare<br />

ugualmente il corpo <strong>di</strong> Dar<strong>di</strong>nello, ma viene<br />

raggiunto dai nemici. Cloridano si accorge che è rimasto<br />

in<strong>di</strong>etro, ritorna sui suoi passi e lo vede circondato<br />

dai nemici. Usa l’arco e li colpisce a morte.<br />

Quando lo vede cadere, esce dal cespuglio che lo proteggeva<br />

e si scaglia contro i nemici che lo uccidono.<br />

Medoro è mortalmente ferito, ma <strong>di</strong> lì a poco viene<br />

portato in salvo da Angelica, che sopraggiunge e che<br />

lo porta alla locanda del pastore, dove lo cura. La storia<br />

<strong>di</strong> Medoro è una delle numerose storie paradossali<br />

del poema e della vita umana. Per il poeta quin<strong>di</strong> il<br />

destino è incontrollabile e riserva sorprese paradossali.<br />

Negli stessi anni Machiavelli si sforzava <strong>di</strong> <strong>di</strong>mostrare<br />

con il ragionamento che l’uomo riesce a con-

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