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pietro genesini appunti e versioni di letteratura italiana

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FRANCESCO PETRARCA (1304-1374)<br />

La vita. Francesco Petrarca nasce ad Arezzo nel 1304.<br />

Nel 1311 la famiglia si trasferisce a Carpentras, vicino<br />

ad Avignone, in quanto il padre svolge un incarico<br />

presso la corte papale <strong>di</strong> Clemente V. Nel 1316 Francesco<br />

va all’università <strong>di</strong> Montpellier a stu<strong>di</strong>are <strong>di</strong>ritto.<br />

Nel 1320 con il fratello Gherardo, un precettore e<br />

l’amico Guido Sette, si sposta a Bologna per continuare<br />

gli stu<strong>di</strong> giuri<strong>di</strong>ci. Ritorna ad Avignone nel<br />

1326, forse in seguito alla notizia della morte del padre.<br />

Qui il 6 aprile 1327, <strong>di</strong> venerdì santo, vede per la<br />

prima volta Laura (forse Laura de Noves, sposata de<br />

Sade), <strong>di</strong> cui si innamora. Per tutta la vita essa costituirà<br />

il suo amore ideale. Nel 1330, costretto ad intraprendere<br />

una professione, non sceglie <strong>di</strong> mettere a<br />

frutto i suoi stu<strong>di</strong> giuri<strong>di</strong>ci, e preferisce la carriera ecclesiastica.<br />

Prende gli or<strong>di</strong>ni minori, obbligandosi al<br />

celibato, e <strong>di</strong>venta cappellano del car<strong>di</strong>nale Giovanni<br />

Colonna, tenendo l’incarico fino al 1337. Durante<br />

questi anni fa molti viaggi a Parigi, Gand, Liegi, Colonia<br />

e Lione. Nel 1336 va per la prima volta a Roma,<br />

chiamato da Giacomo Colonna, fratello <strong>di</strong> Giovanni.<br />

Il poeta è colpito dalle con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> abbandono della<br />

città e dalle testimonianze classiche che essa offriva.<br />

Al ritorno da Roma Francesco, ormai famoso, va ad<br />

abitare a Valchiusa, sulle rive del fiume Sorga. Qui<br />

incomincia il De viribus illustribus e il poema<br />

l’Africa. Nel 1337 gli nasce il primo figlio, Giovanni.<br />

L’anno seguente incomincia a dar forma al Canzoniere.<br />

Nel 1340 riceve l’offerta <strong>di</strong> laurea poetica<br />

dall’università <strong>di</strong> Parigi e dal senato <strong>di</strong> Roma. Sceglie<br />

quest’ultima, perché più prestigiosa. Nel 1341 è incoronato<br />

con l’alloro poetico in Campidoglio. Prima <strong>di</strong><br />

tornare a Valchiusa soggiorna a Parma. Nel 1343 gli<br />

nasce la figlia Francesca. Nel 1343 è a Napoli, poi ancora<br />

a Parma, quin<strong>di</strong> a Verona. A Valchiusa nel 1342<br />

incomincia il Secretum. Sempre a Valchiusa tra il<br />

1345 e il 1347 scrive il De vita solitaria e il De otio<br />

religioso. Nel 1348, l’anno della peste, è <strong>di</strong> nuovo a<br />

Parma, dove forse lo raggiunge la notizia della morte<br />

<strong>di</strong> Laura. Si reca quin<strong>di</strong> a Padova e poi a Roma. Passando<br />

per Firenze, incontra Giovanni Boccaccio, con<br />

il quale stringe una profonda amicizia. Tra il 1353 e il<br />

1361 accetta <strong>di</strong> fermarsi a Milano sotto la protezione<br />

dei Visconti, partigiani dell’imperatore, per i quali<br />

svolge numerosi incarichi <strong>di</strong>plomatici in <strong>di</strong>verse città<br />

italiane e straniere. Nel 1361 è a Padova, l’anno successivo<br />

è a Venezia, dove rimane fino al 1370. Nel<br />

1363 fa uscire Boccaccio da una profonda crisi religiosa.<br />

Nel 1370 si trasferisce ad Arquà, sui colli Euganei,<br />

dove si era fatto costruire una casa su un terreno<br />

ricevuto in dono da Francesco da Carrara, signore<br />

<strong>di</strong> Padova. Qui rior<strong>di</strong>na il Canzoniere ed altre sue opere.<br />

Muore nel 1374.<br />

Le opere. Petrarca scrive il De viribus illustribus<br />

(1338, incompiuto), che nell’impianto iniziale comprendeva<br />

23 biografie; l’Africa, un poema epico in<br />

latino (1338-42); il Secretum (1342-43, completato<br />

nel 1358), un <strong>di</strong>alogo tra il poeta e sant’Agostino, in<br />

28<br />

presenza della verità; i Psalmi poenitentiales (1343 o<br />

1347), una raccolta <strong>di</strong> inni sacri in latino; il De vita<br />

solitaria (1346-47), che celebra la vita in solitu<strong>di</strong>ne e<br />

coloro che vissero in solitu<strong>di</strong>ne; il De otio religioso<br />

(1347, ma completato nel 1357), che esalta la vita<br />

monastica, l’ascetismo e la contemplazione <strong>di</strong> Dio; la<br />

raccolta <strong>di</strong> <strong>di</strong>aloghi De reme<strong>di</strong>is utriusque fortunae<br />

(1354-60); l’opera antiaristotelica De sui ipsius et<br />

multorum ignorantia (1367); <strong>di</strong>verse raccolte epistolari;<br />

il Canzoniere (1338, redazione definitiva 1373-<br />

74), a cui si deve la sua immensa fortuna letteraria<br />

presso i posteri; e i Trionfi (1356-74, incompiuti).<br />

La poetica. Petrarca scrive più in latino che in italiano,<br />

anche se la fama gli deriva dal Canzoniere, una<br />

raccolta <strong>di</strong> sonetti e <strong>di</strong> canzoni scritta per <strong>di</strong>letto, nei<br />

momenti liberi da occupazioni ben più importanti.<br />

Dalla sua produzione emerge chiaramente l’importanza<br />

della <strong>letteratura</strong> e della filosofia classica, ma anche<br />

l’importanza della cultura e della problematica<br />

cristiana. Emerge anche l’importanza della vita privata<br />

e intima del poeta, che passa i decenni ad esaminare<br />

il suo amore per Laura e che non sa decidersi tra amore<br />

sacro ed amore profano. Proprio questo <strong>di</strong>ssi<strong>di</strong>o interiore<br />

costituisce la fonte costante della sua poesia.<br />

Emerge ancora la centralità della figura del letterato,<br />

che tratta da un rapporto <strong>di</strong> forza con i principi che lo<br />

invitano alla loro corte. La politica non ha più quella<br />

preminenza poetica che aveva in Dante. Ora ciò che<br />

conta è il mondo ideale della <strong>letteratura</strong>, che collega il<br />

poeta alla repubblica altrettanto ideale dei gran<strong>di</strong><br />

scrittori e dei gran<strong>di</strong> pensatori del passato, da Cicerone<br />

a Seneca, dai Padri della Chiesa a sant’Agostino.<br />

Mondo classico e mondo cristiano e, ugualmente,<br />

amore profano e amore sacro, sono fatti coesistere,<br />

nonostante la loro eterogeneità. La loro coesistenza<br />

peraltro è a vantaggio del mondo e dei valori classici<br />

– insomma dei valori terreni –, non a vantaggio del<br />

mondo e dei valori cristiani. Per Dante la vita terrena<br />

era in funzione <strong>di</strong> quella ultraterrena; per Petrarca invece<br />

la vita terrena ha un valore in se stessa, ed è autonoma<br />

da quella ultraterrena. Petrarca quin<strong>di</strong> si può<br />

considerare il primo umanista. Questo rifugio o questa<br />

fuga in un passato ideale o idealizzato non deve però<br />

ingannare, perché è soltanto apparente. Petrarca è un<br />

letterato professionista, che vende i suoi servizi, che<br />

sa raggiungere la fama e la gloria e che si fa pagare<br />

molto bene. Pochissimi letterati riuscirono a fare altrettanto,<br />

prima e dopo <strong>di</strong> lui. Il poeta non è un debole<br />

ed un incerto, come sembrerebbe ad una prima lettura<br />

del Canzoniere. Canta Laura e l’amore per Laura; ma<br />

più concretamente, nonostante abbia preso gli or<strong>di</strong>ni<br />

minori, ha un’amante stabile, che gli dà due figli. Anche<br />

il suo conflitto interiore, la sua <strong>di</strong>fficoltà <strong>di</strong> scegliere<br />

tra cielo e terra, tra amor sacro e amor profano,<br />

è soltanto una finzione poetica, che gli serve come stimolo<br />

letterario a scrivere. Egli ha scelto i piaceri terreni<br />

e le prebende legate all’incarico ecclesiastico.<br />

Non per nulla è lui che nel 1363 fa uscire da una crisi<br />

religiosa Boccaccio, apparentemente così concreto e<br />

realistico. Il Canzoniere, la sua invenzione letteraria

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