pietro genesini appunti e versioni di letteratura italiana
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E comincia: “La tua cortesia mi spinge a scoprirti nello<br />
stesso tempo chi io ero prima e chi mi abbia tramutato<br />
in mirto su questa spiaggia amara. 33. Il mio nome<br />
fu Astolfo. Ero pala<strong>di</strong>no <strong>di</strong> Francia assai temuto in<br />
guerra. Ero cugino <strong>di</strong> Orlando e <strong>di</strong> Rinaldo, la cui fama<br />
non ha limiti, ed avrei ere<strong>di</strong>tato il trono inglese<br />
dopo mio padre Ottone. Fui bello e leggiadro, tanto<br />
che feci innamorare <strong>di</strong> me più <strong>di</strong> qualche donna. E alla<br />
fine offesi me soltanto. 34. Io ritornavo dalle Isole<br />
Lontane, che l’Oceano bagna da Levante al mare delle<br />
In<strong>di</strong>e, dove Rinaldo e alcuni altri cavalieri erano<br />
stati richiusi con me in un carcere oscuro e profondo e<br />
da cui fummo liberati dalle supreme forze del cavaliere<br />
<strong>di</strong> Brava (=Orlando), e venivo verso Ponente, seguendo<br />
il litorale sabbioso, che è spazzato dai venti<br />
settentrionali. 35. E come ci trasse la nostra strada e il<br />
nostro duro e tra<strong>di</strong>tore destino, una mattina giungemmo<br />
sopra una bella spiaggia, dove un castello della<br />
potente maga Alcina sorge sul mare. Noi la trovammo<br />
che era uscita dal castello e che stava sulla riva del<br />
mare tutta sola. Senza reti e senza ami essa trascinava<br />
sulla spiaggia tutti i pesci che voleva. 36. I delfini vi<br />
correvano veloci; il grosso tonno vi veniva a bocca<br />
aperta; i capidogli con i vecchi pesci marini vengono<br />
turbati dal loro pigro sonno. Muli, salpe, salmoni e<br />
coracini nuotano a schiere più in fretta che possono;<br />
pistici, fisiteri, orche e balene escono dal mare con le<br />
loro schiene mostruose. 37. Ve<strong>di</strong>amo una balena, la<br />
più grande che si fosse mai vista per i mari: un<strong>di</strong>ci<br />
passi e più mostra le sue spalle fuori delle onde salate.<br />
Tutti insieme ca<strong>di</strong>amo nello stesso errore, perché era<br />
ferma e perché non si era mai mossa: credemmo che<br />
essa fosse un’isoletta, così <strong>di</strong>stanti tra loro erano testa<br />
e coda. 38. La maga Alcina faceva uscire i pesci<br />
dall’acqua con semplici parole e con puri incantesimi.<br />
Ella era nata con la fata Morgana, non so <strong>di</strong>re se contemporaneamente,<br />
o prima, o dopo. La maga Alcina<br />
mi guardò, e subito le piacque il mio aspetto, come<br />
mostrò subito. E pensò <strong>di</strong> separarmi dai compagni con<br />
l’astuzia e con l’ingegno. E il piano le riuscì. 39. Ci<br />
venne incontro con il viso lieto e con mo<strong>di</strong> graziosi e<br />
riverenti, e <strong>di</strong>sse: “O cavalieri, se vi fa piacere <strong>di</strong> restare<br />
oggi con me, vi farò vedere, mentre pesco, specie<br />
<strong>di</strong>fferenti <strong>di</strong> tutti i pesci: quello che ha le scaglie,<br />
quello che è molle, quello che ha il pelo. Essi saranno<br />
più numerosi delle stelle che sono nel cielo. 40. E, se<br />
volete vedere una sirena, che con il suo dolce canto<br />
accheta il mare, passiamo da questa all’altra spiaggia,<br />
dove a quest’ora è sempre solita tornare”. E ci mostrò<br />
quella balena gran<strong>di</strong>ssima, che, come <strong>di</strong>ssi, pareva<br />
un’isoletta. Io, che fui sempre avventato nelle decisioni<br />
(e me ne rincresce), salii sopra quel pesce. 41.<br />
Rinaldo mi accennava, come Dudone, <strong>di</strong> non andare;<br />
ma non servì a niente. La maga Alcina, con il viso<br />
sorridente, lascia gli altri due e sale <strong>di</strong>etro <strong>di</strong> me. La<br />
balena, pronta a partire, se ne andò a nuoto per le onde<br />
salate. Mi pentii subito della mia sciocchezza, ma<br />
ormai mi trovavo troppo lontano dalla spiaggia. 42.<br />
Rinaldo si cacciò nell’acqua a nuoto per aiutarmi e<br />
quasi annegò, perché si alzò un vento furioso, che coprì<br />
<strong>di</strong> nuvole il cielo ed il mare. Non so che cosa poi<br />
72<br />
gli successe. Alcina venne a confortarmi, e tutto quel<br />
giorno e la notte successiva mi tenne sopra quel mostro.<br />
43. Finché venimmo a questa isola bella [...]. 46.<br />
[...] La maga Alcina mi teneva in grande delizia, e ardeva<br />
tutta quanta del mio amore; né si accese una<br />
fiamma più piccola nel mio cuore, alla vista <strong>di</strong> lei, così<br />
bella e cortese. 47. Io mi godevo le sue membra delicate:<br />
mi sembrava che in essa si fosse raccolto tutto<br />
il bene che è <strong>di</strong>viso in più parti fra gli uomini, a chi ne<br />
tocca in misura maggiore, a chi in misura minore e a<br />
chi niente del tutto. Non mi ricordavo né della Francia<br />
né <strong>di</strong> nient’altro. Stavo sempre a contemplare quel<br />
volto: ogni mio pensiero, ogni mio proposito finiva in<br />
lei, né si allontanava da lei”.<br />
[Astolfo è felice dell’amore che la maga prova per lui.<br />
Questo amore però finisce con la stessa rapi<strong>di</strong>tà con<br />
cui era incominciato: dopo tre mesi la maga si stanca<br />
<strong>di</strong> lui e lo trasforma in mirto. Così il pala<strong>di</strong>no non può<br />
andare in giro a sparlare <strong>di</strong> lei; e lei arricchisce il suo<br />
giar<strong>di</strong>no.]<br />
Commento<br />
1. Astolfo è il più saggio, il più razionale e il più responsabile<br />
dei pala<strong>di</strong>ni... Orlando, il più forte dei pala<strong>di</strong>ni,<br />
<strong>di</strong>venta pazzo soltanto perché una donna lo ha<br />
respinto. Ruggiero non ha né tempo, né voglia, né capacità<br />
per preoccuparsi <strong>di</strong> se stesso: ci pensa il mago<br />
Atlante o Bradamante e, comunque, è sempre gra<strong>di</strong>to<br />
e desiderato per la sua bellezza, e, finché non si sposa,<br />
può stare sicuro. Anche Astolfo però ha le sue debolezze:<br />
si vanta perché ha fatto innamorare più <strong>di</strong> qualche<br />
donna <strong>di</strong> sé (non <strong>di</strong>ce però come abbia fatto). E<br />
non si <strong>di</strong>mostra troppo rapido <strong>di</strong> mente, perché non<br />
capisce l’intenzione che la maga ha su <strong>di</strong> lui. Rinaldo<br />
almeno cerca <strong>di</strong> sottrarlo alle grinfie della donna. Poi<br />
però, dopo i primi momenti <strong>di</strong> timore, è contento dei<br />
propositi e della <strong>di</strong>sponibilità amorosa della maga.<br />
Non ha molte pretese per essere contento: basta che<br />
una donna s’innamori <strong>di</strong> lui (o almeno lo <strong>di</strong>ca). Non si<br />
accorge nemmeno <strong>di</strong> essere un uomo-oggetto: la donna<br />
lo usa (e lui è contento), si stanca e lo butta. O,<br />
meglio, poiché non vuole sprecare niente dei suoi amanti,<br />
lo trasforma in mirto per il suo giar<strong>di</strong>no. È vero<br />
però che non se la prende troppo della sua sventura <strong>di</strong><br />
essere stato trasformato in mirto: il ricordo dei piacevoli<br />
momenti passati con la maga ha il sopravvento.<br />
E, fedele alla sua saggezza, dà a Ruggiero buoni consigli<br />
che il pala<strong>di</strong>no non ascolta. In seguito riacquista<br />
le sembianze umane e va sulla luna per riprendere il<br />
senno <strong>di</strong> Orlando. Qui scopre che non aveva tutto il<br />
suo senno, come credeva...<br />
2. La maga Alcina rappresenta la donna lussuriosa,<br />
che ha e che pratica una concezione sensuale dell’amore.<br />
Essa ha le idee chiare su ciò che vuole dalla vita:<br />
sod<strong>di</strong>sfazioni fisiche procurate da una processione<br />
interminabile <strong>di</strong> amanti, che licenzia e trasforma in<br />
alberi, non appena la stancano. In tal modo, giu<strong>di</strong>ziosamente,<br />
unisce il <strong>di</strong>lettevole – gli amanti – all’utile –<br />
il possesso <strong>di</strong> un bel giar<strong>di</strong>no –: gli amanti, una volta<br />
usati, vengono trasformati in piante e vanno ad arricchire<br />
il vasto giar<strong>di</strong>no dell’isola... La donna però in