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pietro genesini appunti e versioni di letteratura italiana

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scia gli incantesimi e vuole provare se la bellezza affascinante<br />

e supplichevole sia una magia migliore. 38.<br />

Corre, e non si cura dell’onore e della <strong>di</strong>gnità. Ah!<br />

Dove sono ora i suoi trionfi e i suoi vanti? Prima<br />

d’ora soltanto con un cenno ella volge e rivolse il regno<br />

d’Amore in tutta la sua grandezza. Ed ebbe così il<br />

<strong>di</strong>sprezzo [verso gli amanti] pari all’orgoglio, perché<br />

amò essere amata ma o<strong>di</strong>ò gli amanti. Gradì soltanto<br />

se stessa e, oltre a sé, gradì negli altri soltanto qualche<br />

effetto prodotto dai suoi begli occhi. 39. Ora, messa<br />

da parte, schernita ed abbandonata, segue tuttavia chi<br />

la fugge e la <strong>di</strong>sprezza, e cerca <strong>di</strong> rendere più bello<br />

con le lacrime il dono della sua bellezza, che da sola<br />

era stata rifiutata. Va [verso Rinaldo]: il ghiaccio e<br />

l’aspro sentiero non ostacolano il tenero piede. Invia<br />

le sue grida come messaggeri davanti a lei, né lo raggiunge<br />

prima che egli sia giunto sulla spiaggia. 40.<br />

Impazzita, gridava: “O tu, che porti con te parte <strong>di</strong><br />

me (=il cuore) e che ne lasci parte (=il corpo), o pren<strong>di</strong><br />

l’una (=il corpo) o ren<strong>di</strong> l’altra (=il cuore) o ucci<strong>di</strong><br />

insieme entrambe. Arresta, arresta i tuoi passi, almeno<br />

per ascoltare le mie ultime parole, non <strong>di</strong>co i baci:<br />

un’altra, più degna <strong>di</strong> me, avrà quelli da te. O empio,<br />

che cosa temi, se ti fermi [per ascoltarmi]? Me lo potrai<br />

negare, dopo che hai voluto fuggire?”. 41. Allora<br />

Ubaldo gli <strong>di</strong>sse: “O signore, non rifiutarti <strong>di</strong> aspettare<br />

costei, che ora viene armata <strong>di</strong> bellezza e <strong>di</strong> preghiere<br />

mescolate dolcemente nel pianto amaro. Chi<br />

sarà più forte <strong>di</strong> te, se, vedendola e ascoltandole, ti abitui<br />

a vincere le sirene? In questo modo la ragione<br />

<strong>di</strong>venta pacifica regina dei sensi e tempra se stessa”.<br />

42. Allora il cavaliere si fermò ed ella lo raggiunse,<br />

desiderosa [<strong>di</strong> lui] ed in lacrime: addolorata quanto si<br />

può esserlo, ma tanto bella quanto addolorata. Guarda<br />

Rinaldo, fissa i suoi occhi in quelli <strong>di</strong> lui e non parla:<br />

o perché non vuol parlare o perché pensa o perché<br />

non osa. Egli non la guarda e, se pure la guarda, le rivolge<br />

uno sguardo furtivo, pieno <strong>di</strong> vergogna e lento.<br />

43. Come il musico gentile, prima <strong>di</strong> spiegare interamente<br />

al canto la voce limpida, prepara gli animi degli<br />

ascoltatori all’armonia, intonando dolcemente il<br />

canto sotto voce; così Armida, che nell’amaro dolore<br />

non aveva <strong>di</strong>menticato le sue arti ed i suoi inganni, fa<br />

inizialmente un breve accordo <strong>di</strong> sospiri, per preparare<br />

[all’ascolto] l’animo sul quale vuole che si imprimano<br />

le sue parole. 44. Poi cominciò: “Non aspettarti,<br />

o crudele, che io ti preghi come l’amante deve fare<br />

con l’amante. Amanti fummo un tempo. Ora, se neghi<br />

che lo siamo stati e se persino il ricordo <strong>di</strong> ciò ti è<br />

sgra<strong>di</strong>to, almeno ascoltami come nemico: talvolta<br />

l’altro accoglie le preghiere <strong>di</strong> un nemico. Ciò che<br />

chiedo è tale, che tu puoi farlo, e conservare intatto il<br />

tuo rifiuto. 47. [...] Parti pure, oltrepassa il mare,<br />

combatti, soffri, <strong>di</strong>struggi la nostra fedeltà: anch’io ti<br />

incito a farlo. Perché <strong>di</strong>co ‘nostra’? Oh, non più mia!<br />

Io sono fedele soltanto a te, o mio idolo crudele. 48.<br />

Conce<strong>di</strong>mi soltanto <strong>di</strong> seguirti. Questa è una piccola<br />

richiesta anche tra nemici. Il predatore non lascia in<strong>di</strong>etro<br />

la preda; il trionfatore va, il prigioniero non resta.<br />

Il tuo accampamento veda me fra gli altri tuoi trofei<br />

<strong>di</strong> vittoria, ed alle altre tue lo<strong>di</strong> aggiunga questa,<br />

96<br />

che tu hai schernito la tua schernitrice, e mostri a <strong>di</strong>to<br />

me, donna <strong>di</strong>sprezzata. 49. Donna <strong>di</strong>sprezzata, per chi<br />

conservo questa chioma, ora che tu la ritieni vile? La<br />

accorcerò: al titolo <strong>di</strong> serva voglio accompagnare un<br />

comportamento servile. Ti seguirò, quanto più ferve<br />

l’ardore della battaglia, fra le schiere nemiche. Ho<br />

tanto coraggio, ho tanta forza, quanto basta per condurre<br />

i tuoi cavalli e per portare le tue lance. 50. Sarò,<br />

come più vorrai, scu<strong>di</strong>ero o scudo, e non succederà<br />

che io mi risparmi per <strong>di</strong>fenderti. Per questo seno, per<br />

questo collo nudo passeranno le armi, prima <strong>di</strong> giungere<br />

a te. Forse non ci sarà barbaro così crudele che ti<br />

voglia ferire, per non colpirmi, rinunciando al piacere<br />

della vendetta per questa mia bellezza (quale che sia),<br />

da te <strong>di</strong>sprezzata. 51. Oh, misera! Ancora presumo,<br />

ancora mi vanto <strong>di</strong> questa mia bellezza schernita, che<br />

non ottiene nulla?”. Voleva <strong>di</strong>re <strong>di</strong> più, ma fu interrotta<br />

dal pianto, che sgorgava dai suoi occhi come una<br />

fontana dalla roccia alpina. Allora cerca <strong>di</strong> prendergli<br />

la destra o il mantello, in atteggiamento supplichevole.<br />

Egli arretra, resiste e vince: nel suo animo l’amore<br />

trova bloccata la porta d’entrata, il pianto la porta<br />

d’uscita. 52. L’Amore non entra nell’animo, che il ragionamento<br />

aveva reso freddo, per rinnovare l’antica<br />

fiamma: vi entra invece la compassione, la quale è<br />

compagna dell’Amore, benché pudìca. Essa lo commuove<br />

in modo tale, che egli a fatica può tenere a freno<br />

le lacrime. Tuttavia cerca <strong>di</strong> soffocare anche quel<br />

tenero affetto e, quanto può, tiene un atteggiamento<br />

composto, che nasconde ciò che prova. 53. Poi le rispose:<br />

“O Armida, mi pesa molto il tuo dolore. Se lo<br />

potessi fare, come vorrei liberare il tuo animo da un<br />

amore mal concepito! Il mio non è o<strong>di</strong>o, non è <strong>di</strong>sprezzo.<br />

Non voglio vendetta, non ricordo offesa. Tu<br />

non sei serva, né nemica. È vero, hai sbagliato e sei<br />

andata oltre i limiti, sia vivendo i tuoi amori sia manifestando<br />

i tuoi o<strong>di</strong>. 54. Ma che cosa sono? Sono colpe<br />

umane e colpe abituali. Io scuso le tue inclinazioni<br />

naturali, il tuo sesso e i tuoi anni. Anch’io in parte<br />

sbagliai: se non voglio negare a me la tua compassione,<br />

non succederà che io ti condanni. Per me tu sarai<br />

tra i ricor<strong>di</strong> cari e onorevoli nella bella e nella cattiva<br />

sorte. Io sarò tuo cavaliere, per quanto sono compatibili<br />

con il mio onore la guerra d’Asia e la fede cristiana.<br />

55. Deh! finiamo qui i nostri errori e ormai ti <strong>di</strong>spiacciano<br />

le nostre azioni vergognose! E il loro ricordo<br />

sia sepolto in questo solitario confine del mondo.<br />

Soltanto questa, fra le mie imprese, sia taciuta in<br />

Europa e nei due continenti vicini (=l’Asia e<br />

l’Africa). Deh! Non volere che una ignobile passione<br />

segni la tua bellezza, il tuo valore, il tuo sangue reale.<br />

56. Resta in pace. Io vado. A te non è permesso <strong>di</strong> venire<br />

con me: colui, che mi conduce, lo vieta. Resta o<br />

va per un’altra via felice e, da saggia, placa i tuoi propositi”.<br />

Mentre il guerriero le parla in questo modo,<br />

Armida, torbida e inquieta, non trova pace: ormai da<br />

tempo con fronte corrucciata lo guarda torvamente.<br />

57. Infine prorompe in ingiurie: “Tu non sei nato da<br />

Sofia (=la madre <strong>di</strong> Rinaldo), non sei nato dal sangue<br />

degli Azii (=i capostipiti della casa d’Este). L’onda<br />

furiosa del mare e il Caucaso gelato ti generarono, e

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