pietro genesini appunti e versioni di letteratura italiana
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1758, La salubrità dell’aria, 1759, La musica, 1761-<br />
64, La caduta, 1785, La tempesta, 1786, Il dono,<br />
1790, Alla musa, 1795) e numerosi componimenti<br />
d’occasione, come era <strong>di</strong> moda nel Settecento.<br />
La poetica. Parini risente da una parte della cultura<br />
illuministica proveniente dalla Francia, dall’altra da<br />
precise concezioni politiche. Egli è illuminista quando<br />
vuole usare la <strong>letteratura</strong> per fini <strong>di</strong> rinnovamento morale<br />
e civile: il poeta deve profondere il suo impegno<br />
artistico e intellettuale nel suo impegno civile, e creare<br />
un’arte capace <strong>di</strong> rinnovare sia la società sia<br />
l’in<strong>di</strong>viduo. Dietro a queste prospettive riformistiche<br />
stanno però alcune idee che lo portano lentamente a<br />
posizioni <strong>di</strong> <strong>di</strong>simpegno pubblico e a una maggiore<br />
attenzione verso motivi privati. Egli è convinto che<br />
soltanto l’aristocrazia sia portatrice <strong>di</strong> valori e garante<br />
della stabilità sociale. Tale classe non svolge più adeguatamente<br />
il suo compito all’interno della società.<br />
Essa perciò va stimolata a riprendere il suo ruolo e la<br />
sua importanza. Questo è il senso de Il Giorno. Il poeta<br />
quin<strong>di</strong> non si propone <strong>di</strong> criticare l’aristocrazia per<br />
sostituirla con una nuova classe sociale, cioè con la<br />
borghesia, come aveva cercato <strong>di</strong> fare l’Illuminismo<br />
francese fin dal 1730. Si propone invece, e consapevolmente,<br />
<strong>di</strong> restaurane l’antico or<strong>di</strong>ne sociale. In<br />
proposito egli è su posizioni opposte sia ai nobili<br />
francesi sia ai nobili milanesi, che sposano la causa<br />
della borghesia e che chiedono ampie riforme sociali.<br />
Egli ripropone un ritorno al passato, che viene garantito<br />
dal fatto che il potere politico e quello economico<br />
sia nelle mani dell’aristocrazia. E potere economico<br />
significa priorità dell’agricola sui commerci. Di qui la<br />
sua ostilità verso la borghesia, che deve al commercio<br />
la sua ricchezza ed il suo potere, e che con il<br />
commercio provoca cambiamenti economici e sociali<br />
sempre più vasti. In questo contesto il poeta <strong>di</strong>venta<br />
ad oltranza <strong>di</strong>fensore <strong>di</strong> quei valori tra<strong>di</strong>zionali che i<br />
cambiamenti in atto rischiavano <strong>di</strong> travolgere.<br />
Parini vorrebbe attuare l’ideale <strong>di</strong> società, proposto<br />
dall’Arca<strong>di</strong>a: un mondo in cui i conta<strong>di</strong>ni crescono<br />
sani e robusti grazie al duro lavoro quoti<strong>di</strong>ano, i<br />
commerci sono ridotti al minimo e l’aristocrazia abbandona<br />
gli ozi per ritornare ad essere il punto <strong>di</strong> riferimento<br />
<strong>di</strong> tutte le classi sociali, la garanzia dell’or<strong>di</strong>ne<br />
sociale e il perno <strong>di</strong> una economia agricola basata<br />
sul latifondo. Il poeta si <strong>di</strong>mostra incapace o, meglio,<br />
rifiuta <strong>di</strong> impegnare la cultura in un programma<br />
<strong>di</strong> più vasto respiro, capace <strong>di</strong> coinvolgere anche altre<br />
classi sociali, come la borghesia, che <strong>di</strong> fatto faceva<br />
sentire la sua presenza politica ed economica, e il popolo<br />
minuto. Egli si schiera contemporaneamente<br />
contro il governo asburgico, che cerca <strong>di</strong> sviluppare<br />
dall’alto l’economia, contro la borghesia, che lotta per<br />
la propria affermazione politica, e contro la “plebe”,<br />
che, almeno in Francia, cerca <strong>di</strong> fare sentire la sua<br />
presenza.<br />
Parini non completa la terza parte de Il Giorno perché<br />
non ne otterrebbe ulteriori guadagni né ulteriore fama;<br />
ed anche perché non vuole insaevire in mortuum, cioè<br />
infierire contro quella classe sociale, la nobiltà, che la<br />
118<br />
Rivoluzione francese stava abbattendo. La mancata<br />
conclusione del poemetto mostra tutti i limiti del riformismo<br />
e del rinnovamento sociale proposti dall’autore.<br />
Rinnovare significava ritornare ai valori soli<strong>di</strong><br />
del passato…<br />
Dopo il 1785 Parini <strong>di</strong>venta l’immagine del poeta integerrimo<br />
e venerabile, che lotta contro la decadenza<br />
morale e civile del presente. Così lo incontra Jacopo<br />
Ortis nel 1798 nel romanzo foscoliano Le ultime lettere<br />
<strong>di</strong> Jacopo Ortis (1798). Nella poesia posteriore egli<br />
<strong>di</strong>venta l’esempio <strong>di</strong> poeta che impegna la sua poesia<br />
nel rinnovamento della società e che recupera con<br />
nuovi contenuti il classicismo tra<strong>di</strong>zionale e i migliori<br />
contributi dell’Arca<strong>di</strong>a. Il suo insegnamento si estende<br />
però anche al rinnovamento della metrica, che egli<br />
attua sia con l’endecasillabo sciolto del Giorno sia<br />
con la metrica più tra<strong>di</strong>zionale delle O<strong>di</strong>.<br />
Il Giorno è l’opera più importante <strong>di</strong> Parini. Essa è<br />
<strong>di</strong>visa in tre parti: Mattino (1763), Mezzogiorno<br />
(1765) e Sera (poi <strong>di</strong>visa in Vespero e Notte, rimaste<br />
incompiute). L’autore finge <strong>di</strong> essere il precettore del<br />
giovin signore e <strong>di</strong> accompagnarlo per tutta la giornata.<br />
In tal modo può mostrare la vita vuota dell’aristocrazia,<br />
che contrappone alla vita laboriosa delle<br />
classi umili. La critica tiene presente sia idee illuministiche<br />
<strong>di</strong> uguaglianza, democrazia e giustizia sociale,<br />
sia i valori religiosi <strong>di</strong> rispetto, solidarietà e fratellanza.<br />
Il poeta però è troppo meccanico e troppo insistente<br />
nelle sue critiche e nei suoi giu<strong>di</strong>zi <strong>di</strong> condanna.<br />
Tale insistenza rende meno efficaci il testo e il messaggio<br />
ugualitario che esso contiene.<br />
L’opera si inserisce in una concezione morale e civile<br />
della <strong>letteratura</strong>, che ha precedenti sia nel mondo greco<br />
che in quello latino. Il poeta però è su posizioni<br />
moderate, che non vanno al <strong>di</strong> là della critica morale<br />
per <strong>di</strong>venire effettivo progetto <strong>di</strong> rinnovamento politico<br />
e sociale.<br />
Il linguaggio adoperato è tra<strong>di</strong>zionale ed aulico, pure<br />
nei suoi aspetti più innovatori. E recupera in modo<br />
esasperato la mitologia greca e latina. Il verso è costituito<br />
da endecasillabi sciolti. Il poemetto quin<strong>di</strong> si<br />
presenta come un’opera neoclassica. Il suo pubblico è<br />
costituito dagli stessi intellettuali più o meno riformatori<br />
o progressisti e dalla stessa classe che viene criticata.<br />
Resta in ogni caso escluso il popolo, <strong>di</strong> cui si <strong>di</strong>fendono<br />
in astratto la <strong>di</strong>gnità umana (non si parla però<br />
mai <strong>di</strong> suoi <strong>di</strong>ritti), ma che poi si lascia nel suo analfabetismo.<br />
E, comunque, anche se potesse leggere, si<br />
troverebbe davanti a un testo pieno <strong>di</strong> cultura classica,<br />
che richiederebbe un lungo tirocinio <strong>di</strong> stu<strong>di</strong> per poter<br />
essere capito.<br />
Mattino: Sorge il Mattino in compagnia dell’Alba<br />
Il mattino sorge insieme con l’alba prima del sole, il<br />
quale poi appare grande sul più lontano orizzonte, per<br />
allietare animali, piante, campi e onde. Allora il conta<strong>di</strong>no<br />
si alza dal letto, che la moglie e i figli intiepi<strong>di</strong>rono<br />
durante la notte; poi, portando sulle spalle i sacri<br />
attrezzi, che per prime scoprirono Cerere (=dea delle