20.06.2013 Views

pietro genesini appunti e versioni di letteratura italiana

pietro genesini appunti e versioni di letteratura italiana

pietro genesini appunti e versioni di letteratura italiana

SHOW MORE
SHOW LESS

You also want an ePaper? Increase the reach of your titles

YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.

ando la produzione letteraria <strong>italiana</strong> del Trecento.<br />

Questi autori sono il banco <strong>di</strong> prova con cui apprende<br />

il mestiere <strong>di</strong> scrittore e da cui parte per sprovincializzare<br />

la sua cultura. Ma già dalle prime prove emerge<br />

il suo vitalismo ra<strong>di</strong>cale, che sarà il motivo conduttore<br />

anche della produzione successiva. Esso si esprime<br />

ora con una adesione arazionale e imme<strong>di</strong>ata alla vita<br />

della natura, ora con l’esaltazione delle forze istintuali<br />

e <strong>di</strong> modelli primitivi e violenti <strong>di</strong> vita. Il poeta scopre<br />

poi l’estetismo raffinato ed il simbolismo dei poeti<br />

decadenti francesi (Charles Baudelaire, Théophile<br />

Gautier, Gustave Flaubert, Stéphane Mallarmé, Guy<br />

de Maupassant); assimila le opere <strong>di</strong> molti altri scrittori<br />

del tempo (Ippolite Taine, John Ruskin, Oscar<br />

Wilde, Joris-Karl Huysmans); riprende i romanzi realisti<br />

e naturalisti (Victor Hugo, i fratelli Goncourt,<br />

Emile Zola), ma anche i gran<strong>di</strong> romanzi russi (Fedor<br />

Dostoevskij e Lev Tolstoj); si appropria e rielabora la<br />

filosofia nichilista e incentrata sulla figura del superuomo,<br />

<strong>di</strong> Friedrich Nietzsche.<br />

A una simile varietà <strong>di</strong> fonti e <strong>di</strong> suggestioni corrisponde<br />

un’altrettanta varietà <strong>di</strong> forme letterarie: poesie,<br />

romanzi, drammi teatrali (sia in prosa che in versi),<br />

ed una straor<strong>di</strong>naria capacità <strong>di</strong> rinnovamento linguistico<br />

e metrico. Tale rinnovamento va dalle prose<br />

liriche, in cui prosa e poesia si fondono, all’uso e al<br />

recupero <strong>di</strong> forme metriche tra loro <strong>di</strong>versissime (sonetto,<br />

canzone, madrigale, ode, versi da tre a do<strong>di</strong>ci<br />

sillabe, metro barbaro, versi liberi, versi rimati); dal<br />

ricorso a parole auliche, ricercate, raffinate, all’elaborazione<br />

<strong>di</strong> versi <strong>di</strong> <strong>di</strong>versa lunghezza, ricchissimi <strong>di</strong><br />

sonorità e <strong>di</strong> continui richiami. Tutto ciò si inserisce<br />

poi nell’attività <strong>di</strong> giornalista dell’autore e nella costante<br />

realizzazione dell’ideale che unisce arte e vita.<br />

Canto novo (1882) è rimaneggiato nell’e<strong>di</strong>zione del<br />

1896, che elimina il carattere autobiografico delle poesie.<br />

La donna, Elda Zucconi, a cui la prima e<strong>di</strong>zione<br />

è de<strong>di</strong>cata, cede il posto a una emblematica figura<br />

femminile, in<strong>di</strong>cata come l’Ospite.<br />

Canto dell’Ospite (1882)<br />

O falce <strong>di</strong> luna calante, che brilli sulle acque deserte,<br />

o falce d’argento, quale mèsse (=grande quantità) <strong>di</strong><br />

sogni ondeggia sotto il tuo mite chiarore qui, sulla terra!<br />

Brevi fruscii <strong>di</strong> foglie, profumi <strong>di</strong> fiori <strong>di</strong> bosco si espandono<br />

verso il mare: nel vasto silenzio non si <strong>di</strong>ffonde<br />

alcun canto né alcun grido né alcun suono.<br />

Oppressi dall’amore e dal piacere, gli esseri viventi si<br />

addormentano... O falce <strong>di</strong> luna calante, quale mèsse<br />

(=grande quantità) <strong>di</strong> sogni ondeggia sotto il tuo mite<br />

chiarore qui, sulla terra!<br />

Riassunto. La falce <strong>di</strong> luna calante brilla sopra le acque<br />

deserte, mentre sulla terra si forma una mèsse <strong>di</strong><br />

sogni. Il fruscio delle foglie e i profumi del bosco<br />

vanno verso il mare, mentre ovunque è silenzio. Gli<br />

esseri viventi, vinti dalle fatiche amorose e dal piace-<br />

180<br />

re, si addormentano e sognano una mèsse <strong>di</strong> sogni,<br />

sotto il chiarore lunare.<br />

Commento<br />

1. Il poeta, con gusto barocco, identifica la luna calante<br />

con la falce che miete il grano. Perciò la luna-falce<br />

va a raccogliere una mèsse <strong>di</strong> sogni sulla terra.<br />

2. Nella seconda strofa la natura subisce una trasfigurazione<br />

sensuale e viene umanizzata.<br />

3. La conclusione – gli esseri viventi che si addormentano<br />

–, che riprende un motivo letterario presente<br />

da sempre nella <strong>letteratura</strong> occidentale (Alcmane,<br />

Virgilio, Dante, Petrarca), subisce una ra<strong>di</strong>cale mo<strong>di</strong>fica<br />

in senso sensuale, edonistico ed erotico.<br />

L’Isotteo-La Chimera (1890) rielabora un’opera del<br />

1886, in cui l’autore si era ispirato alla poesia del Tre-<br />

Quattrocento e aveva usato la nona rima. Epòdo, de<strong>di</strong>cato<br />

all’amico poeta Giovanni Marra<strong>di</strong>, contiene<br />

una concezione della poesia, a cui l’autore resterà<br />

sempre fedele.<br />

Epòdo (1887)<br />

O amico, è [forse] utile me<strong>di</strong>tare nel profondo del<br />

proprio animo l’incerto destino degli uomini, [è forse<br />

utile] rimpiangere il tempo [che passa] e riempire <strong>di</strong><br />

inutili malinconie la dea Terra che è piena <strong>di</strong> vita?<br />

C’è Ginevra e la bionda Isotta, vi sono i pini e vi sono<br />

le fontane, i tornei, i duelli ed i fiumi, le foreste e le<br />

lande, e il re <strong>di</strong> Trebisonda!<br />

È utile bere con la gola ben aperta ai ruscelli della poesia,<br />

e cogliere le rose e gustare ogni frutto soave.<br />

O poeta, la Parola è <strong>di</strong>vina; il cielo ha riposto ogni<br />

nostra gioia nella più pura Bellezza; e il Verso è tutto.<br />

Riassunto. Il poeta si rivolge all’amico Giovanni Marra<strong>di</strong><br />

e gli <strong>di</strong>ce che non serve passare il tempo a me<strong>di</strong>tare<br />

sull’incerto destino umano, né piangere il tempo<br />

che passa, né riempire la terra con noiose malinconie.<br />

Vi è la poesia, che canta la bellezza, l’amore,<br />

l’avventura, le gran<strong>di</strong> imprese, la natura, i gran<strong>di</strong> personaggi.<br />

La Parola è capace <strong>di</strong> trasformare la realtà; la<br />

gioia del poeta è nella pura Bellezza dell’arte; ed il<br />

Verso è tutto.<br />

Commento<br />

1. Il poeta propone una concezione della poesia e, più<br />

in generale, della cultura che afferma la superiorità<br />

dell’immaginazione poetica, capace <strong>di</strong> trasformare la<br />

realtà, rispetto alla misera realtà della vita quoti<strong>di</strong>ana.<br />

Questa tesi poetica è formulata esplicitamente negli<br />

ultimi versi, nei quali è presente pure l’estetismo e il<br />

culto della bellezza dell’autore.<br />

2. Una tesi non <strong>di</strong>versa era stata proposta nel Seicento<br />

da Giambattista Marino (1569-1625), il maggiore<br />

rappresentante del Barocco: “È del poeta il fin la meraviglia<br />

(Parlo dell’eccellente e non del goffo): Chi<br />

non sa far stupir vada alla striglia”. La seconda strofa<br />

è traduzione letterale <strong>di</strong> alcuni versi del poemetto me<strong>di</strong>oevale<br />

Intelligenza (CCLXXXVII, 4-9).

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!