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pietro genesini appunti e versioni di letteratura italiana

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trollare il destino avverso, a con<strong>di</strong>zione che prenda le<br />

sue precauzioni quando la sorte è favorevole.<br />

3. Per il poeta il pala<strong>di</strong>no più forte è paradossalmente<br />

anche quello più debole, che perde la ragione. Il motivo<br />

della sconfitta è semplice: Orlando è forza e ragione,<br />

ma non ha l’ironia che lo <strong>di</strong>fenda dalla realtà:<br />

egli ama un’unica donna e vuole l’amore soltanto <strong>di</strong><br />

lei. Ruggiero invece con le donne non impazzisce: si<br />

lascia amare – tutte le donne, che incontra, si innamorano<br />

<strong>di</strong> lui e della sua bellezza – e si lascia pure usare<br />

come oggetto sessuale; ma si stanca presto e se ne va.<br />

Astolfo si vanta delle sue conquiste erotiche (o meglio<br />

sono le donne che lo conquistano, non è lui che le<br />

conquista), e considera le donne sostanzialmente intercambiabili,<br />

basta che si buttino tra le sue braccia.<br />

4. Le donne invece sono piene <strong>di</strong> buon senso e più<br />

equilibrata dei personaggi maschili. Bradamante fonde<br />

la sua forza con la sua decisione e la razionalità<br />

delle sue scelte; e insegue con determinazione e senza<br />

tregua l’oggetto dei suoi desideri, che alla fine cade<br />

nelle sue mani. Essa è giu<strong>di</strong>ziosa, mentre l’uomo che<br />

ella ama è superficiale ed irresponsabile (tanto tutto<br />

gli va bene e il mago Atlante lo protegge). Essa è il<br />

personaggio ideale, l’essere umano più perfetto del<br />

poema, è tutto ciò che è rimasto della fiducia umanistica<br />

nelle capacità dell’uomo <strong>di</strong> costruire il proprio<br />

destino. Il poeta crede in lei più che a tutti gli altri<br />

personaggi, e la delinea umanamente anche in preda<br />

ai dubbi e al timore della sconfitta. La maga Alcina<br />

invece passa dalla fame insaziabile <strong>di</strong> uomini a un innamoramento<br />

romantico e sentimentale, che si manifesta<br />

quando si vede respinta e lasciata con in<strong>di</strong>fferenza<br />

da Ruggiero. Soltanto così da maga <strong>di</strong>venta<br />

donna, capace <strong>di</strong> soffrire per amore.<br />

5. Orlando fa parte della lunghissima galleria <strong>di</strong> personaggi<br />

maschili, che si incontrano nel poema. Altri<br />

sono Sacripante, che viene dall’Oriente per Angelica,<br />

<strong>di</strong> cui è innamorato; Ruggiero, che tutte le donne desiderano<br />

e che suscita anche simpatie maschili nel<br />

mago Atlante, che lo vede come un figlio da proteggere;<br />

il saggio, ma non troppo Astolfo, che si vanta <strong>di</strong><br />

aver fatto innamorare più <strong>di</strong> qualche donna; il fortunato<br />

Medoro, che senza far niente fa innamorare <strong>di</strong> sé<br />

Angelica, la donna che tutti desiderano; il vecchio<br />

mago Atlante, che prova sentimenti paterni verso<br />

Ruggiero; il forte pala<strong>di</strong>no Rinaldo, soltanto del quale<br />

Angelica ha paura. In genere i personaggi maschili<br />

non fanno una bella figura: anche il cervello del poeta<br />

è “limato” dalla sua donna.<br />

6. La pazzia d’Orlando è collocata nel canto XXIII,<br />

cioè proprio a metà del poema. Essa costituisce quin<strong>di</strong><br />

il punto più alto e il punto <strong>di</strong> passaggio tra la prima e<br />

la seconda metà dell’opera. E si presenta come la forza<br />

che sovrasta tutte le azioni umane e la spada <strong>di</strong><br />

Dàmocle che pende, irraggiungibile, minacciosa e<br />

dall’alto, su tutti gli uomini. Anche in Dante il canto<br />

L – il canto <strong>di</strong> Marco Lombardo – è il canto <strong>di</strong> passaggio<br />

tra la prima e la seconda metà della Divina<br />

comme<strong>di</strong>a.<br />

76<br />

Astolfo sulla luna (XXXIV, 69-87)<br />

69. Il santo evangelista (=san Giovanni) attaccò al<br />

giogo quattro destrieri più rossi del fuoco e, dopo che<br />

si sistemò sul carro con Astolfo e impugnò le briglie,<br />

li sospinse verso il cielo: il carro si levò per aria con<br />

un gran giro e subito giunse in mezzo al fuoco eterno<br />

[che circonda la terra]. Il vecchio con un miracolo fece<br />

che, mentre lo (=il fuoco) attraversarono, non fosse<br />

ardente. 70. Varcano tutta la sfera del fuoco, quin<strong>di</strong><br />

vanno nel regno della luna. Vedono che quel luogo è,<br />

per la maggior parte, come acciaio che non ha alcuna<br />

macchia. Essi lo trovano uguale o poco più piccolo <strong>di</strong><br />

ciò che si riunisce in questo globo, cioè nel globo della<br />

terra, comprendendo anche il mare che circonda e<br />

racchiude la terra. 71. Qui Astolfo ebbe una doppia<br />

meraviglia: quel paese (=la luna) lì vicino era assai<br />

grande, anche se ad una piccola sfera assomiglia a<br />

noi, che lo ammiriamo da questa parte (=dalla terra); e<br />

gli conviene (=deve) aguzzare ambedue gli occhi, se<br />

da lì (=dalla luna) vuole vedere la terra ed il mare che<br />

la circonda, perché essi, non avendo luce propria, non<br />

si vedono bene da lontano. 72. Lassù ci sono altri<br />

(=ben <strong>di</strong>versi, più gran<strong>di</strong>) fiumi, altri laghi, altre montagne,<br />

che non si trovano qui tra noi. Ci sono altre<br />

pianure, altre valli, altre campagne, che hanno città e<br />

che hanno castelli, con case [enormi]: mai il pala<strong>di</strong>no,<br />

né prima né poi, vide case più grande <strong>di</strong> queste! Ci<br />

sono boschi immensi e solitari, dove anche adesso le<br />

ninfe cacciano le belve. 73. Il duca non si fermò ad<br />

esplorare tutto quanto, perché non era salito sulla luna<br />

con questo scopo. Dal santo apostolo fu condotto in<br />

una valle stretta fra due montagne, dove meravigliosamente<br />

era raccolto tutto ciò che si perde [sulla terra]<br />

per colpa nostra, per colpa del tempo o per colpa della<br />

Fortuna: ciò, che si perde qui [sulla terra], si riunisce<br />

là [sulla luna]. 74. Non parlo soltanto <strong>di</strong> regni o <strong>di</strong><br />

ricchezze, sui quali opera la ruota instabile della Fortuna;<br />

mi riferisco a ciò che la Fortuna non può né togliere<br />

né dare. Lassù vi è molta fama, che il tempo, a<br />

lungo andare, quaggiù <strong>di</strong>vora; lassù stanno infinite<br />

preghiere ed infiniti voti, che noi peccatori facciamo a<br />

Dio. 75. Le lacrime ed i sospiri degli amanti, il tempo<br />

sprecato che si perde giocando e il lungo ozio <strong>di</strong> uomini<br />

ignoranti, i progetti vani che non hanno mai attuazione<br />

e i desideri vani sono tanto numerosi, che<br />

ingombrano la maggior parte <strong>di</strong> questo luogo. Insomma,<br />

ciò che perdesti quaggiù, potrai ritrovare salendo<br />

lassù. 76. Passando fra quei mucchi, il pala<strong>di</strong>no<br />

chiede [notizie] alla guida ora <strong>di</strong> questo ora <strong>di</strong> quello.<br />

Vide un monte <strong>di</strong> vesciche piene d’aria, entro le quali<br />

si sentivano tumulti e grida. Seppe che erano le antiche<br />

corone degli Assiri, dei Li<strong>di</strong>, dei Persiani e dei<br />

Greci, che un tempo furono illustri e che ora sono<br />

quasi sconosciuti. 77. Vede lì vicino in gran quantità<br />

rami d’oro e d’argento: erano i doni che si fanno a re,<br />

a principi e a protettori con la speranza <strong>di</strong> ricevere ricompensa.<br />

Vede lacci nascosti nelle ghirlande e chiede<br />

e ode che sono tutte adulazioni. Hanno l’aspetto <strong>di</strong><br />

cicale scoppiate i versi che si compongono per lodare<br />

i signori. 78. Vede gli amori mal riusciti, che hanno la

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