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WE.ARE.ABLE, social wearable augmented reality - Accademia di ...

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dovuto costruire hardware special purpose ed utilizzare tecnologie informaticheall’avanguar<strong>di</strong>a (come il riconoscimento delle forme, degli input corporei ecc...),“influenzando”, visti i risultati raggiunti, anche altri pionieri dei mon<strong>di</strong> artificialiin quella che era la sua idea <strong>di</strong> approccio alle realtà virtuali.La Me<strong>di</strong>a Room costruita dai ragazzi dell’Architecture Machine Group (ARCH-MAC 3 ) del MIT può essere considerata come il frutto dell’influenza <strong>di</strong> Kruegernegli ambienti <strong>di</strong> ricerca più legati all’ARPA e ad un certo tipo <strong>di</strong> concezione delletecnologie.Era una stanza dalle <strong>di</strong>mensioni e dall’aspetto simili ad un comune ufficio, alsuo interno però c’erano un mini computer che controllava i <strong>di</strong>splay e gli altridevice della stanza, una se<strong>di</strong>a controller e uno schermo <strong>di</strong> retroproiezione grandecome una parete. Come negli ambienti <strong>di</strong> Krueger, questa stanza era un<strong>di</strong>spositivo <strong>di</strong> immersione all’interno <strong>di</strong> un mondo virtuale, ma <strong>di</strong>fferisce da essiin quanto la personificazione del fruitore con ciò che lo circonda visivamente,sonoramente, fisicamente, avviene come una navigazione all’interno <strong>di</strong> uno spazio<strong>di</strong> informazioni. La Me<strong>di</strong>a Room è il mezzo principale dell’ARCH-MAC percondurre ricerche nell’ambito <strong>di</strong> ciò che chiamano Spartial Data-ManagmentSystem o SDMS. Un concetto molto interessante che incominciò lentamente aprendere forma già a partire dalla fine degli anni '70. Secondo i ricercatoridell’ARCH-MAC, soprattutto per Richard Bolt e Nicholas Negroponte, i datiimmagazzinati all’interno dei computer potevano essere rappresentati in qualcheforma visibile ed esplorati cognitivamente, eseguendo una specie <strong>di</strong> navigazionefisica attraverso il mondo dei dati.3Nel 1967 all’interno del MIT grazie anche al sostegno dell’ARPA, Nicholas Negropontefonda l’Architecture Machine Group (ARCH-MAC), un laboratorio creativo che aveva comeobiettivo principale lo stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> nuovi approcci all’interazione uomo-computer. I computer,secondo Negroponte avrebbero potuto accrescere le potenzialità intellettuali e l’immaginazionedegli esseri umani combinando le capacità <strong>di</strong> rappresentazione cinematografiche con il potere <strong>di</strong>elaborazione delle informazioni tipico dei calcolatori.Così come precedentemente accadutoall’ARC e successivamente al PARC, all’interno dell’ARCH-MAC si voleva inventare il futuro. Iloro esperimenti partirono dall’esplorazione delle tecnologie già <strong>di</strong>sponibili e si in<strong>di</strong>rizzarono suquelle che sarebbero da li a poco arrivate (riconoscimento vocale, film olografici).I campi <strong>di</strong>ricerca dell’ARCH-MAC comprendevano le scienze cognitive, quelle informatiche, quellecinematografiche e quelle delle telecomunicazioni. Nel 1985 L’ARCH-MAC <strong>di</strong>venta MEDIALAB, tuttora ancora attivo presso il MIT quale istituto <strong>di</strong> ricerca sulle tecnologie, il design e ilmultime<strong>di</strong>a.122

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