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WE.ARE.ABLE, social wearable augmented reality - Accademia di ...

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l’immaginario collettivo sui concetti <strong>di</strong> information tecnology, cibernetica, hightech e più in generale su tutto ciò che riguarda il rapporto tra le tecnologieinformatiche e gli esseri umani.Il Dataland e l’ingresso nel ciberspazio sono gli obiettivi dei ricercatoridell’ARCH-MAC e forse sono la <strong>di</strong>retta conseguenza <strong>di</strong> ciò che Engelbart <strong>di</strong>ceva aproposito della necessità dell’uomo <strong>di</strong> trovare altri strumenti, altre tecnologie chepermettano sempre più <strong>di</strong> far fronte alle complessità degli stessi strumenti chestavano creando.La Me<strong>di</strong>a Room dell’ARCH-MAC grazie alla sua interfaccia fisica creava unreal space environment, in cui lo spazio virtuale grafico e l’imme<strong>di</strong>atezzadell’ambiente reale in cui si trova l’operatore, convergevano in un continumspazio interattivo. La consapevolezza dello spazio reale in cui si trovano gli utentiè ben evidente nelle modalità <strong>di</strong> interazione del sistema Put That There (mettiquello lì).Put That There (1980) era un esperimento all’interno della Me<strong>di</strong>a Roomdell’ARCH-MAC, realizzato da Christopher Schmandt ed Eric Hulteen, sotto lasupervisione <strong>di</strong> Richard Bolt, in cui vennero collegati due sistemi tecnologiciinnovativi al fine <strong>di</strong> creare nuove modalità <strong>di</strong> interazione con agli ambienti. Ilprimo <strong>di</strong> questi era il riconoscimento vocale, mentre il secondo era un <strong>di</strong>spositivo<strong>di</strong> rilevamento della posizione nello spazio (ROPAMS, Remote Object PositionAttitude Measurement System 5 , sviluppato dalla Polhemus Navigation Science,Inc). Grazie alla combinazione <strong>di</strong> questi elementi e al <strong>di</strong>splay parete della Me<strong>di</strong>aRoom, riuscirono a sviluppare un'interfaccia a comando gestuale-vocale. Unoperatore si sedeva sulla se<strong>di</strong>a <strong>di</strong> fronte allo schermo (che poteva visualizzare unamappa generata dal computer piuttosto che un calendario), puntava il <strong>di</strong>to verso iltarget desiderato, pronunciando al alta voce una serie <strong>di</strong> coman<strong>di</strong> vocali del tipo“Put That”, poi spostava il <strong>di</strong>to verso un qualsiasi altro punto dello schermo e<strong>di</strong>ceva “...There”. Il computer eseguiva il comando: spostava l’oggetto selezionatocon la punta delle <strong>di</strong>ta nel punto in<strong>di</strong>cato.5124

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