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WE.ARE.ABLE, social wearable augmented reality - Accademia di ...

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Secondo lo scienziato americano, la cooperazione tra l’intelletto-capacitàumane e le componenti elettroniche dovranno consentire in primis <strong>di</strong> facilitarel’esternazione dei pensieri così come ora consentono la risoluzione dei problemiformulati, e secondariamente <strong>di</strong> avere un maggiore controllo decisionale in meritoa situazioni complesse senza la <strong>di</strong>pendenza da programmi predeterminati.Si tratta <strong>di</strong> un concetto biologico più che tecnico. La simbiosi dei due“organismi” <strong>di</strong>versi tra loro (computer e uomo) si ottiene tramite un'intimacollaborazione, finalizzata alla costruzione <strong>di</strong> conoscenza così come avviene innatura nelle società simbiotiche (Blastophaga grossorum e albero <strong>di</strong> fico).“living together in intimate association, or even close union, of two <strong>di</strong>ssimilar organisms” (“Man-Computer Symbiosis” Joseph Licklider, 1960)Tra non molti anni, secondo le speranze <strong>di</strong> Licklider, i cervelli umani ed icalcolatori saranno associati molto strettamente tra loro e il sodalizio che nerisulterà avrà capacità intellettuali che nessun essere umano ha mai avuto,elaborerà dati in un modo a cui nessuna delle macchine per la manipolazione delleinformazione che attualmente conosciamo riesce ad avvicinarsi.I computer <strong>di</strong> prima generazione (come abbiamo visto) erano progettati perrisolvere problemi pre-formulati e processare dati tramite procedure predeterminate.Ad ogni imprevisto o risultato inatteso, l’intero processo si fermavafinché non veniva sviluppata l’estensione necessaria per risolvere lecomplicazioni riscontrate nella risoluzione del problema principale. Unacollaborazione <strong>di</strong> questo tipo può essere considerata tutt’altro che simbiotica.Il cervello umano deve pre-<strong>di</strong>sporre un programma specifico ad ogni necessità,sottoporlo alla macchina assieme ai dati utili ed attendere che il computer, unavolta terminato il processo, ne restituisca il risultato.Tuttavia il requisito della pre-formulazione per la maggior parte dei problemiche l’uomo deve affrontare (in ambiti <strong>di</strong> ricerca scientifico-tecnologico) non puòessere considerato l’approccio più corretto in quanto le formulazioni, i dati e le43

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