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WE.ARE.ABLE, social wearable augmented reality - Accademia di ...

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input provenienti dagli organi sensoriali, opportunamente rielaborati dal nostrocervello), l’esperienza nel ciberspazio è destinata a trasformarci poiché non faaltro che fornirci nuovi modelli, nuove simulazioni alternative a quelle a cuinormalmente siamo abituati.Gli esseri umani sono per natura costruttori per eccellenza <strong>di</strong> modelli mentali,così come i computer lo sono <strong>di</strong>ventati nel corso degli anni per nostra volontà.La capacità delle macchine per pensare <strong>di</strong> emulare ambienti e situazioni reali èin costante progresso, come abbiamo visto, strettamente legato a quello dellapotenza <strong>di</strong> calcolo e dell’elaborazione-rappresentazione delle immaginitri<strong>di</strong>mensionali. Dal momento in cui saranno in grado <strong>di</strong> generare modellitalmente realistici da non poter essere <strong>di</strong>stinti dalla realtà non simulataelettronicamente (modello mentale umano), le nostre più fondamentali definizioni<strong>di</strong> ciò che è reale verranno completamente ridefinite.La realtà è sempre stata troppo piccola per l’immaginazione umana. L’impulso per la creazione<strong>di</strong> una “macchina per la fantasia interattiva” è soltanto la manifestazione più recente dell’anticodesiderio <strong>di</strong> rendere le nostre fantasie palpabili. (Howard Rehingold, 1993)É altrettanto vero però, che almeno per quanto riguarda la tecnologiainformatica degli anni '90, la realtà sembrava essere (e lo è tuttora) “troppa” dapoter essere sintetizzata all’interno <strong>di</strong> un mondo computerizzato. All’epoca il piùpotente (e costoso) engine per la realtà virtuale era in grado <strong>di</strong> elaborare circaduemila poligoni al secondo e generava un mondo ben lontano dalle nostreaspettative <strong>di</strong> realtà. Alvy Ray Smith, co-fondatore <strong>di</strong> Pixar, affermò che “La realtàinizia ad 80 milioni <strong>di</strong> poligoni per fotogramma”.Era una previsione più che accettabile che aveva lo scopo <strong>di</strong> suggerire la<strong>di</strong>rezione verso cui si sarebbero dovute muovere la tecnologie <strong>di</strong> riproduzionegrafica.La tendenza futura, favorita senza dubbio dalla legge <strong>di</strong> Moore, da un latosembrò <strong>di</strong>rigersi verso la volontà <strong>di</strong> raggiungere e sorpassare la soglia in<strong>di</strong>cata da138

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