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WE.ARE.ABLE, social wearable augmented reality - Accademia di ...

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ealtà aumentata, implica comunque interessanti sviluppi nel campo <strong>di</strong> ciò che èstato definito internet of things 21 , in cui appunto la fisicità degli oggetti e dellecose viene collegata con il sapere della Rete. Una rete fatta <strong>di</strong> cause ed effetti incui il <strong>di</strong>alogo tra soggetti ed oggetti avviene in modo istantaneo, generando cosìuno scenario in cui la simulazione non è più tale, non è più una semplice aggiunta(augmentation)o sottrazione (<strong>di</strong>minishing) o trasformazione, ossia me<strong>di</strong>azionerispetto alla realtà, ma <strong>di</strong>venta realtà stessa già nel momento in cui è figurata,immaginata, percepita. Uno scenario in cui il simbolico confluisce nelle things(cose) che <strong>di</strong>ventano quin<strong>di</strong> il principale device <strong>di</strong> comunicazione.il web non è più un insieme <strong>di</strong> pagine HTML che descrivono qualcosa. Il web è <strong>di</strong>ventato ilmondo stesso e ognuno in questo mondo riflette un' ombra <strong>di</strong> informazioni 22 , un set <strong>di</strong> dati chevengono catturati e processati in maniera intelligente dai <strong>di</strong>spositivi, dai sensori, da co<strong>di</strong>cioffrendo notevoli opportunità. (O’Reilly & Battelle 2009)Quin<strong>di</strong> se definiamo l’internet delle cose come l’estensione naturale della Reteal mondo degli oggetti e dei luoghi concreti, e in<strong>di</strong>chiamo la realtà aumentatacome uno degli strumenti in grado <strong>di</strong> connettere tali oggetti e luoghi alla rete,allora device come gli smartphone, grazie alle loro tecnologie sempre piùsofisticate (GPS, giroscopio, magnetometro, accelerometro, fotocamera rete WiFI,3G ecc...), possono essere considerati la finestra, o meglio gli occhi e le orecchie,con la quale possiamo osservare e soprattutto generare il nuovo mondo e i nuovimo<strong>di</strong> <strong>di</strong> pensare.É interessante notare come la prima esplosione “me<strong>di</strong>atica” del concetto <strong>di</strong> AR,favorita senza dubbio dal rilascio <strong>di</strong> ARToolKit 23 (1999) e successivamente <strong>di</strong>21"Internet delle cose" citata per la prima volta da Kevin Ashton, nel 1999.22Secondo Tim O’Reilly (2009) ogni persona possiede informazioni che sono come la suaombra e si riflettono nelle sue caselle e-mail, nei contatti skype, nei post del blog o su facebook,nei cinguettii <strong>di</strong> Twitter, nelle foto, nei video... In poche parole in ogni aspetto della sua essenzaonline.23Una libreria software open-source che permette al programmatore <strong>di</strong> sviluppare applicazioniAR, utilizzando un algoritmo <strong>di</strong> visione per calcolare la reale posizione e orientazione dellatelecamera relativamente al marker, permettendo così al programmatore <strong>di</strong> <strong>di</strong>segnare oggettivirtuali sulla scena reale.159

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