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WE.ARE.ABLE, social wearable augmented reality - Accademia di ...

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sostituite in realtà aumentata con opere d’arte. L’intento, come esplicato nelmanifesto, è proprio quello <strong>di</strong> riappropriarsi degli spazi urbani, monopolizzati daibrand commerciali, quin<strong>di</strong> della realtà in modo tale da democratizzarla, filtrarla edeventualmente rimodellarla secondo nuove modalità. Il consumatore si riappropriadel suo territorio e torna a percepire il mondo per com’è davvero, sottraendo daesso i miti e falsi miti indotti dalla pubblicità.Se da un lato il futuro degli spazi urbani e delle AR sembra in<strong>di</strong>care la via dellapurificazione, dall’altro l’<strong>augmented</strong> <strong>reality</strong> è sicuramente considerata la nuovafrontiera della pubblicità, se possibile, ancora più persistente e per certi versianche più “pericolosa”, in quanto fortemente incentrata sulla singola persona, suisuoi gusti, georeferenziata e sempre più presente, coinvolgente e persuasiva.In pratica un terreno ancora vergine tutto da conquistare.I concept video <strong>di</strong> Keiichi Matsuda, Augmented (Hyper) Reality: DomesticRobocop e Augmented City sono proprio questa realtà: mon<strong>di</strong> <strong>di</strong> pubblicità cheinvadono tutti i nostri spazi virtuali (quasi) fino a soffocarci, tanto da doversidotare <strong>di</strong> schermi “respingenti” anche solo per camminare in città.É evidente che gli scenari <strong>di</strong> Matsuda siano ben lontani dall’esserepossibilmente attuabili, ma manifestano quello che è il concetto chiave: la realtàaumentata è un mondo <strong>di</strong> contenuti significanti e significati, siano essi testuali omultime<strong>di</strong>ali, che instaurano legami sempre più profon<strong>di</strong> e inscin<strong>di</strong>bili con ilnostro sé, man mano che le tecnologie-<strong>di</strong>spositivi <strong>di</strong> visualizzazione e delleinterfacce <strong>di</strong>vengono sempre più human freindly e trasparenti, nonché <strong>social</strong>menteaccettabili.Il prototipo del Sixth Sense, sviluppato da Pranav Mistry (come progetto <strong>di</strong>dottorato <strong>di</strong> ricerca in Fluid Interfaces al Me<strong>di</strong>a Lab del MIT) e presentato al TEDnel novembre del 2009, rappresenta proprio questa tendenza.É un anteprima <strong>di</strong> ciò che potrebbe riservare il futuro.Un futuro a <strong>di</strong>re la verità non troppo lontano.Il Sixth Sense è un <strong>di</strong>spositivo <strong>di</strong> interfaccia gestuale <strong>wearable</strong> (indossabile)che “aumenta” il mondo fisico <strong>di</strong> informazioni <strong>di</strong>gitali e consente alle persone <strong>di</strong>168

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