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WE.ARE.ABLE, social wearable augmented reality - Accademia di ...

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l’evoluzione del computer, da semplice strumento <strong>di</strong> calcolo a manipolatore <strong>di</strong>simboli, fino ad arrivare a potentissimo mezzo relazionale, quin<strong>di</strong> <strong>di</strong>comunicazione. Nel saggio "The computer as communication device" <strong>di</strong> Licklidere Taylor (che abbiamo analizzato nel paragrafo 3.4) sono già implicati una serie <strong>di</strong>concetti che saranno <strong>di</strong> fondamentale importanza per lo sviluppo delle teorie sullaCMC. Ciò che viene descritto nel loro testo, non è un elaboratore tipico,“tra<strong>di</strong>zionale”, era qualcosa <strong>di</strong> più: era un computer pensato come mezzo <strong>di</strong>comunicazione, ossia come vero e proprio me<strong>di</strong>um <strong>social</strong>e in grado <strong>di</strong> svilupparerelazioni creative tra gruppi <strong>di</strong> lavoro, che se svolte attraverso le nascenti reti,avrebbero trasformato definitivamente lo stesso computer in uno spazio <strong>di</strong>comunicazione.Dopo gli stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Licklider e Taylor, negli anni '80 grazie soprattuttoall’evoluzione e la proliferazione <strong>di</strong> quelli che furono i primi sistemicomputerizzati, l’interesse e lo stu<strong>di</strong>o della CMC <strong>di</strong>venta sempre più <strong>di</strong> attualità eutile nella progettazione e organizzazione strategica <strong>di</strong> reti <strong>di</strong> comunicazioneall’interno delle aziende. In questo contesto nasce l’esigenza <strong>di</strong> valutare glistrumenti informatici sia da un punto <strong>di</strong> vista tecnico (legato alla produttività) siada quello socio-psicologico (legato agli effetti della comunicazione e interazionecon le macchine). Gli stu<strong>di</strong>osi focalizzarono il loro interesse soprattutto nellacomprensione degli effetti che avrebbe provocato un tipo <strong>di</strong> una comunicazionesemplice e rapida, capace <strong>di</strong> raggiungere istantaneamente qualsiasi luogo. Altreimportanti considerazioni avrebbero implicato i potenziali effetti derivati dallanatura prevalentemente testuale della CMC, quin<strong>di</strong> priva <strong>di</strong> situazioni ecomportamenti tipici della comunicazione e dei co<strong>di</strong>ci non verbali, e gli effettidovuti alla mancanza <strong>di</strong> informazioni relative all’identità degli interlocutori conuna conseguente notevole accentuazione dell’anonimato.Nel tentativo <strong>di</strong> trovare riscontri alle problematiche che questo tipo <strong>di</strong>comunicazione avrebbe potuto causare alle/nelle persone e nei rapporti <strong>social</strong>i, sisvilupparono <strong>di</strong>versi approcci <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o, che possiamo categorizzare in: CMC76

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