situazione. Può esistere quin<strong>di</strong> una sola personalità per un solo corpo. L’in<strong>di</strong>viduoche manifesta personalità multiple è <strong>di</strong>fatti tracciato come patologico, <strong>di</strong>sturbatoo, nel migliore dei casi, considerato semplicemente bizzarro. Nella rete invece,non solo l’identità multipla è possibile, ma <strong>di</strong>fatti è l’unica modalità possibile <strong>di</strong>presentazione, poiché se ciò che scriviamo ci identifica, allora la soggettività <strong>di</strong>ognuno è il personaggio del racconto che si vuole raccontare agli altri.Internet offre la possibilità <strong>di</strong> presentarsi intenzionalmente in un'infinita varietà<strong>di</strong> mo<strong>di</strong> <strong>di</strong>fferenti (è possibile avere un’altra età, sesso, storia, aspetto fisicoecc...), esternando <strong>di</strong>fatti la rappresentazione della molteplicità che ogni essereumano incarna nella vita reale (si è figli, ma anche genitori, si lavora o si stu<strong>di</strong>a, siè vicini <strong>di</strong> casa, amici, parenti ecc... e chiaramente per ognuna <strong>di</strong> queste possibilitàsi attuano comportamenti <strong>di</strong>fferenti). Questi <strong>di</strong>versi aspetti del sé in rete possonoessere <strong>di</strong>ssociati (si possono presentare solo alcuni aspetti, quelli ritenuti piùopportuni al contesto), potenziati (migliorare al massimo una propria caratteristicao un proprio interesse specifico) o integrati (versione completa <strong>di</strong> se stessi).L’aspetto dell’intenzionalità è sicuramente una delle componenti principaliche riguardano questi processi comunicativi, e la CMC, date le sue caratteristiche,rende il controllo e la gestione del proprio “Io online” più facile. Come abbiamovisto, su internet e più in generale nel mondo della comunicazione me<strong>di</strong>ata dalcomputer, non esistono <strong>di</strong>scriminazioni, ognuno può presentarsi per quello che èoppure può costruirsi un'identità <strong>di</strong>fferente.La costruzione <strong>di</strong> un'identità online avviene innanzitutto con la scelta <strong>di</strong> unnome, dove a <strong>di</strong>fferenza della vita reale, rispecchia una grande importanza <strong>social</strong>e.Il nome o meglio il nickname è il punto d'ingresso all’interno del mondo dellarete, il contatto <strong>di</strong>retto tra il nostro essere reale e il nostro essere <strong>di</strong>gitale.Non è un'aggiunta al nome anagrafico, ma è una sua sostituzione,l’incarnazione della nuova identità dell’in<strong>di</strong>viduo online.Questa possibilità consente infatti <strong>di</strong> dare luogo a relazioni <strong>social</strong>i stabili esignificative che non sarebbero state possibili se la comunicazione fosse statacompletamente anonima. Inoltre, la tendenza a mantenere l’identità piuttosto82
stabile (soprattutto non cambiando spesso nickname) contribuisce alla creazionedella “persona online” <strong>di</strong> essere riconoscibile, identificabile e considerata presenteagli occhi degli altri infonauti.Oltre al nome la persona online viene costituita da altri espe<strong>di</strong>enti, dai piùantichi, come la firma in calce, ai messaggi <strong>di</strong> posta elettronica e la costruzione <strong>di</strong>una propria homepage o sito personale (curriculum, foto, informazione contatti,biografia ecc...), fino ai più recenti, quali i messaggi, i commenti e i postpubblicati sui blog (spesso veri e propri <strong>di</strong>ari della nostra vita) o sui SocialNetwork (Facebook, Twitter, MySpace ecc...) o ancora i video pubblicati sullepiattaforme de<strong>di</strong>cate (Youtube, Vimeo ecc...). In pratica tutto ciò che puòcontribuire a identificarci.L’analisi <strong>di</strong> tutte queste forme e strumenti per comporre un'identità online è inrealtà il sostegno <strong>di</strong> una visione del sé frammentata e molteplice, in cui unin<strong>di</strong>viduo, grazie a queste possibilità, può costruire <strong>di</strong>verse entità, ognuna dellequali sarà utilizzata per altrettanti mo<strong>di</strong> <strong>di</strong> essere e presentarsi nei <strong>di</strong>versi contestidella vita in rete. Proprio questa possibilità rappresenta la rete stessa come unospazio <strong>di</strong> sperimentazione delle proprie personalità, un nuovo moratorium 5 in cuiil confine tra comunicazione online e comunicazione offline si fa sempre piùpermeabile man mano che internet entra sempre più a far parte della quoti<strong>di</strong>anità.4.3 Nomofobia e <strong>di</strong>sturbi da <strong>social</strong> ad<strong>di</strong>ctionsai <strong>di</strong> essere <strong>di</strong>pendente da Internet quando... ti alzi alla tre del mattino per andare in bagno eprima <strong>di</strong> tornare a letto controlli se hai ricevuto qualche mail (Patricia Wallace, 1999)La bomba dei rapporti <strong>social</strong>i esplosa con l’avvento <strong>di</strong> Internet nelle case <strong>di</strong>tutti ha portato sicuramente enormi, profon<strong>di</strong> e ra<strong>di</strong>cali cambiamenti sia nei mo<strong>di</strong>5Concetto psicoanalitico che nella sua versione originale in<strong>di</strong>ca quelle situazioni circoscritte inun periodo <strong>di</strong> tempo limitato, in cui le persone possono permettersi <strong>di</strong> sperimentare senza doversubire conseguenze troppo pesanti. La rete è dunque vista come nuovo moratorium in quanto chisperimenta una nuova identità può interrompere il collegamento quando la situazione <strong>di</strong>ventatroppo pesante o <strong>di</strong>fficile da controllare, nella vita reale invece è più <strong>di</strong>fficile uscire da determinatesituazioni.83
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