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ACTA APOSTOLICAE SEDIS - Libr@rsi

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Acta Pii Pp. XII 129IL'ufficio di guidare e consigliare gli altri nello scegliere e valutare leletture non avrebbe senso, se non si supponesse nei lettori la disposizioned'animo ad accettare gli altrui suggerimenti. Ogni sforzo del criticoriuscirebbe pertanto vano presso coloro che rifiutassero, per partitopreso, di riconoscere la scienza e la competenza di lui e, per consequenza,non riponessero alcuna fiducia nella sua persona e nel suo giudizio.È possibile incontrare lettori, presso i quali il critico non ha accesso,perchè per indole o per difettosa educazione si lasciano sedurre da unassoluto superiore apprezzamento delle proprie facoltà e cognizioni. Dominatida tale stato soggettivo di fallace sufficienza, essi non attendonodal critico se non la conferma del loro giudizio, abbracciato come certoe immutabile. In questi casi, determinati spesso da pregiudizi di falsoordine ideologico, il rifiuto di una critica obiettiva non deve scoraggiareil critico, poiché esso non costituisce che la prova della deformazionepsicologica di quei lettori. Presupposta quindi la sana disposizione delpubblico, il critico otterrà il suo scopo tanto più efficacemente, quantopiù saprà cattivarsene la fiducia. Questa infatti è, per così dire, il puntodi partenza e di arrivo di ogni critica, sia che venga condotta da un singoloscrittore, sia anche, e tanto più, da una rivista che se la propongacome scopo collegiale. Se il lettore ricorre al critico, è perchè crede nellasua scienza, onestà e maturità, sia quando egli espone il contenuto dellibro, sia quando, nel riferirlo, lascia entrare un motivato giudizio, chepertanto non può esser respinto. Ma in che modo il critico riuscirà aconquistarsi la fiducia del lettore? In altre parole, qual'è l'ufficio delcritico, e quali sono le giuste esigenze da parte del pubblico?La prima esigenza riguarda la facoltà conoscitiva del critico, e inprimo luogo che sia in grado di leggere e di comprendere rettamente illibro in esame. Richiamare questa norma potrebbe sembrare cosa superflua;eppure accade non raramente d'imbattersi in recensioni, che noncorrispondono nemmeno a questo primo ed elementare requisito. È evidenteche l'attenta lettura, spesso paziente e faticosa, deve essere condottacon animo scevro di preconcetti, e con la consapevolezza di trovarsi,quanto all'argomento, in un campo sufficientemente conosciuto. È necessariaquindi una molteplice coltura : la scienza speciale nella disciplinaa cui la pubblicazione appartiene, e una notevole coltura generale, che9 - <strong>ACTA</strong>, vol. XXIII, n. 3. — 24-3-1956.

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