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ACTA APOSTOLICAE SEDIS - Libr@rsi

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476 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officialeper l'antichità e lo splendore della sua storia una delle più illustricittà d'Italia, ed ha insieme con esse il merito di conservare intatto l'anticovolto e cuore cristiano, pur nel moderno sviluppo delle industrie edei commerci. Del religioso passato di questa città, la cui fondazione sifa risalire all'età romana, sono ancor oggi testimoni i suoi monumentie gli splendidi suoi sacri edifìci, quali, tra gli altri, la basilica di S. Croce,la Cattedrale dedicata all'Assunzione di Maria, la chiesa di S. Domenico,con il loro stile caratteristico che ricorda il barocco spagnuolo, detto« plateresco », atto ad esprimere, con forme di esuberante festosità e diricercata eleganza, la felicità di un popolo che vive e vuole al sommoonorare la sua fede. Della sua presente vitalità religiosa hanno dato eloquentedimostrazione le fervide giornate di questo Congresso, che hannovisto accorrere ai sacri altari autorità e popolo, soldati e lavoratori, fanciullie malati, in una parola, tutti i ceti della città e della penisolasalentina, per i cui centri, già nell'anno della sua preparazione prossima,il devoto pellegrinaggio eucaristico « Gesù che passa » aveva sparso tesoridi benedizioni. E del presente fervore religioso ed eucaristico la cittadinanzaha determinato che restasse perenne memoria nel singolare donoofferto al Congresso di cotesta « Piazza dei Trecentomila » appositamentecostruita ed in questo momento divenuta il cuore religioso dell'amatissimaItalia.Da essa infatti, gremita da voi, diletti figli di Lecce, delle Puglie, edai rappresentanti le altre regioni italiane, si levano al cielo, per riecheggiarespiritualmente dappertutto nella Chiesa, gli inni e i canticidella venerazione, della gratitudine, dell'amore al divin Salvatore, guidae Pastore delle anime, a Lui, che tutto conosce e tutto può, e che gliuomini nutre misticamente delle sue carni, affine di prepararli ad esseresuoi commensali nell'eterno banchetto, suoi coeredi nella gloria, e concittadinidei santi nella patria celeste. Sì, o diletti figli, fate che tutti odanoa loro salute il giubilo dei vostri cantici a Cristo : « Sit laus plena, sitsonora, sit iucunda, sit decora mentis iubilatio ».*Il vostro sia il cantico della venerazione all'Agnello, che toglie i peccatidel mondo col perpetuo sacrificio di Sè, e che col suo prezioso sangueha ricomprato al Padre gli uomini di tutte le tribù, le lingue, i popoli ele nazioni. 2Veramente Egli « è degno... di ricevere la potenza e la ricchezzae la gloria e la benedizione ». 3Sia inoltre il cantico della grati-123Seq Miss. Ssmi Corp. Chr.cfr. Apoc. 5, 9.Apoc. 5, 12.

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