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ACTA APOSTOLICAE SEDIS - Libr@rsi

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36 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officialesecondo l'ordine naturale e soprannaturale voluto da Dio, innalzerà costantementelo sguardo a Cristo e conterrà la sua azione entro i confinifìssati da Dio. Disconoscere ciò sarebbe volere un mondo contro la disposizionedivina, e quindi pernicioso per la stessa vita sociale.Abbiamo or ora indicato le dannose conseguenze che derivano dallaerronea sopravalutazione del potere umano e dal deprezzamento dellaobiettiva realtà, la quale, con un complesso di principi e di norme — religiose,morali, economiche, sociali — stabilisce limiti e mostra la giustadirezione delle umane azioni. Ora i medesimi errori con simili conseguenzesi ripetono nel campo del lavoro umano, e precisamente dell'operaree produrre nella economia.Dinanzi al sorprendente sviluppo della tecnica, e più spesso per suggestioniricevute, il lavoratore si sente assoluto padrone e maestro dellasua esistenza, capace semplicemente di perseguire tutti gli scopi, diattuare tutti i sogni. Chiudendo nella natura tangibile tutta la realtà, egliravvisa nella vitalità del produrre la. via per divenire uomo sempre piùperfetto. La società produttrice, che si presenta al lavoratore durevolmentecome la viva ed unica realtà e come la potenza che tutti sostiene,dà la misura a tutta la sua vita ; essa è pertanto l'unico suo saldo appoggioper il presente e per l'avvenire. In essa egli vive, in essa si muove,in essa è ; essa diventa alla fine per lui un surrogato della religione. Intal guisa — si pensa — sorgerà un nuovo tipo di uomo, quello cioè checirconda il lavoro con la aureola del più alto valore etico e venera lasocietà lavoratrice con una specie di fervore religioso.L'alto valore morale del lavoroSi domanda ora se la forza creatrice del lavoro costituisca veramenteil saldo sostegno dell'uomo indipendentemente da altri valori non puramentetecnici e se quindi meriti di essere quasi divinizzata dagli uominimoderni. No certamente ; come non può esserlo qualsiasi altro potere oaltra attività di natura economica. Anche nell'epoca della tecnica lapersona umana, creata da Dio e redenta da Cristo, resta elevata nel suoessere e nella sua dignità, e quindi la sua forza creatrice e l'opera suahanno una ben superiore saldezza. Così consolidato, anche il lavoro umanoè un alto valore morale, e la umanità lavoratrice una società, chenon soltanto produce oggetti, ma glorifica Dio. L'uomo può considerareil suo lavoro come un vero strumento della propria santificazione,perchè lavorando perfeziona in sè l'immagine di Dio, adempie il dovere

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