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ACTA APOSTOLICAE SEDIS - Libr@rsi

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134 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium OfficialeGenti insegna : Plenitudo legis est dilectio; 4 - e in un altro passo, secondoil testo greco : âXndevovrsç ôè èv àyóain av^rjacojusv etc avròv rà Ttávra : 5cioè : Aderendo alla verità, cresciamo nella carità in lui in tutto. Il discepoloprediletto Giovanni, che appena riusciva a sodisfare sè stessonell'affermazione della carità, proclamava : Deus caritas est, Dio è carita; 6e ancora : In hoc cognovimus caritatem Dei, quoniam ille animamsuam pro nobis posuit; et nos debemus pro fratribus animas ponere : 7anche noi dobbiamo porre la vita per i fratelli ; ma lo stesso S. Giovanniesprime, riguardo ad un uomo che offende la verità e la integrità delladottrina, la forte ingiunzione : nec Ave ei diœeritis, dunque nemmenoun breve, fuggevole saluto. 8Quale norma di condotta dovrà dunque seguire il critico letterarioin base a questi precetti della S. Scrittura? Come riuscirà a conciliarnenel suo pensiero e nella sua coscienza l'apparente contrasto di precedenza?Il « fondamento » di tutto è la « veritas » ; il « termine » e il « coronamento» di tutto è la (( caritas ». Il fondamento deve rimanere intatto,altrimenti tutto crolla, anche il « coronamento » e il « compimento ». Mail fondamento della verità non basta, come il fondamento della fedesenza la carità, di Cui nella lettera ai Corinti si dice : Maior autem horumest caritas/ nel quale testo, e quindi con analogo senso, si rispecchia lamassima citata super omnia autem caritas. In non pochi casi, del resto,non sarà difficile di trovare la retta via, se il critico rimarrà consapevoleche il precetto della carità l'obbliga non solo riguardo all'autore, maanche rispetto al lettore. Egli potrà sempre valersi di qualche favorevoleoccasione per prevenire pericolosi malintesi nel lettore, pur usando delicatezzadi forma verso l'autore.Abbiamo stimato utile di menzionare alcune di queste massime secondarie,perchè Ci sembra che esprimano, in forma più concreta che igenerali principi fondamentali, ciò che si richiede nel critico letterario.Questi debbono costantemente presiedere alla delicata sua opera, tropposoggetta a sviste, intemperanze e debolezze : sono il fondamento permeritare ed accrescere la fiducia che il pubblico ripone nella critica, e segnanoil limite tra il giusto e l'ingiusto nell'adempimento del suo importanteufficio.450789Rom. 13, 10.Ephes. 4. 15.1 Io. 4, 16.1 lo, 3, 16.2 Io. 10.1 Cor. 13, 13.

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