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ACTA APOSTOLICAE SEDIS - Libr@rsi

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820 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officialetranquillità, a cui l'uomo tende per sè e per la propria famiglia. Noiringraziamo dal profondo dell'animo il Padre nostro nei cieli, il qualeprovvede con sufficiente larghezza ai suoi figli della terra pratese; e losupplichiamo,aifinchè voglia conservare ed accrescere questa vostra condizionedi bene, estendendola anche a quanti ne sono sprovvisti e vivonoincerti del proprio avvenire.Stamane, nel mattutino colloquio con Dio, era, come sempre, nel Nostrocuore la « sollecitudine di tutte le Chiese »- 1Ma il nostro pensiero sivolgeva specialmente a voi, cui avremmo dovuto indirizzare la parolaconfortatrice ed animatrice. E siccome, per venire in devoto pellegrinaggio,avete scelto la solenne festa di Cristo Ee, Ci è parso convenientedi cercare nella sacra liturgia odierna qualche pensiero da proporrealla vostra meditazione, per indurvi a riaffermare apertamente la vostrafede nella divina regalità di Gesù, dimostrando in pari tempo la vostravolontà di essergli sudditi fedeli. Così, mentre la liturgia canta le lodi diquesto eccelso Sovrano, e aduna tutta la Chiesa, e con essa tutto il creato,in atto di universale omaggio, voi non vi contenterete di onorare con leparole il (( Re dei re e Signore dei dominanti », 2ma accompagneretequesta manifestazione esterna di lode con la reale sottomissione dellavostra vita a Lui, e vi impegnerete con Lui ad operare generosamente,metodicamente, affinchè venga riconosciuto ed accolto il suo regno fragli uomini. E questa l'ansia continua della Nostra anima, la mètasospirata di ogni Nostra cura pastorale, mentre si fa sempre più vivain Noi la percezione che gli uomini stiano attendendo — sia purespesso inconsciamente — l'avvento del regno di Cristo. Basta saper guardare,basta riflettere seriamente, per accorgersi che fra tanti scettrimiseramente infranti, fra tante regge rimaste deserte, Gesù solo vedeaumentare l'estensione del suo dominio e confermarsi la fedeltà deisuoi sudditi; Egli solo vede dispersi i suoi nemici; mentre il suo tronodivino è sempre solido, il suo pacifico scettro sempre fermo. « Ilregno di Lui non avrà mai fine » ; canta con indistruttibile fiduciala Chiesa, facendo eco alle parole dell'Arcangelo Gabriele, che ne diedel'annunzio a Maria : « Et regni eius non erit finis ». 3Prato dovrà distinguersinell'invocarne l'avvento, nello spianargli la via, nell'accoglierloa festa; Prato deve impegnarsi oggi solennemente a unaazione costante di difesa, di conquista, di positiva costruzione : dovete1232 Cor. 11, 28.Apoc. 19, 16.Luc. 1, 33.

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