Visualizza/apri - ART - Università degli Studi di Roma Tor Vergata

“sembrano” cantare dolcemente, vv. 205-6:…qeaì d’ xÁrcon ¢oidÁj /
Moàsai Pier…dej, ligù melpoménVj iku‹ai. Esiste dunque un
antecedente ad Apollonio anche per quel che concerne l’ illusorietà
sprigionata da immagini che paiono emettere suoni 376 .
Tuttavia, l’ esaltazione del verismo delle figure, pur cominciando ad
esternarsi già in epoca arcaica, è più propriamente un tratto topico dell’
œkfrasij alessandrina.
La constatazione del realismo delle immagini si tramuta infatti, nei
brani ecfrastici alessandrini, in vera e propria enfasi, che si esplica
anche tramite l’ impiego di uno specifico lessico che mira a mettere in
luce questo aspetto. Nel quarto mimiambo erondeo 377 , vv. 72-73, in
riferimento ai quadri di Apelle, Cinno esclama: ¢lhqinaí, fílh, gàr aƒ
'Efesíou ceîrej / æj p£nt’ 'Apelléw gr£mmat’: ...; nell’ Idillio XV
del Corpus teocriteo, ammirando i disegni sugli arazzi all’ interno del
palazzo di Alessandria, Prassinoa, una delle due donne siracusane
protagoniste del mimo, osserva, v. 78-83: (Prax.) pÒtni’ 'Aqana…a,
po‹a… sf’ pÒnasan œriqoi / po‹oi zJogr£foi t¢kribéa gr£mmat’
œgrayan. / æj œtum’ ˜st£kanti, kaì æj œtum’ ndineànti / œmyuc’,
oÙk nufant£. sofÒn ti crÁm’ ¥nqrwpoj. In modo simile si
esprimono anche Erinna e Nosside a proposito di due ritratti 378 di
donne: Erinna, A. P. VI, 352, 3-4: taÚtan goàn tÚmwj tàn parqénon
Óstij œgrayen, / a„ kaÙdàn potéqhk’, Ãj k’ 'Agaqarcìj Óla;
Nosside, A.P. VI, 353: AÙtomélinna tétuktai: ‡d’ æj ¢ganòn tò
prÒswpon / ¢mè potopt£zein meilic…wj dokéei / æj tÚmwj qug£thr
t´ matéri p£nta potókei.
Come si può constatare, gli aggettivi impiegati in questi passi, ¢lhqinój,
œtumoj e il corrispondente avverbio tÚmwj, così come la forma avverbiale
teÒn impiegata da Apollonio nella clausola æj teÒn per del v. 763, sono
tutti termini attinenti alla sfera semantica dell’ ÞlÔqeia 379 . L’ esaltazione
Su questo argomento cfr. Becker, 1992, pp. 5-24. Cfr. anche Theocr. I, 41, in relazione alla figura del
vecchio incisa sul kissÚbion: ñ présbuj kámnonti tò karteròn Þndrì oikèj.
376 Cfr. anche Herod. IV, 32-33: prò tîn podîn goàn e‡ ti m¾ l…qoj, toÜrgon, / re‹j, lal»sei (…).
377 Per l’ analisi del passo vedi supra cap. III.
378 Cfr. anche il commento al ritratto di Batale da parte di Coccale nel quarto mimimabo erondeo, vv. 37-
38: eê mÔ tij aÙtÕn e%ide Batálhn, bléyaj / j toûto tò eêkÒnisma mÕ t[úm]hj deísqw.
379 Peraltro nella descrizione della terza scena raffigurata sul manto di Giasone, vv. 742-46, in
riferimento all’ immagine di Afrodite specchiata nello scudo di Ares, Apollonio impiega l’ aggettivo
109