Visualizza/apri - ART - Università degli Studi di Roma Tor Vergata
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valore formulare che si è constatato a proposito della iunctura e„ teÒn<br />
nel precedente paragrafo. Nell’ esporre ad Eeta la genealogia <strong>di</strong><br />
Giasone, Argo non formula infatti alcun dubbio sulla <strong>di</strong>scendenza dell’<br />
eroe da Esone e Creteo, la cui realtà oggettiva gli è altresì chiaramente<br />
nota, bensì ne rimarca la veri<strong>di</strong>cità al fine <strong>di</strong> indurre Eeta ad<br />
acconsentire alla richiesta <strong>degli</strong> Argonauti, proprio in virtù della<br />
parentela tra Giasone e i figli <strong>di</strong> Frisso 390 .<br />
Il sintagma e„ t»tumon è già presente in Omero in un passo in cui<br />
risulta dotato del medesimo valore “affermativo” che si è constatato a<br />
proposito <strong>di</strong> e„ teÒn 391 , Il. XIII, 111: ¢ll’ e„ d¾ kaì p£mpan<br />
t»tumon a‡tioj sti / ¼rwj 'Atre@idhj (…). Rievocando l’ ingiustizia<br />
commessa da Agamennone nei confronti <strong>di</strong> Achille, Poseidone, lungi<br />
dallo smentire la responsabilità dell’ Atride, ne rimarca al contrario in<br />
questi versi la veri<strong>di</strong>cità della piena colpevolezza. È questo tuttavia l’<br />
unico caso, sia all’ interno dell’ Iliade che dell’ O<strong>di</strong>ssea, in cui Omero<br />
pre<strong>di</strong>lige il sintagma e„ t»tumon in luogo della consueta iunctura e„<br />
teÒn.<br />
Tale uso lessicale viene con<strong>di</strong>viso anche da Apollonio. La scelta dell’<br />
alessandrino <strong>di</strong> sfruttare in questo passo l’ aggettivo t»tumoj risponde<br />
con ogni probabilità principalmente a criteri <strong>di</strong> convenzione linguistica,<br />
che pur traendo origine da Omero appartengono anche alla letteratura<br />
successiva. È stato infatti osservato 392 che l’ attributo t»tumoj, benché<br />
scisso da e„, nell’ ambito della letteratura greca risulta spesso<br />
impiegato nei contesti in cui vengano menzionate le genealogie per<br />
confermare la veri<strong>di</strong>cità <strong>di</strong> una <strong>di</strong>scendenza, come nel caso del passo<br />
apolloniano.<br />
In Od. IV, 157, a proposito della consanguineità tra Telemaco e<br />
O<strong>di</strong>sseo, il figlio <strong>di</strong> Nestore, Pisistrato, commenta: keínou méntoi Ód’<br />
390<br />
Giasone era infatti nipote <strong>di</strong> Creteo, padre <strong>di</strong> suo padre Esone e fratello <strong>di</strong> Atamante. Atamante era il<br />
padre <strong>di</strong> Frisso, marito <strong>di</strong> Calciope, figlia <strong>di</strong> Eeta. Dall’ unione tra Frisso e Calciope erano nati Argo,<br />
Frontide, Citissoro e Melas, cugini <strong>di</strong> Giasone. Sui legami familiari tra Giasone e i figli <strong>di</strong> Frisso, e fra<br />
essi ed Eeta, cfr. II, 1140-1164.<br />
391<br />
Hopkinson 1984, p. 159, osserva che “use of e„ or e‡per in such appeals serves rather to reinforce<br />
than to cast doubt on the truth”.<br />
392<br />
Cfr. Garvie, 1986, p. 310.<br />
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