Visualizza/apri - ART - Università degli Studi di Roma Tor Vergata
Visualizza/apri - ART - Università degli Studi di Roma Tor Vergata
Visualizza/apri - ART - Università degli Studi di Roma Tor Vergata
Create successful ePaper yourself
Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.
II, 209-213<br />
“Klûte, Panell»nwn proferéstatoi, e„ teÒn d¾<br />
o†d’ Øme‹j oÞj d¾ kruerÍ basilÁoj fetmÍ<br />
'Argóhj pì nhÒj ¥gei metà kîaj 'I»swn<br />
Øme‹j ¢trekéwj: œti moi nÒoj o%iden ›kasta<br />
Îsi qeoprop…Vsi: (…).<br />
“Ascoltatemi, voi che siete i più pro<strong>di</strong> <strong>di</strong> tutta la Grecia, / se siete<br />
davvero quelli che per un duro comando regale, / sulla nave Argo,<br />
Giasone porta al vello d’ oro. / Ma certo lo siete; ancora la mia mente<br />
conosce tutte le cose / per scienza <strong>di</strong>vina (…)”.<br />
Come si è constatato 473 , tramite l’ impiego del sintagma e„ teÒn d» al<br />
v. 209, Fineo non manifesta alcuna perplessità sull’ identità <strong>degli</strong><br />
Argonauti. L’ indovino ne sancisce infatti la realtà oggettiva, a lui<br />
chiaramente nota grazie all’ onniscienza concessagli dagli dei, per<br />
mezzo dell’ avverbio ¢trekéwj, al v. 212: Øme‹j ¢trekéwj 474 .<br />
Il v. 212 risulta <strong>di</strong>viso in due segmenti. Nel secondo l’ accento viene<br />
posto sulla scienza dell’ indovino – œti moi nÒoj o%iden ›kasta – che<br />
essendo <strong>di</strong> matrice <strong>di</strong>vina gli consente <strong>di</strong> <strong>di</strong>scernere la verità. Nel<br />
primo l’ accento batte invece sull’ identità <strong>degli</strong> Argonauti, la cui<br />
autenticità viene appunto riconosciuta grazie ai poteri <strong>di</strong>vinatori <strong>di</strong><br />
Fineo.<br />
Tramite l’ avverbio ¢trekéwj Fineo constata dunque che gli uomini al<br />
suo cospetto sono “veramente”, cioè “esattamente, precisamente” gli<br />
Argonauti.<br />
473 Ve<strong>di</strong> supra.<br />
474 Il contesto sintattico in cui è inserito ¢trekéwj – Øme‹j ¢trekéwj – ove si<br />
constata l’ ellissi del verbo e„mì, cui fa riferimento l’ avverbio, richiama alla mente<br />
un verso teognideo, 636, in cui il poeta megarese, dopo aver menzionato gli ¢gaqo…<br />
osserva: o‰ nàn n pollo‹j ¢trekéwj Ñl…goi.<br />
149