Visualizza/apri - ART - Università degli Studi di Roma Tor Vergata

II, 311-16
“Klûté nun oÙ mèn p£nta pélei qémij Ümmi daÁnai
¢trekéj: Óssa d’ Ôrwre qeo‹j f…lon, oÙk pikeÚsw.
;Aas£mhn kaì prÒsqe Diòj nÒon ¢fradíVsi
cre…wn ˜xe…hj te kaì j téloj < ïde gàr aÙtòj
boÚletai ¢nqrèpoij pideuéa qésfata fa…nein
mantosÚnhj, †na ka… ti qeîn catéwsi nÒoio.
“Ascoltatemi: non è lecito a voi sapere ogni cosa / precisamente, ma
quanto agli dei piace rendervi noto, / non vi terrò nascosto: un’ altra
volta ho peccato svelando, / per mia stoltezza, in ordine e sino alla fine
il disegno di Zeus; / lui così vuole, che si diano agli uomini oracoli
monchi, / perché abbiano sempre bisogno del soccorso divino”.
La forma avverbiale ¢trekéj, in modo simile al passo precedente, viene
qui posta da Apollonio in relazione a un verbo – daÁnai 468 – che indica
una facoltà cognitiva.
L’ indovino Fineo, accingendosi a profetizzare sull’ imminente impresa
degli Argonauti, puntualizza la necessità della sua reticenza su alcuni
dei disegni divini, determinata dalla volontà di Zeus, trasgredendo la
quale l’ indovino ha suscitato in passato la terribile punizione del dio.
Nel seguito del suo discorso Fineo, pur preannunciando con estrema
precisione tutto il viaggio di andata, ometterà gli eventi di Colchide,
nonché numerosi dettagli del tragitto di ritorno. L’ avverbio ¢trekéj
esprime così l’ idea di una “completezza” della conoscenza, ovvero di
una puntualità, in opposizione non ad una mancanza di verità, cioè ad
una menzogna o a un inganno, bensì ad un omissione. La verità, benché
frammentaria, verrà infatti comunicata agli eroi senza errore. In questo
caso l’ avverbio assolve alla medesima funzione che esso possiede in
468
Il verbo daÁnai è di matrice epica. Cfr. Il. III, 208; II, 299; XVI, 423; XXI, 487; Od. IX, 280; IV,
493; III, 187; VI, 233; VIII, 134, 146, 448; XVI, 316; XVII, 519; XIX, 325; XX, 72; XXIII, 160; H.
Merc. 483; Aesch. Ag. 123; Choeph. 603; Soph. El. 169; Pind. O. 7, 53, 91 ; A. R. 1, 724; 2, 415; 4, 989.
Theocr. 8,4; 24, 129; 28, 19.
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