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IV, 257-58 nissÒmeq’ ; OrcomenÒn, tÕn œcraen Ümmi perÁsai nhmert¾j Óde m£ntij Ót_ xunébhte p£roiqen. “Noi siamo diretti a Orcomeno predettaci come destinazione / dall’ infallibile vate nel quale vi imbatteste 438 ”. Se nei contesti linguistici sin qui analizzati ove compare l’ aggettivo nhmertÔj, si è riscontrata prevalentemente una tendenza al “presque- homérique”, nel caso di IV 257 – ove Argo, rievocando la profezia di Fineo sull’ itinerario di ritorno degli Argonauti, gli attribuisce la definizione di nhmert¾j m£ntij – l’ adeguamento di Apollonio alla dizione epica tradizionale appare ancor più netto. L’ aggettivo nhmertÔj, che qui viene sfruttato in qualità di epiteto di un m£ntij, risulta essere infatti il più consueto fra quelli adottati nell’ epica in relazione alla veridicità di un indovino. In Od. IV, 349, Proteo 439 , divinità dotata di capacità profetiche, viene definito gérwn ¤lioj nhmertÔj. In Il. XVIII, 46, NhmertÔj è teonimo di una delle Nereidi compagne di Teti, nome che verosimilmente fa riferimento a poteri divinatori 440 , così come quello della Nereide ;AyeudÔj menzionata nello stesso verso. Il teonimo NhmertÔj viene impiegato a proposito di una Nereide anche da Esiodo, Theog. 262: NhmertÔj q’, ¿ patròj œcei nÒon ¢qanátoio. Tale nome viene giustificato da Esiodo in virtù della parentela della ninfa con Proteo/Nereo, così descritto in Theog. 233-236: Nhréa d’ ¢yeudéa kaì ¢lhqéa ge…nato PÒntoς / … / oÜneka nhmert»j te kaì ½pioj (…), Inoltre, come si è constatato a proposito di IV, 810, nhmert»j risulta essere l’ aggettivo maggiormente sfruttato nell’ Odissea a proposito dei responsi profetici, riscontrandosi relativamente alle parole di Tiresia, Circe e Calipso 441 , ed Apollonio stesso lo riferisce due volte alla divina parola di Era. 438 Traduzione di E. Livrea, op. cit. 439 Cfr. IV, 384; 401; 542. 440 Su questo argomento cfr. Levet, op. cit., pp. 145; Luther, op. cit., pp. 41-42. Cfr. Hes. Theog. 262. 441 Vedi supra. 133
Se dunque Teocrito 442 , nell’ ambito dell’ epillio rappresentato dal carme XXIV, battezzando Tiresia m£ntin Þlaqéa pánta légonta, conia un sintagma, che pur prendendo la veste di un’ epitetazione, piega e innova le trame linguistiche tradizionali, soprattutto tramite l’ impiego di un aggettivo – ÞlaqÔj – mai impiegato nell’ epos per la connotazione della parola profetica 443 , Apollonio, definendo Fineo nhmert¾j m£ntij, manifesta ancora una volta l’ intento emulativo nei confronti della dizione epica, che contraddistingue tutta l’ opera sua. 442 Vedi supra cap. II. 443 L’ aggettivo ÞlhqÔj risulta impiegato per contraddistinguere la parola profetica solo da Esiodo, che lo sfrutta quale attributo di Nereo/Proteo, Theog. 233: Nhréa d’ ¢yeudéa kaì ¢lhqéa ge…nato PÒntoς. In H. Merc. 560-61, si riscontra la presenza del sostantivo Þlhqe…h in relazione alla veridica profezia delle api sazie di miele: aë d’ Óte mèn qu…wsin ædhdu‹ai méli clwrón / profronéwj qélousin Þlhqe…hn ¢goreÚein. Si tratta tuttavia degli unici due casi riscontrabili in Omero ed Esiodo. Solo successivamente il termine ÞlhqÔj verrà impiegato per contrassegnare una verità diramata dagli dei; cfr. Soph. Phil. 991-993: (FI) % W mîsoj, o*ia kÞxaneurískeij légein / qeoùj proteínwn toùj qeoùj yeudeîj tíqhj. / (OD) OÜk, Þll’ Þlhqeîj. `H d’ Ðdòj poreutéa; Eur. Ion. 1537: ñ qeòς ÞlhqÕj À m£thn manteÚetai; Hel. 1150: tò tîn qeîn d’ œpoj ¢laqèj háron. 134
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Epigramma XVIII Náxioj o÷k æpì
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Epigramma XIII % H ·’ ÙpÕ soˆ
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CAPITOLO II Teocrito: Þl£qeia/ Þ
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Idillio XXIX, 1-3 O‡noj ð f…le
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serie di riflessioni intorno al cod
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Idillio XIII, 14-15 æj aÙtù kat
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fondamentalmente divenire Þgaqòj
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Poiché in questa iniziale sezione
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CAPITOLO III Eronda: ¢lhqeíh/Þlh
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umana. Analogamente, se riferiti a
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BIBLIOGRAFIA EDIZIONI, TRADUZIONI E
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A. D. Knox-W. Headlam, Herodas, the
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P. Bing, The Well-Read Muse. Presen
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M. Di Marco, Il proemio dell’ Ila
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M. A. Harder, “Generic Games” i
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L. Malten, Ein neues Bruchstück au
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R. Scodel, Wine, Water and Antheste
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G. Zanker, Realism in Alexandrian p
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c - ¢trek»j p. 188 V. 2 - Teocrit
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