Visualizza/apri - ART - Università degli Studi di Roma Tor Vergata

La iunctura omerica eê æteón non compare altrove nel corpus
teocriteo 637 . Tuttavia il valore formulare e affermativo della iunctura,
constatatosi a proposito di Apollonio 638 , va ravvisato anche a proposito
del sintagma eê æteón per contenuto al v. 173. L’ utilizzazione del
nesso eê æteón si riscontra infatti in diversi ambiti “epici”, sempre con
la stessa funzione “retorica”, e in virtù del suo colorito omerico e del
suo sapore para-formulare. Oltre ad Apollonio, in cui l’incidenza della
iunctura è piuttosto rilevante, e al carme XXV del corpus teocriteo,
essa si incontra anche in Arato, 30: eê æteòn d», / Kr»thqen ke‹nai ge
Diòj megálou „Òthti / oÙranòn e„sanébhsan (…), e successivamente
verrà ereditata da Nonno 639 .
Nel precedente capitolo si è osservato che la iunctura eê æteón funge a
rinvigorire un’ affermazione dando rilievo al concetto espresso. Il
sintagma eê æteón per, sebbene dotato come di consueto di scarsa
pregnanza, viene infatti qui inserito verosimilmente allo scopo di
battere l’ accento sull’ illustre stirpe di Eracle, che discende da
Perseo 640 , non di mettere in discussione la genuinità del ricordo di
Fileo, né tantomeno la veridicità della discendenza dell’ eroe da Perseo.
637
Né vi si riscontra l’ uso dell’ aggettivo teÒj scisso da eê.
638
Vedi supra cap. IV.
639
Cfr. 3.160, 314; 11. 296; 25. 33; 35.111; 42. 377.
640
La madre di Eracle, Alcmena, e il suo padre putativo Anfitrione erano infatti entrambi nipoti di
Perseo e Andromeda.
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