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Visualizza/apri - ART - Università degli Studi di Roma Tor Vergata

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ultraterreno. La veri<strong>di</strong>cità <strong>di</strong> tale messaggio viene accentuata dal poeta<br />

me<strong>di</strong>ante l’ opposizione tra il sintagma lÒgoj ¢lhqinÒj e i precedenti<br />

yeûdoς e mûqoς con cui vengono bollate e demitizzate le false credenze<br />

sull’ al<strong>di</strong>là, e il successivo ¹dùς (lógoς) che introduce l’ enigmatica<br />

pointe dell’ epigramma. Se i sostantivi yeûdoς e mûqoς 114 ,<br />

rappresentano la naturale e comune antitesi al sintagma lÒgoj<br />

¢lhqinÒj, la iunctura ¹dùς lógoς del verso successivo viene ad<br />

assumere il senso <strong>di</strong> “menzogna” proprio in virtù della sua opposizione<br />

a lÒgoj ¢lhqinÒj. La contrapposizione tra questi due sintagmi, a<br />

conferire a ¹dùς il valore <strong>di</strong> yeudÔς, compare già in Erodoto 7.101.3:<br />

basileà, kÒtera ¢lhqe…+ crÔsomai pròj sé ½ ¹donÍ; ed Eschine<br />

3.127: pÒtera t¢lhqèj e‡pw ½ tÕ ¼<strong>di</strong>ston ¢koàsai. In ognuno <strong>di</strong><br />

questi casi il “<strong>di</strong>scorso piacevole”, “allettante”, si caratterizza come<br />

irreale in quanto viene presentato come opzione alternativa all’<br />

esposizione <strong>di</strong> una verità sgra<strong>di</strong>ta, cioè come ciò che l’ ascoltatore<br />

desidererebbe u<strong>di</strong>re, ma che non corrisponde con la realtà.<br />

L’ ¹dùς lógoς che Callimaco presenta qui come alternativa all’ amara<br />

verità che nulla esiste oltre la morte, si concretizza tuttavia in un<br />

messaggio – Pella…ou boàj mšgaj e„n 'Aΐd+ – <strong>di</strong> non semplice<br />

comprensione. La controversa pointe <strong>di</strong> questo epigramma ha suscitato<br />

infatti le più <strong>di</strong>sparate ipotesi interpretative. L’ ipotesi più plausibile, e<br />

accolta dalla maggior parte dei commentatori, è quella <strong>di</strong> G. Kaibel 115 ,<br />

che, ravvisando in Pellaίou un genitivus pretii da Pella‹oς, moneta<br />

<strong>di</strong> vile valore battuta a Pella e raffigurante un bue, fa riferimento alla<br />

suggestione letteraria esercitata dai poeti comici 116 , <strong>di</strong>venuta topica,<br />

sull’ economicità delle cose nell’ Ade. In tal modo l’ Alessandrino<br />

114<br />

Oltre al significato generico <strong>di</strong> “parola”, “<strong>di</strong>scorso”, “racconto”, il termine mûqoς, fin quasi dalle sue<br />

origini ebbe quello specifico <strong>di</strong> “racconto favoloso” “leggenda”, “finzione”: cfr. ad es. Pind. Ol. 1. 29;<br />

Herodot. 2. 45; Demosth. 50, 40. Plat. Resp. 330d; 377a ; Leg. 636c; Tim. 22c (ove viene contrapposto<br />

proprio ad ÞlhqÔj: toàto mÚqou mèn scÁma œcon légetai, tò dè ¢lhqéς èsti...)<br />

76 1896, pp. 265-66. Già F. Jacobs, ap. Dübner II, p. 483, aveva interpretato Πελλαίου come un<br />

genitivo <strong>di</strong> prezzo.<br />

116<br />

Dalla testimonianza <strong>di</strong> Ateneo, 14, 646 c, sappiamo che Ferecrate in una comme<strong>di</strong>a intitolata<br />

Κραpátaλοi aveva inventato un sistema monetale in vigore nell’ Ade dallo scarsissimo valore (fr. 86<br />

K.-A.). Su questo argomento cfr. Caccamo Caltabiano-Ra<strong>di</strong>ci Colace, 1987, pp. 971-979.<br />

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