Visualizza/apri - ART - Università degli Studi di Roma Tor Vergata
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veri<strong>di</strong>cità oggettiva dei contenuti trattati dallo storico locale, bensì,<br />
proprio in virtù del loro carattere inverosimile, egli intende rilevare la<br />
loro attestazione negli autori precedenti.<br />
Evidenziando lo scrupolo – memelhménoj – col quale Xenomede si è<br />
volto ad altre fonti, la cui realtà dell’ esistenza è dunque allusa dal<br />
termine thtum…h 581 , Callimaco intende verosimilmente sancire l’<br />
atten<strong>di</strong>bilità dello storico locale, alla luce della correttezza della sua<br />
documentazione e del suo zelo investigativo; lo stesso zelo che, volto al<br />
servizio del recupero della tra<strong>di</strong>zione, contrad<strong>di</strong>stingue l’ intera opera<br />
callimachea 582 .<br />
Più in particolare, per ciò che concerne la scelta del termine thtum…h,<br />
conio callimacheo deaggettivale <strong>di</strong> t»tumoj, che in questo autore<br />
costituisce un hapax 583 , mi sembra che essa risponda a un preciso<br />
criterio <strong>di</strong> natura semantica. Come si è rilevato nel precedente<br />
capitolo 584 , nonché nel precedente paragrafo, fra il lessemi afferenti alla<br />
sfera semantica della “verità” l’aggettivo t»tumoj risulta essere quello<br />
più comunemente sfruttato dagli autori greci all’ interno dei contesti<br />
genealogici 585 , allo scopo <strong>di</strong> fornire garanzia sull’ autenticità <strong>di</strong> una<br />
<strong>di</strong>scendenza 586 . Mi sembra pertanto che il conio callimacheo potrebbe<br />
giustificarsi alla luce <strong>di</strong> un marcato intento allusivo alle tematiche<br />
affrontate da Xenomede, il quale, nella sua cronaca, si era de<strong>di</strong>cato alle<br />
genealogie delle famiglie più illustri <strong>di</strong> Ceo 587 .<br />
Se dunque, a livello generico, col sintagma thtumí+ memelhménoj<br />
Callimaco allude all’atten<strong>di</strong>bilità <strong>di</strong> Xenomede in virtù del suo<br />
atteggiamento scrupoloso nei confronti delle fonti precedenti o<br />
contemporanee, in modo più sottile egli sembra alludere anche alla<br />
581<br />
O, naturalmente, thtum…a. Ho inserito la forma thtum…h in virtù del colorito ionico che<br />
caratterizza il componimento.<br />
582<br />
La menzione <strong>di</strong> Calliope, nominata in virtù del carattere mitistorico del resoconto, è forse funzionale<br />
a stemperare l’eccessiva nettezza con cui Callimaco proclama la sua fonte svelandola, e dunque a<br />
rimarcare l’originalità del suo contributo; al contempo la Musa potrebbe rappresentare l’ipostasi della<br />
tra<strong>di</strong>zione.<br />
583<br />
Il termine si riscontra successivamente solo in Giuliano Prefetto A.P. 9, 771; Nonno, Ev. c. 7, 68;<br />
Max. 462; Orph. fr. 280. 7.<br />
584<br />
Ve<strong>di</strong> supra cap. IV.<br />
585<br />
Cfr. anche infra fr. 612 Pf.<br />
586<br />
Come si è visto, già a partire da Omero.<br />
587<br />
Cfr. supra, n. 74.<br />
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