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Visualizza/apri - ART - Università degli Studi di Roma Tor Vergata

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Ciò che tuttavia si può certamente affermare è che le donne vengono<br />

<strong>di</strong>pinte dal poeta con mani altrettanto ¢lhqinaí quanto quelle <strong>di</strong><br />

Apelle.<br />

Il ritratto <strong>di</strong> Coccale e Cinno riesce oltremodo veristico grazie al<br />

modello ecfrastico impiegato da Eronda. Quella adottata dal<br />

mimiambografo è infatti un’ œkfrasij <strong>di</strong> tipo <strong>di</strong>alogico, la quale si<br />

<strong>di</strong>stanzia dalla quella <strong>di</strong>egetica <strong>di</strong> stampo tra<strong>di</strong>zionale 278 poiché<br />

consente al poeta <strong>di</strong> “ritrarre” le reazioni emotive delle protagoniste <strong>di</strong><br />

fronte all’opera d’ arte; avviene così che la meraviglia e lo<br />

sbigottimento delle donne <strong>di</strong> fronte alle immagini, nonché la loro<br />

vivacità espressiva nel commentare ciò che esse vedono, <strong>di</strong>vengano essi<br />

stessi elementi realistici. Tale modalità descrittiva viene adottata anche<br />

da Teocrito nell’ I<strong>di</strong>llio XV, 78-86, ove vengono fotografate le reazioni<br />

delle due popolane <strong>di</strong> fronte al realismo dei <strong>di</strong>segni ricamati sugli<br />

arazzi all’ interno del palazzo <strong>di</strong> Alessandria 279 . In entrambi i casi<br />

l’attenzione del poeta risulta primariamente concentrata non<br />

sull’oggetto su cui si posa lo sguardo dei personaggi, bensì sul modo in<br />

cui viene percepito ciò su cui si posa lo sguardo; ne risulta un “affresco<br />

poetico” carico <strong>di</strong> <strong>di</strong>namicità e vivezza, ancora assenti nei brani<br />

ecfrastici delle epoche precedenti.<br />

Nell’ œkfrasij alessandrina il realismo trova dunque massima<br />

espressione. Ciò si può considerare in parte riflesso delle suggestioni<br />

esercitate da un’arte che si sostanziava nella precisione e nell’attenta<br />

cura del dettaglio, ma si deve soprattutto ritenere il risultato dell’<br />

anelito dei poeti a rendere i loro versi verosimili quanto la pittura<br />

dell’epoca.<br />

In tal senso una consonanza tra Apelle ed Eronda è senza dubbio<br />

ravvisabile: essa consiste in quell’aspirazione alla verosimiglianza che<br />

in epoca ellenistica contrad<strong>di</strong>stingue tanto l’arte quanto la poesia 280 .<br />

278 Cfr. la descrizione dello scudo <strong>di</strong> Achille, contenuta in Il. XVIII, 483-607, o dello scudo <strong>di</strong> Eracle<br />

contenuta nello Scudo pseudo-esiodeo, vv. 139-317.<br />

279 Per l’analisi <strong>di</strong> questo passo cfr. infra cap. V.<br />

280 Su questo argomento cfr. Zanker 1987 e 2004.<br />

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