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Édh t£ t’ æÒnta t£ t’ æssÒmena prÒ t’ æÒnta 173 , asserisce più volte l’
autenticità e la veridicità dei messaggi profetici mediante una classe di
lessemi che nel suo vocabolario si trovano in stretto rapporto
sinonimico con la sfera semantica dell’ ÞlÔqeia. In Od. XVII, 154,
Teoclimeno, nell’ atto di profetizzare a Penelope la sorte di Odisseo
osserva: ¢trekéwj g£r toi manteÚsomai o÷d’ æpikeÚsw. In questo
verso vengono utilizzati in relazione al verbo manteÚomai ben due
lessemi in Omero attinenti al campo semantico dell’ ÞlÔqeia: l’
avverbio ¢trekéwj, che dal poeta viene comunemente associato ai verbi
di “dire” per contrassegnare la formulazione di un discorso privo di
errore, inganno e mendacità 174 , e il verbo æpikeÚqw, che in espressioni
negative indica sempre la volontà di rivelare una verità 175 . In Od. IV,
349, Proteo 176 , divinità dotata di capacità profetiche, viene definito
gérwn ¤lioj nhmertÔj; l’ aggettivo nhmertÔj, che rappresenta un
altro dei comuni sinonimi di ÞlhqÔj nel lessico omerico, viene
impiegato anche in relazione alle profezie di Tiresia 177 . In Od., XI, 96,
allorché Odisseo si imbatte nell’ ombra dell’ indovino nell’ Ade, questi
promette all’ eroe di rivelargli veridiche parole riguardo al suo ritorno
ad Itaca: a†matoj Ôfra p…w kaí toi nhmertéa e‡pw; dopo aver
esposto la sua profezia, vv. 100-137, Tiresia ribadisce di aver riferito
un messaggio veritiero, 137: tà dé toi nhmertéa e‡rw 178 .
A Omero si susseguono le testimonianze di Esiodo, Theog. 233-236, che
a proposito di Proteo/Nereo scrive: Nhréa d’ ¢yeudéa kaì ¢lhqéa ge…nato
PÒntoς / presbÚtaton pa…dwn: aÙtàr kaléousi géronta, / oÛneka nhmert»j te
kaì ½pioj, oÙdè qem…stwn / l»qetai, ¢llà d…kaia kaì ½pia d»nea o%iden.; e
173
In modo molto simile si esprime Esiodo in Theog. 31-32: ænépneusan dé moi a÷dÕn / qéspin, †na
kle…oimi t£ t’ æssÒmena prÒ t’ æÒnta. Il vate e il poeta erano accomunati da prerogative molto simili.
Entrambi divinamente ispirati - il vate da Apollo, il poeta dalle Muse – possedevano la conoscenza degli
eventi passati e futuri, nonché la capacità di decodificare il presente. Per l’ associazione tra il vate e il
poeta cfr. anche Pindaro, Pae. VI, 6: Þoídimon Pierídwn prof£tan; Id. fr. 150 Rutherford: manteúo,
Moîsa, profateÚsw d’ gÍ; Plat. Ap. 22b-c: ‡Egnwn oân a%u kaì perì tîn poihtîn n ðl…g_
toûto, Óti oÙ sof…= poioîen § poioîen, ¢llà fÚsei tinì kaì nqousi£zontej ésper oƒ
qeom£nteij kaì oƒ crhsm_doí.
174
Sull’ incidenza di questo avverbio in Omero cfr. Levet, op. cit., pp. 124-138.
175
Cfr. ad es. Il. V, 815; Od. IV, 744; V, 143-144. Per altri esempi cfr. Levet, op. cit. pp. 118-121.
176
Cfr. IV, 384; 401; 542.
177
Alcuni studiosi hanno peraltro postulato un vero e proprio parallelismo tra le profezie di Proteo a
Menelao e quelle di Tiresia a Odisseo. Su questo argomento cfr. ad es. Plass, 1969, p. 104.
178
Odisseo si rammenterà delle predizioni di Tiresia in Od. XII, 271-272: kékluté meu mÚqwn, kak£
per p£scontontej ˜ta‹roi, / Ôfr’ Ûmin e‡pw mant»ïa Teiresíao.
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