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Visualizza/apri - ART - Università degli Studi di Roma Tor Vergata

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un libro per noi perduto 271 per applicarli anche alla letteratura –, è stata<br />

così decisamente scartata 272 . Ne sono stati addotti a riprova l’ umorismo<br />

e il <strong>di</strong>stacco con cui Eronda <strong>di</strong>pinge Cinno, a motivo dei quali essa<br />

<strong>di</strong>fficilmente potrà interpretarsi come un’ incarnazione dell’ autore. La<br />

strenua <strong>di</strong>fesa dell’ ÞlÔqeia 273 da parte <strong>di</strong> questo personaggio è stata<br />

così recentemente giu<strong>di</strong>cata 274 più come elemento funzionale alla sua<br />

caratterizzazione, che non come il <strong>di</strong>segno da parte <strong>di</strong> Eronda 275 <strong>di</strong> farsi<br />

portavoce <strong>di</strong> un manifesto poetico.<br />

Inoltre, per quanto Eronda possa essere stato a conoscenza della<br />

polemica che si stava consumando in quegli anni tra i sostenitori della<br />

corrente artistica rappresentata principalmente dal pittore Nicia, fautore<br />

<strong>di</strong> uno stile e <strong>di</strong> una tendenza <strong>di</strong> stampo arcaico, e quelli <strong>di</strong> Apelle,<br />

maggiormente orientato verso soggetti <strong>di</strong> carattere quoti<strong>di</strong>ano, e dunque<br />

più vicino al gusto delle masse in quanto più realistico 276 , va osservato<br />

che l’ aggettivo ¢lhqinój si riferisce in questo contesto non tanto ai<br />

soggetti rappresentati, quanto alla tecnica <strong>di</strong> rappresentazione <strong>degli</strong><br />

stessi, come testimonia la presenza del sostantivo gr£mmata, che qui<br />

in<strong>di</strong>ca i “singoli tratti del <strong>di</strong>segno 277 ”. Le mani <strong>di</strong> Apelle sono dunque<br />

¢lhqinaí poiché “tecnicamente realistico”, e non “contenutisticamente<br />

realistico”, è il lavoro da esse prodotto.<br />

Risulta pertanto <strong>di</strong>fficile stabilire se in questi versi Eronda arrivi a<br />

formulare per bocca <strong>di</strong> Cinno le proprie teorie estetiche esponendo un<br />

vero e proprio Programmge<strong>di</strong>cht, soprattutto a causa dello humour con<br />

cui è presentato questo personaggio.<br />

271 Dalle fonti antiche sappiamo infatti che Apelle fu autore <strong>di</strong> un libro in cui esponeva i principi della<br />

sua riforma pittorica, le cui linee essenziali sono state ricostruite dal Luria, op. cit., tramite le risonanze<br />

colte in altri autori.<br />

272 Allo stesso modo, è stata respinta l’ ipotesi, sostenuta soprattutto dal Luria, op. cit., <strong>di</strong> un impegno<br />

del poeta a favore <strong>di</strong> un’arte popolare.<br />

273 Cfr. n. 19.<br />

274 Cfr. n. 23.<br />

275 Peraltro si può mettere in parallelo a questo il passo delle Siracusane teocritee, XV 78-83, in cui<br />

Gorgò e Prassinoa descrivendo gli arazzi all’ interno del palazzo <strong>di</strong> Alessandria, ben lungi dal<br />

rappresentare il giu<strong>di</strong>zio artistico <strong>di</strong> Teocrito, riproducono al contrario la prospettiva della gente<br />

comune: cfr. n. 22.<br />

276 Come è il caso proprio del quadro descritto in questo mimiambo, che riproduce una scena <strong>di</strong><br />

sacrificio, e dunque tratta dalla vita <strong>di</strong> tutti i giorni.<br />

277 Così come in Theocr. XV, 81; Erinna A. P. VI, 352, 1. Col termine tà gr£mmata si in<strong>di</strong>cavano<br />

infatti anche i vari tipi <strong>di</strong> pittura.<br />

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