Visualizza/apri - ART - Università degli Studi di Roma Tor Vergata
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V. 1. c - ¢trek»j<br />
Callimaco,Inno V, 137-139<br />
œrcet’ 'Aqanaía nàn ¢trekéj: ¢llà décesqe<br />
tàn qeón, ð kîrai, tðrgon Ósaij méletai<br />
sÚn t’ eÙagor…v sÚn t’ eÜgmasi sÚn t’ Ñloluga‹j.<br />
“Adesso Atena arriva davvero. Orsù accogliete / la dea, voi, fanciulle,<br />
che avete tale incombenza, con grida pie, e preghiere ed urla <strong>di</strong> gioia”.<br />
L’ Inno V, Per i lavacri <strong>di</strong> Pallade, trova ambientazione ad Argo 618 , ove<br />
il poeta immagina che abbia luogo una processione in onore <strong>di</strong> Atena, il<br />
cui simulacro viene trasportato fino all’ Inaco per essere spogliato,<br />
lavato, unto e rivestito. Il componimento ha inizio con la descrizione<br />
dei fedeli in attesa dell’ arrivo del Palla<strong>di</strong>on, ovvero della <strong>di</strong>vinità<br />
stessa, presso il fiume Inaco.<br />
L’ avvento <strong>di</strong> Atena viene annunciato fin dai primi versi, vv. 2-3:…t©n<br />
†ppwn ¥rti fruassomen©n/ t©n ƒer©n s£kousa, kaì ¡ qeòj<br />
eÜtukoj ›rpen. Tuttavia, nei versi imme<strong>di</strong>atamente successivi, il<br />
resoconto dell’arrivo della dea viene dal poeta <strong>di</strong>satteso. Adottando una<br />
tecnica “sospensiva”, Callimaco si sofferma altresì sulla descrizione<br />
puntuale <strong>di</strong> alcuni dettagli del rito 619 .<br />
L’ arrivo della dea sembrerebbe poi venir nuovamente annunciato trenta<br />
versi oltre, allorché il poeta introduce mimeticamente l’ invocazione ad<br />
Atena da parte dei fedeli, v. 33: œxiq’ ;Aqanaía< p£ra toi kataqúmioj<br />
‡la. E ancora, nei versi imme<strong>di</strong>atamente successivi, Callimaco si volge<br />
all’ inserimento <strong>di</strong> dati relativi al rito in questione 620 , così come avviene<br />
618 Sebbene non si conoscano altre fonti che attestino la presenza ad Argo <strong>di</strong> simili riti, sappiamo che<br />
essi si svolgevano in altre località, quali ad es. Atene, ove erano conosciuti col nome <strong>di</strong> Plynteria.<br />
619 Ai vv. 4-12 Callimaco descrive l’ usanza <strong>di</strong> strigliare e nettare le cavalle aggiogate al carro destinato<br />
a far calare in acqua la statua della dea, mentre nei successivi venti versi, vv. 13-32, vengono passati in<br />
rassegna gli oggetti necessari alla kósmhsij del Palla<strong>di</strong>on. La puntualità <strong>di</strong> questa descrizione ha<br />
indotto alcuni stu<strong>di</strong>osi a ipotizzare che l’ Inno V sia realmente stato scritto da Callimaco per un’<br />
occasione celebrativa. Su ciò cfr. Bulloch 1985, pp. 4-5.<br />
620 Ai vv. 35-42 Callimaco descrive il trasporto presso l’ Inaco dello scudo <strong>di</strong> Diomede.<br />
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