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Visualizza/apri - ART - Università degli Studi di Roma Tor Vergata

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acriticamente qui si rimette, facendosi garante della “realtà” della sua<br />

esistenza.<br />

Nell’intendere in questo modo la “verità” del mito, ovvero<br />

nell’implicarne e garantirne la realtà dell’esistenza, Apollonio<br />

sembrerebbe palesare un’identità <strong>di</strong> vedute con Callimaco. Ciò che<br />

<strong>di</strong>stingue i due poeti è il fine al quale tendono nel certificare il reale<br />

esistere <strong>di</strong> fonti inerenti l’argomento trattato. Per Callimaco ciò<br />

sembrerebbe comportare principalmente una volontà <strong>di</strong> testimoniare il<br />

pieno possesso e la profonda conoscenza <strong>degli</strong> autori antichi, ovvero<br />

delle ra<strong>di</strong>ci della cultura della quale egli si considera consapevolmente<br />

depositario. Per Apollonio invece, per quanto si evince da IV, 1382-83,<br />

ciò implica fondamentalmente deresponsabilizzarsi della paternità <strong>di</strong><br />

racconti mitici non congruenti con l’impostazione e l’ideologia sottesa<br />

alla sua opera.<br />

Tuttavia, non vi è dubbio che i due autori manifestino una forma mentis<br />

affine, poiché essi risultano allineati nell’eludere il riferimento alla<br />

veri<strong>di</strong>cità oggettiva <strong>di</strong> ciò che definiscono “vero”.<br />

Il <strong>di</strong>stacco critico che essi palesano nei confronti del contenuto del mito<br />

li associa nell’essere figli del loro tempo, un tempo in cui la verità non<br />

si identifica più col valore para<strong>di</strong>gmatico e paideutico della poesia,<br />

bensì col realismo e con l’originalità, intesa come creazione,<br />

innovazione e rielaborazione <strong>di</strong> forme letterarie, pur tuttavia sulla base<br />

<strong>di</strong> modelli la cui presenza costante ne certifica l’esistenza.<br />

I poeti alessandrini non si possono pertanto considerare “maestri <strong>di</strong><br />

verità” alla stregua <strong>di</strong> quelli delle epoche precedenti. Essi sono semmai<br />

rievocatori <strong>di</strong> “verità”, percepite tuttavia come tali, non tanto in virtù<br />

del loro messaggio intrinseco, quanto perché elaborate dagli antichi.<br />

In epoca ellenistica, il concetto <strong>di</strong> verità intrinseca dell’opera letteraria<br />

perde definitivamente la sua astrazione, poiché essa smette <strong>di</strong><br />

coincidere con ciò che è fonte <strong>di</strong> insegnamento per una collettività. La<br />

verità intrinseca della poesia giunge a identificarsi con ciò che è<br />

conforme al reale, presente e tangibile, o altrimenti autenticamente<br />

innovativo, secondo un’ottica che accomuna tutti i poeti alessandrini, al<br />

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