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alla sosta degli Argonauti in Italia, da lui confermata allo scopo di fornire in proposito la propria versione mitica. Anche se questa mi sembra essere la soluzione migliore, ritengo dunque che l’ intuizione di Livrea, che qui Apollonio “giochi sull’ ambiguità”, sia estremamente plausibile. 141
IV. d - ¢trek»j Apollonio si adegua alla dizione epica anche per quel che concerne l’ impiego dell’ aggettivo ¢trek»j. In Omero e in Esiodo non si registrano attestazioni di tale lessema in funzione attributiva, bensì esso compare esclusivamente nella forma avverbiale ¢trekéwj 460 , e, solo in Omero, in quella più rara ¢trekéj 461 . Apollonio sfrutta a sua volta il lessema esclusivamente nelle forme avverbiali ¢trekéwj, ¢trekéj (e un’ unica volta, IV 1382, impiega la forma non omerica panatrekéj). Tuttavia, se in Omero tali forme avverbiali sono quasi costantemente connesse ai verba dicendi, e per lo più in versi formulari, Apollonio le impiega in contesti linguistici differenti, riproducendo ancora una volta la sensazione di “presque-homérique”, già constatata a proposito dei passi in cui si riscontra l’ impiego degli altri sinonimi di ÞlhqÔj. 460 Nei due autori tale forma è attestata complessivamente trentotto volte. Tuttavia in Omero esso si incontra per lo più all’ interno di versi formulari che ricorrono più volte identici, cosicché il suo uso risulta piuttosto limitato dal punto di vista contestuale. In tal senso si giustifica probabilmente anche lo scarso uso che ne fa Apollonio, in cui tale lessema consta dell’ incidenza più bassa rispetto agli altri sinonimi di ÞlhqÔj. 461 Di questa forma in Omero si registrano solo due attestazioni, in Il. V, 208 e Od. XIX, 245. Come ha rilevato Iber 1913-14, l’ impiego degli avverbi in -wj, tanto quelli derivati da aggettivi quanto da nomi e da verbi, in Omero è estremamente limitato. Il consistente impiego di ¢trekéwj da parte di Omero, che non conosce né Þlhqéwj né tÚmwj né thtÚmwj, e presenta la forma nhmertéwj solo in Od. V, 98 e XIX, 269, rappresenta così in tal senso un’ eccezione (la forma in -wj per teÒj nella lingua greca è molto rara; assente in Omero, la sua incidenza nella letteratura successiva è quasi nulla). Apollonio dimostra di adeguarsi alla dizione omerica anche nell’ uso degli avverbi modali. Sia per t»tumoj che per nhmertÔj, ove li sfrutta avverbialmente, Apollonio si serve esclusivamente della forma neutra dell’ aggettivo, e adotta invece più volte ¢trekéwj secondo l’ uso omerico. 142
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UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI ROMA "TO
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letteratura medica, se da un lato h
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Alle soglie del V secolo a. C., nel
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menzogne credibili. La contraddizio
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fondamentalmente divenire Þgaqòj
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Gli aggettivi neutri plurali ¢lhq
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Mhtrotímhj œrga Kottálou taûta
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M. A. Harder, “Generic Games” i
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L. Malten, Ein neues Bruchstück au
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R. Scodel, Wine, Water and Antheste
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G. Zanker, Realism in Alexandrian p
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