Visualizza/apri - ART - Università degli Studi di Roma Tor Vergata

La iunctura nhmertéa b£xin rappresenta un conio apolloniano. Il
sostantivo b£xij, frequente nei lirici e nei tragici 430 , è assente nell’
epica, ma trae la sua origine dall’ omerico b£zw, spesso associato nell’
ambito dell’ Iliade e dell’ Odissea a lessemi afferenti alla sfera
semantica dell’ ÞlÔqeia 431 .
Va peraltro ricordata la consonanza con la iunctura empedoclea 432
e÷hkéa b£xin, che secondo Livrea 433 è all’ origine di quella
apolloniana; a parere dello studioso essa sarebbe infatti scaturita da una
fusione tra il sintagma empedocleo e le clausole omeriche contenenti l’
aggettivo nhmertÔj a seguito di un verbo di “dire”.
L’ attributo compare ancora a seguito di un verbum dicendi in qualità di
neutro sostantivato, al singolare, – nhmertéj – in I, 797.
Rivolgendosi a Giasone, giunto con gli Argonauti sull’ isola di Lemno,
la regina Issipile dichiara all’ eroe di volergli narrare il “vero” sui
misfatti compiuti dai loro uomini, (…) kakÒthta dè p©san / xeréw
nhmertéj, †n’ eâ gno…hte kaì aÙto…, a ragione dei quali, a detta della
regina, essi hanno meritato l’ esilio in Tracia: (…) peì oÙ mèn Øp’
¢ndr£si na…etai ¥stu, / ¢llà Qr+k…hj pin£stioi Òpe…roio /
Purofórouj ¢rówsi gÚaj.
Anche al v. 797, come si è rilevato a proposito di IV, 1565, potrebbe
essere adattata la definizione di “presque-homérique”, sia a causa dell’
impiego di un verbo – xeréw – mai congiunto da Omero all’ aggettivo
nhmertÔj, sia per la eco che in esso si ode di formule quali kaì moi
toût’ Þgóreuson t»tumon, Ôfr’ œu eêdî, precedentemente
analizzate 434 in relazione a II, 1137; il v. 797, pur non venendo preposto
430 Cfr. ad es. Mimn. fr. 15 W.: ka… min æp’ ¢nqrèpouj b£xij œcei calep»; Theogn. 1298: qeÏn d’
æpopízeo mÖnin / báxín t’ ÞnqrÍpwn, ½pia nwsámenoj; Aesch. Ag. 777; Soph. Ai. 494; Eur. Med.
1374.
431 Su questo argomento vedi supra cap. III.
432 Cfr. fr. 112, 11, DK. Peraltro, come osserva Imbraguglia, 1991, p. 149, a proposito della iunctura
empedoclea, il termine b£xij indica tanto una “voce” quanto un “responso”. Nel passo apolloniano il
termine partecipa di entrambi i significati; pur essendo più propriamente una “voce” quella che informa
la popolazione dei Feaci, essendo riferito a una divinità, il termine comprende anche la sfumatura
semantica di “responso”, poiché la b£xij si diffonde tra i Feaci grazie all’ onniscienza di Era.
433 Op. cit., 1973, p. 333.
434 Vedi supra, pp. 109-110.
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