Visualizza/apri - ART - Università degli Studi di Roma Tor Vergata

misure dell’ oggetto riprodotto. Platone 259 in Soph. 235f-236a osserva:
Xe: OÜkoun Ósoi ge tîn megálwn poÚ ti pl£ttousin œrgwn À
gráfousin, eê gàr ¢podido‹en tÁn tîn kalîn ¢lhqin¾n
summetr…an, o%isq’ Óti smikrótera mèn toû déontoj tà ¥nw, me…zw
dè tà kátw fa…noit’ ¨n dià tò tà mèn pórrwqen, tà d’ ggÚqen Øf’
¹mîn Ðr©sqai. (...) % Ar’ o%un oÙ ca…rein tò Þlhqèj ásantej oƒ
dhmiourgoì nûn oÙ tàj oÜsaj summetr…aj, ¢llà tàj doxoÚsaj
e%inai kal¦j toîj eêdÍloij ænapergázontai.
Come rileva lo stesso Pollitt 260 , fra queste quattro categorie di
“ÞlÔqeia artistica”, la terza elencata, quella cioè che si classifica come
“realismo nella rappresentazione”, pur venendo elaborata nell’ ambito
delle disquisizioni erudite, rappresentava anche uno dei parametri di
valutazione popolare dell’ arte. Uno degli elementi 261 che suscitava
maggiore apprezzamento nel gusto popolare erano infatti la vivezza 262 e
il realismo conferiti alle immagini, in un’ ottica piuttosto ingenua e
semplicistica per cui la forte somiglianza al vero destava meraviglia. In
sostanza l’ ÞlÔqeia contrassegnata da Pollitt come realismo e
accuratezza nella riproduzione, pur essendo un concetto che aveva avuto
origine in seno alle riflessioni teoriche, fu anche uno degli elementi
maggiormente apprezzati dagli strati popolari, sebbene la gente comune,
per esprimere le proprie valutazioni, avrà naturalmente utilizzato un
lessico differente. Coccale, che in questo mimiambo rappresenta la
popolana scarsamente istruita, si avvale infatti di un linguaggio
completamente scevro di tecnicismi 263 , fatto di espressioni che
rispecchiano spontanee reazioni emotive 264 , per nulla filtrate da
elucubrazioni teoriche, come dimostrano ad esempio il v. 61: aƒ s£rkej
o*ia qermà qermà phdîsai; i vv. 62-65: tËrgúreun dè púraustron
259
Cfr. anche “Damianus”, Optica, ed. Schöne, p. 28 e sgg; Cic. Div. 1. 13. 23.
260
Op. cit. pp. 60-63.
261
Per le altre qualità apprezzate dal popolo negli artisti, cfr. Pollitt, op. cit., pp. 63-66.
262
Cfr. ad es. Leonida, A. Pl. 422, 3-4: „d’ æj 'ApellÁj k£lloj ƒmerètaton / oÙ graptòn ¢ll’
œmyucon xem£xato; Theocr. XV, 82-83 (in riferimento ai disegni sui drappi): æj œtum’ ˜st£kanti,
kaì æj œtum’ ndineànti / œmyuc’, oÙk nufant£.
263
Neanche l’ aggettivo œtumoj, sinonimo di ¢lhqÔj e ¢lhqinój impiegato da Coccale per
commentare la verosimiglianza del ritratto di Batale ai vv. 37-38, rientra nel lessico tecnico: eê mÔ tij
aÙtÕn e%ide Batálhn, bléyaj / j toûto tò eêkÒnisma mÕ t[úm]hj deísqw.
264
Cfr. Mastromarco 1984, p. 40.
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