Visualizza/apri - ART - Università degli Studi di Roma Tor Vergata

IV, 834-37
E„ mèn d¾ malero‹o puròj ménoj ºdè qÚellai
zacre‹j l»xousin t»tumon, Â t’ ¨n œgwge
qarsaléh fa…hn, kaì kÚmatoj ¢ntiÒwntoj
nÁa sawsémenai, ZefÚrou l…ga kinuménoio.
“Se veramente la furia del fuoco distruttore e le violente / tempeste si
placheranno allora posso / promettere coraggiosamente che salverò la
nave / anche contro la forza delle onde, purché spiri un tenue Zefiro 402 ”.
Un’ ultima attestazione della forma avverbiale t»tumon preceduta da
e„ si incontra in IV, 834-35. Riprendendo le parole proferite da Era ai
vv. 820-22: A‡olon çke…aj ¢némwn ¥ikaj rÚxein / nÒsfin
ustaqéoj ZefÚrou, te…wj ken †kwntai / Fai»kwn liménaj (…), con
cui la dea esprime la certezza di placare Eolo, e di far così cessare, con
l’ eccezione di Zefiro, i venti generatori di tempeste lungo l’ itinerario
degli Argonauti, Teti acconsente in questi versi a guidare gli eroi in un
viaggio sicuro. Paduano 403 osserva che “la risposta di Teti si risolve in
un semplice assenso, sebbene adombrato da molteplici riserve”. Una
reale riserva mi sembra tuttavia venire espressa da Teti esclusivamente
a proposito del potenziale pericolo proveniente dal soffio di Zefiro –
ZefÚrou l…ga kinuménoio – escluso da Era dalla lista dei venti
mitigati. Il sintagma e„...t»tumon, con il quale Teti fa riferimento alla
garanzia fornitale dalla sposa di Zeus di tenere a bada gli ulteriori
venti, mi sembra altresì constare principalmente di un valore formulare
e affermativo, in quanto impiegato non tanto per mettere in dubbio la
veridicità delle parole di Era, quanto per ribadire il concetto espresso
dalla dea. Il valore del sintagma in questo passo è del tutto affine a
quello constatato per la iunctura e„ teÒn nel paragrafo precedente.
402 Traduzione di E. Livrea.
403 Op. cit. p. 820, n. ai vv. 834-841.
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