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Visualizza/apri - ART - Università degli Studi di Roma Tor Vergata

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essa si può considerare un topos 109 . Per quanto recente, e dunque non<br />

attestato nella tra<strong>di</strong>zione precedente, Callimaco riferisce ancora<br />

ÞlhqÔj – nella forma <strong>di</strong> composto panalhq»j 110 – ad un luogo comune<br />

della letteratura, peraltro coincidente con l’ osservazione scientifica <strong>di</strong><br />

tale fenomeno meteorologico.<br />

In tal modo l’ aggettivo, me<strong>di</strong>ante l’ inserimento in uno schema verbale<br />

affine a quello con cui il poeta alessandrino è solito consacrare i topoi<br />

della tra<strong>di</strong>zione, come si è osservato a proposito <strong>di</strong> Aitia, fr. 178, 15-16<br />

Pf. e dell’ Epigramma XXV, 3-4, svolge la funzione <strong>di</strong> consacrare un<br />

topos appartenente alla letteratura contemporanea.<br />

Va infine osservato che nel passo callimacheo il lessema panalhq»j 111<br />

contrassegna un atto <strong>di</strong> parola la cui veri<strong>di</strong>cità si basa su dati concreti,<br />

in quanto verificabili attraverso l’ esperienza sensibile. L’ aggettivo,<br />

proprio in un topos <strong>di</strong> matrice alessandrina, viene così a denotare un<br />

messaggio la cui realtà è appurabile da un punto <strong>di</strong> vista scientifico,<br />

poiché riferita a un dato empiricamente comprovabile e comprovato.<br />

L’ elaborazione <strong>di</strong> un topos letterario che tragga spunto dai dati della<br />

realtà sensibile conferma l’ acquisizione da parte dei poeti alessandrini<br />

<strong>di</strong> una mentalità fortemente razionale, che si manifesta nella tendenza al<br />

realismo 112 , e, fra le altre cose, nella pre<strong>di</strong>lezione per l’ inserimento in<br />

tale poesia <strong>di</strong> dati ricavabili dall’ esperienza sensibile.<br />

109 D’ altra parte in ambito latino essa venne ere<strong>di</strong>tata come tale e la sua <strong>di</strong>ffusione fu notevole. Cfr. Ov.<br />

Met. 14. 711: freto surgente cadentibus Hae<strong>di</strong>s; Id. Tr. 1. 11. 13: nimbosis dubius iactabar ab Hae<strong>di</strong>s;<br />

Hor. Carm. 3.1. 28: impetus aut orientis Hae<strong>di</strong>; Virg. Aen. 9. 668: pluvialibus Hae<strong>di</strong>s.<br />

110 A proposito dell’aggettivo panalhq»j, va osservato che il composto, piuttosto raro, si riscontra<br />

precedentemente a Callimaco in sole due altre occasioni, Aesch., Sept. 720-25: péfrika tàn<br />

çles…oikon / qeÒn, oÙ qeo‹ς Ðmo…an, / panalhqÁ kakÒmantin, / patròς eÙkta…an 'Erinùn /<br />

telésai tàς periqÚmouς / kat£raς O„<strong>di</strong>pÒda blay…fronoς; e Plat., Resp. 583b: oÙdè panalhq»j<br />

stin ¹ tîn ¥llwn ¹don¾ pl¾n tÁς toà fron…mou oÙdè kaqar£, ¢ll’ skiagrafhmšnh tiς. Nel<br />

primo caso, Aesch., Sept. 720-25, è possibile constatare una consonanza <strong>di</strong> natura contestuale con l’uso<br />

che ne fa Callimaco. Eschilo adotta infatti l’ attributo in relazione all’ Erinni <strong>di</strong> E<strong>di</strong>po, per denotare la<br />

veri<strong>di</strong>cità delle sue pre<strong>di</strong>zioni. L’ aggettivo si riferisce così ad un evento destinato a realizzarsi, peraltro<br />

luttuoso, cosicché il suo impiego presenta un’ affinità con quello che ne fa Callimaco, il quale, per<br />

mezzo <strong>di</strong> panalhq»j, denuncia la veri<strong>di</strong>cità <strong>di</strong> un messaggio relativo alla futura realizzazione <strong>di</strong> una<br />

sciagura; per l’ uso dell’ avverbio corrispondente cfr. Aesch., Suppl. 86: E‡q’ e‡h Diòς eâ panalhqîς.<br />

111 Sulla pregnanza <strong>di</strong> panalhq»j cfr. Ferguson, 1970, p. 69, il quale, relativamente al valore assunto<br />

dagli aggettivi negli epigrammi callimachei osserva che “Occasionally, but only occasionally, they are<br />

used as powerful instruments of emotion, like panalhq»j”.<br />

112 Su questo argomento cfr. G. Zanker, 1987, in particolare pp. 113-127.<br />

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