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Visualizza/apri - ART - Università degli Studi di Roma Tor Vergata

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Il ritratto biografico <strong>di</strong> Anacreonte viene dunque svolto in modo<br />

estremamente succinto, e tale da riassumere in tre sole battute, vv. 3-5,<br />

le informazioni tramandate come car<strong>di</strong>nali, ovvero così cristallizzate<br />

nella tra<strong>di</strong>zione contemporanea a Teocrito, da essere <strong>di</strong>venute un<br />

cliché 683 . L’ avverbio ¢trekéwj non si riferisce così, come <strong>di</strong> consueto,<br />

alla completezza <strong>di</strong> un enunciato, intesa alla maniera omerica <strong>di</strong><br />

elencazione <strong>di</strong> dettagli, ovvero <strong>di</strong> resoconto Punkt für Punkt 684 . La<br />

completezza cui allude l’avverbio è in questo caso <strong>di</strong> altra natura, ed<br />

emblematizza la veri<strong>di</strong>cità dei dati celebrati dai poeti contemporanei a<br />

Teocrito, <strong>di</strong>venuti veri e propri luoghi comuni.<br />

In sostanza la completezza allusa dall’avverbio ¢trekéwj si configura<br />

come precisione ed esattezza intese come “corrispondenza con la<br />

realtà”, in contrapposizione alla mancanza <strong>di</strong> errore e menzogna e non –<br />

come <strong>di</strong> norma avviene quando ¢trekéwj è congiunto a un verbum<br />

<strong>di</strong>cen<strong>di</strong> – all’ omissione <strong>di</strong> dati 685 . Tuttavia, a ragione del peculiare<br />

valore <strong>di</strong> ¢trekéwj, il quale in<strong>di</strong>ca principalmente una veri<strong>di</strong>cità<br />

generata dal carattere esauriente dell’informazione o della conoscenza,<br />

mi sembra che l’impiego <strong>di</strong> tale avverbio da parte <strong>di</strong> Teocrito tra<strong>di</strong>sca<br />

una sfumatura ironica, a causa dell’ estrema sintesi dei dati celebrati sia<br />

da Teocrito stesso in questo epigramma, che dai suoi contemporanei.<br />

683 Sono ben <strong>di</strong>ciassette infatti gli epigrammi <strong>di</strong> epoca ellenistica de<strong>di</strong>cati ad Anacreonte, e tutti trattano<br />

il tema del suo amore per i fanciulli (cfr. ad es. Leonida A.Pl. 306-7; Antipatro <strong>di</strong> Sidone, A. P. 7.23bis;<br />

Id. A.P. 7.30; Dioscoride A.P. 7. 31; Simonide A.P. 7. 25), o della sua provenienza da Teo, (cfr. ad es.<br />

Simonide A.P. 7, 25; Eugene A. Pl. 308), o della sua pre<strong>di</strong>lezione per il vino (cfr. ad es. Simonide A.P.<br />

7. 25; Antipatro <strong>di</strong> Sidone, 7. 26; Dioscoride, A.P. 7. 31; Giuliano Egizio, A.P. 7. 33), tema quest’<br />

ultimo assente in Teocrito.<br />

684 Ve<strong>di</strong> supra cap. IV.<br />

685 Su questo argomento cfr. anche L. Rossi, 2001, pp. 284-285.<br />

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