Visualizza/apri - ART - Università degli Studi di Roma Tor Vergata
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<strong>di</strong>rebbe che per un bue <strong>di</strong> Pella nell’ Ade si compra un vero bue 117 . Tale<br />
interpretazione si attaglierebbe perfettamente all’ intenzione <strong>di</strong> esporre<br />
un ¹dùς lógoς, in quanto in base ad essa Callimaco prospetterebbe un’<br />
agevole con<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> vita nell’ Ade, oltre naturalmente che la sua<br />
esistenza. Il maggiore ostacolo ad accogliere pienamente tale esegesi<br />
consiste nel fatto che, come ha osservato Giangrande 118 , Pella iniziò a<br />
battere moneta solo nel II secolo a. C. Lo stu<strong>di</strong>oso, trovando peraltro<br />
incongruente la menzione <strong>di</strong> una moneta <strong>di</strong> Pella da parte <strong>di</strong> un<br />
cirenaico, ha proposto un’ esegesi <strong>di</strong>fferente. Egli si è basato sull’<br />
interpretazione dello Stadtmüller, che ad<strong>di</strong>tava nel boàς mégaς citato da<br />
Callimaco il “simbolo proverbiale del silenzio” in virtù del noto<br />
proverbio derivato da Eschilo 119 , Ag. 36-37, boàς pˆ glèss+ mégaς /<br />
bébhken. Dal momento che il sintagma ¹dÝj lÒgoj, trovandosi in<br />
contrapposizione con ¢lhqinÒj lÒgoj, assume il significato <strong>di</strong><br />
menzogna 120 , il Giangrande interpreta le parole del morto in questo<br />
senso: “si tu veux entendre des mensonges, au lieu de la vérité<br />
désagréable, je me tais”. Constatando poi che a Cirene Posidone aveva<br />
tra i vari epiteti quello <strong>di</strong> Pellάnioς, in<strong>di</strong>cante la natura ctonia del <strong>di</strong>o<br />
in virtù della quale riceveva sacrifici <strong>di</strong> buoi scuri, lo stu<strong>di</strong>oso ritiene<br />
<strong>di</strong> dover correggere Pellaίou con Pellanίou e identifica il<br />
Pellanίou boàς con la vittima sacrificata a Posidone. Egli parafrasa<br />
quin<strong>di</strong> gli ultimi due versi in questo modo: “Cela est la vérité<br />
(désagréable); si tu veux entendre de ma bouche un agréable mensonge,<br />
la grand boeuf est-en tant que victime envoyée au <strong>di</strong>eu infernal<br />
Pellanios – aux enfers (c’est-à-<strong>di</strong>re en ma compagnie; et il m’ impose<br />
de cesser de parler)”. Già Marcovich 121 trovando incongruente la<br />
presenza <strong>di</strong> Posidone nell’ Ade, essendo stata negata quella <strong>di</strong> Plutone,<br />
e bocciando la possibilità <strong>di</strong> conferire al bue il doppio valore <strong>di</strong> vittima<br />
sacrificale e allegoria del silenzio, si riaccostava all’ ipotesi<br />
117<br />
Cfr. anche Callimaco, Giambo I, 1-2, ove Ipponatte, <strong>di</strong> ritorno dagli inferi, osserva <strong>di</strong> giungere da<br />
dove un bue si compra per un kόlluboς, un sol<strong>di</strong>no <strong>di</strong> scarso valore:…Þll’ ¼kw æk tÏn Ókou boûn<br />
kollúbou piprÔskousin.<br />
118<br />
1969, pp. 380-389.<br />
119<br />
Una prima attestazione si ha tuttavia già in Teognide, 815-16: βοàς moi pˆ glèsshi kraterÏi<br />
podì làx mbaínwn / ‡scei kwtíllein kaíper pistámenon. Cfr. Stratt., fr. 67 K. ; Philostr., Vit.<br />
Apoll., 6. 11; Callimaco stesso utilizza il proverbio in Ai., IV, fr. 110 Pf. : oÜtij ærúxei boûj œpoj.<br />
120<br />
Ve<strong>di</strong> supra.<br />
121<br />
1970, pp. 351-5.<br />
32