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Visualizza/apri - ART - Università degli Studi di Roma Tor Vergata

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Korínq_ 43 , è principalmente tramite la censura – frutto <strong>di</strong> istanze<br />

morali o <strong>di</strong> esigenze <strong>di</strong> kairój – che questo poeta evoca la propria<br />

ÞlÔqeia. Avviene così che in Esiodo e Pindaro la constatazione della<br />

mendacità <strong>degli</strong> altri poeti funga a veicolare per converso, in modo più<br />

o meno esplicito, la <strong>di</strong>chiarazione della propria veri<strong>di</strong>cità.<br />

Se dunque Callimaco, in base alla premessa del v. 60 – dhnaioì d’ o÷<br />

pámpan Þlhqéej %hsan Þoidoí –, sembrerebbe attestarsi su posizioni<br />

affini a quelle dei poeti arcaici, al v. 65 – yeudoímhn, Þíontoj !a ken<br />

pepíqoien ÞkouÔn – egli giunge a una conclusione con la quale viene<br />

in apparenza nettamente <strong>di</strong>sattesa la corrispondenza con il modello <strong>di</strong><br />

riferimento.<br />

Va tuttavia a questo punto osservato che, nel <strong>di</strong>chiarare menzogneri i<br />

poeti precedenti, Callimaco riecheggia al contempo manifestazioni <strong>di</strong><br />

scetticismo nei confronti del mito, che trovano le loro prime<br />

formulazioni in epoca arcaica. Come si è detto, la concezione che la<br />

poesia possa riprodurre menzogne risale già ad Esiodo; a Solone, fr. 25<br />

Gent.-Pr. 44 , è attribuita l’ espressione proverbiale pollà yeúdontai<br />

Þoidoí che trova eco nel fr. 1.22 Gent.-Pr. <strong>di</strong> Senofane, in cui le<br />

vicende relative a Titani, Giganti e Centauri vengono definite<br />

plásmata tÏn protérwn. Lo stesso Pindaro, con i suoi frequenti<br />

interventi <strong>di</strong> censura, comincia a manifestare un’ autonomia nei<br />

confronti dei contenuti mitici 45 . Tuttavia, le accuse <strong>di</strong> mendacità rivolte<br />

ai poeti in epoca arcaica riguardano determinati ed isolati episo<strong>di</strong><br />

mitici 46 , respinti per lo più in base a motivazioni etiche o ad esigenze <strong>di</strong><br />

kairój, non certo l’ universo mitico nella sua interezza, la cui<br />

veri<strong>di</strong>cità non veniva messa in <strong>di</strong>scussione 47 . In epoca classica lo<br />

scetticismo nei confronti della veri<strong>di</strong>cità <strong>degli</strong> Þoidoí, o del contenuto<br />

del loro canto, si intensifica e <strong>di</strong>viene <strong>di</strong>ffuso con Euripide, che<br />

contrariamente ai suoi predecessori non contesta le tra<strong>di</strong>zioni mitiche<br />

43 Cfr. anche Pyth. 1.86: Þyeudeî dè pròj ¥kmoni c£lkeue glîssan.<br />

44 Secondo Plutarco, Sol. 29, 6-7, l’ espressione sarebbe stata pronunciata da Solone per denunciare le<br />

menzogne narrate da Tespi nelle sue trage<strong>di</strong>e. Essa sarebbe dunque rivolta contro la yeudología <strong>di</strong> uno<br />

specifico genere letterario: la trage<strong>di</strong>a. Su questo argomento cfr. Masaracchia, 1958, pp. 330-334. Sulle<br />

presunte ragioni dell’ avversione <strong>di</strong> Solone ai poeti tragici, cfr. Accame, op. cit., 1964, pp. 261-269.<br />

45 Su questo argomento cfr. l’ introduzione con i relativi riferimenti bibliografici.<br />

46 Cfr. anche l’ incipit della Palino<strong>di</strong>a <strong>di</strong> Stesicoro, riportato da Platone in Phaedr. 243a: OÙk œtumoj<br />

lÒgoj oátoj, / oÙd' œbaj n nhusìn eÙsélmoij, / oÙd' †keo Pérgama Tro…aj. Cfr. fr. 192, 15 Page.<br />

47 Cfr. M. L. West, 1966, p. 162; cfr. anche Pretagostini, art. cit., p. 164, n. 27.<br />

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