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Visualizza/apri - ART - Università degli Studi di Roma Tor Vergata

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Va tuttavia osservato che nelle fonti successive, il motivo dell’ ¢timía<br />

dei Parteni fondatori tende a stemperarsi notevolmente.<br />

Già Aristotele, nella Politica 1306b.27-32, propone una prospettiva<br />

sulla con<strong>di</strong>zione dei Parteni ben meno scre<strong>di</strong>tante sia rispetto a quella<br />

<strong>di</strong> Antioco che del più cauto Eforo, osservando che: oë legÒmenoi<br />

Parqen…ai - k tîn Ðmoíwn gàr Ãsan – oÞj fwr£santej<br />

pibouleÚsantaj ¢pésteilan T£rantoj o„kist£j. La linea<br />

inaugurata da Aristotele, la quale, come osserva Cappelletto 597 “proprio<br />

nel IV secolo deve essersi consolidata nella tra<strong>di</strong>zione riguardante la<br />

fondazione <strong>di</strong> Taranto”, trova conferma negli autori più tar<strong>di</strong>, come<br />

<strong>di</strong>mostra ad esempio Pausania 598 , 10.10.6, il quale arriva perfino a<br />

definire Falanto, il giovane che in Antioco viene considerato la guida<br />

dei Parteni figli <strong>di</strong> iloti, un Spartiate: T£ranta dè ¢pókisan mèn<br />

LakedaimÒnioi, o„kist¾j dè géneto Sparti£thj F£lanqoj.<br />

Il mutamento <strong>di</strong> ottica sui fondatori <strong>di</strong> Taranto, cui verosimilmente<br />

saranno stati alla base motivi propagan<strong>di</strong>stici 599 , trova conferma nel fr.<br />

617 Pf. <strong>di</strong> Callimaco; e, come ha notato Cappelletto, l’ impiego del<br />

lessema t»tumon potrebbe rappresentare una spia dal punto <strong>di</strong> vista<br />

lessicale e semantico della prospettiva callimachea sui colonizzatori.<br />

Vorrei a questo punto osservare che l’ aggettivo t»tumoj in Callimaco<br />

costituisce un hapax, sebbene nel fr. 75,76 Pf. egli presenti il sostantivo<br />

thtumíh, conio generato sulla base <strong>di</strong> t»tumoj. Come si è visto, nel<br />

fr. 229,6-8 Pf. – …t[eò]n gàr stin / ]soi patrÒqen tîn ¢pò<br />

Daíte[w], tò dè pròj tekoÚshj / ].Lap…qhn a[...].d. keism.[.]<br />

e÷génei[a]n –, per sancire la veri<strong>di</strong>cità della <strong>di</strong>scendenza del pastore<br />

Branco da Daite e Lapite, Callimaco impiega l’ aggettivo teÒj,<br />

verosimilmente con un intento zelotico-lu<strong>di</strong>co nei confronti della<br />

<strong>di</strong>zione omerica 600 . L’ aggettivo consacrato dalla tra<strong>di</strong>zione per alludere<br />

alla veri<strong>di</strong>cità <strong>di</strong> una <strong>di</strong>scendenza nei contesti genealogici risulta essere<br />

597 Art. cit. p. 180.<br />

598 In ambito latino la fondazione <strong>di</strong> Taranto da parte <strong>di</strong> Spartiati è ritenuta un dato certo; cfr. Verg. Aen.<br />

3.551: Herculei, si vera fama est, Tarenti; a proposito del verso virgiliano Pfeiffer, ad loc., osserva “aut<br />

e Callimacho aut ex eodem quo Call. fonte, opinor, Verg. Aen. III, 551”. Cfr. anche Hor. Carm. 2.6.11-<br />

12; Iust. 3.4.<br />

599 Su ciò cfr. Cappelletto, art. cit., p. 177 con la relativa bibliografia.<br />

600 Inoltre, teÒj compare nel fr. 780 Pf., in una forma mai attestata: æj tà Thmen…doj crÚseon<br />

génoj. Su questo frammento ve<strong>di</strong> supra.<br />

181

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