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arazzi, designa col termine œmyucoj 658 . Inoltre, a proposito del ritratto di una certa Batale, Coccale ai vv. 37-38 osserva: eê mÔ tij aÙtÕn e%ide Batálhn, bléyaj / j toûto tò eêkÒnisma mÕ t[úm]hj deísqw. L’ aggettivo impiegato da Coccale per esaltare la corrispondenza dell’immagine del ritratto all’originale è œtumoj – lessema impiegato anche dalla Prassinoa teocritea – il quale, come ha rilevato Pollitt, non rientrava nell’ambito della terminologia tecnica 659 - così come non vi rientrava il lessema œmyucoj 660 . Il quarto mimiambo erondeo e il sopra citato passo teocriteo presentano una forte analogia 661 . L’ attenzione di entrambi i poeti è focalizzata sul forte realismo delle immagini, denunciato dalla viva voce dei personaggi, i quali, per le loro descrizioni si avvalgono di un vero e proprio, seppur non tecnico, “lessico del verismo 662 ”. Come si è detto, l’esaltazione del realismo delle raffigurazioni trova in primo luogo spiegazione alla luce del carattere estrinseco dell’arte alessandrina, le cui linee guida dovevano tuttavia essere percepite dai poeti come affini a quelle della loro poetica 663 . L’ evoluzione del modello ecfrastico, il cui realismo viene portato alle estreme conseguenze dai poeti ellenistici, non si può così considerare esclusivamente frutto delle suggestioni dell’ arte contemporanea; l’ œkfrasij alessandrina diviene altresì lo specchio di orientamenti che appartengono al contempo all’arte e alla poesia. La “reinvenzione” della forma, la quale, come si è detto 664 , viene trasformata da Teocrito ed Eronda da diegetica in dialogica, consente al 658 Per l’ impiego di questo aggettivo cfr. anche Leonida, A. Pl. 422, 3-4: „d’ æj 'ApellÁj k£lloj ƒmerètaton / oÙ graptòn ¢ll’ œmyucon xem£xato. 659 Il lessema œtumoj, che, come si è osservato nel cap. III, non viene mai impiegato nell’ambito delle disquisizioni erudite, risulta essere quello maggiormente sfruttato in ambito letterario per esaltare la verosimiglianza delle immagini. Oltre i sopra citati passi di Teocrito ed Eronda, cfr. Erinna, A. P. VI, 352, 3-4: taÚtan goàn tÚmwj tàn parqénon Óstij œgrayen, / a„ kaÙdàn potéqhk’, Ãj k’ 'Agaqarcìj Óla; e Nosside, A.P. VI, 353: AÙtomélinna tétuktai: ‡d’ æj ¢ganòn tò prÒswpon / ¢mè potopt£zein meilic…wj dokéei / æj tÚmwj qug£thr t´ matéri p£nta potókei, che lo impiegano in forma avverbiale - tÚmwj. 660 Per ciò che concerne ¢krib»j invece, è necessario osservare che Pollitt, inserisce il termine nella lista dei tecnicismi; tuttavia analizzando la valenza di questo lessema lo studioso manifesta una forte incertezza, cosicché egli si astiene dal proferire un giudizio netto sulla classificazione dell’ aggettivo; per le osservazioni di Pollitt sulla valenza del termine, cfr., op. cit., pp. 117-126. 661 Su questo argomento cfr. Di Gregorio, op. cit. I, p. 257; Miralles 1969, pp. 356-57, il quale ipotizza una dipendenza di Eronda dal passo teocriteo. 662 Su ciò vedi supra cap. IV. 663 Su questi argomenti cfr. Zanker 2004. 664 Vedi supra cap. III e IV. 197
poeta di contemplarvi le reazioni emotive dei personaggi dinnanzi all’opera d’arte, in modo tale che esse contribuiscano a rendere la cifra del realismo delle immagini, divenendo esse stesse un ulteriore elemento realistico. Dando voce, anche per mezzo di uno specifico lessico, alla prospettiva della gente comune sull’opera d’arte, viene ad essere soddisfatto un forte intento mimetico, e ciò viene palesato anche dall’impiego di lessemi quali œtumoj, che, oltre a esplicitare il realismo dell’arte alessandrina, rivelano come la prospettiva attraverso cui vengono presentate le immagini sia quella della gente comune, dal cui occhio e dalla cui voce esse vengono filtrate. 198
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letteratura medica, se da un lato h
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Alle soglie del V secolo a. C., nel
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Epigramma XVIII Náxioj o÷k æpì
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Epigramma XIII % H ·’ ÙpÕ soˆ
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CAPITOLO II Teocrito: Þl£qeia/ Þ
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un filo rosso tra i due passi anche
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Idillio XXIX, 1-3 O‡noj ð f…le
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serie di riflessioni intorno al cod
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Idillio XIII, 14-15 æj aÙtù kat
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fondamentalmente divenire Þgaqòj
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Poiché in questa iniziale sezione
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CAPITOLO III Eronda: ¢lhqeíh/Þlh
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su quella determinata opera: diÒti
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Ciò che tuttavia si può certament
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umana. Analogamente, se riferiti a
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Mimiambo V, 35-36 ¢poktene‹j, B
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Gli aggettivi neutri plurali ¢lhq
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Mhtrotímhj œrga Kottálou taûta
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1275-77, nel tentativo di scuotere
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Dopo aver rammentato all’ uditori
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Il valore assunto dall’ aggettivo
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IV. a - teÒj Il sinonimo di Þlhq
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la realtà oggettiva, a lui chiaram
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esito felice del viaggio, nel caso
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del verismo, e l’ impiego di uno
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All’ interno delle Argonautiche l
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valore formulare che si è constata
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predilezione accordata all’ agget
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L’ aggettivo nhmertÔj contraddis
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Si constata negli ultimi tre passi
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Deilonte, Autolico e Flogio, con l
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