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Visualizza/apri - ART - Università degli Studi di Roma Tor Vergata

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Inno ad Artemide, 136-137<br />

PÒtnia, tîn e‡h mèn æmoì f…loj Óstij ÞlhqÔj,<br />

e‡hn d’ aÙtÒj, ¥nassa, mšloi dš moi a„èn ¢oid»<br />

“Signora, sia tra questi chi è veramente mio amico,<br />

e io anche, Sovrana, e sempre mi sia caro il canto.”<br />

Nel v. 136 dell’ Inno ad Artemide l’ aggettivo ÞlhqÔj svolge una<br />

funzione completamente <strong>di</strong>fferente rispetto ai casi finora presi in esame.<br />

In questo passo infatti l’ attributo non contrassegna, come nei<br />

precedenti, un atto <strong>di</strong> parola, bensì in<strong>di</strong>ca una qualità etica.<br />

L’ utilizzazione dell’ attributo in chiave <strong>di</strong> caratterizzazione dell’ %hqoς<br />

si riscontra per la prima volta in Omero, Il. XII, 433: éj te t£lanta<br />

gun¾ cernÁtiς ÞlhqÔj, / ¼ te staqmòn œcousa kaì e‡rion ¢mfìj<br />

¢nélkei / „s£zous’, †na paisìn ¢eikéa misqòn ¥rhtai: / ìς mèn tîn<br />

pì %isa mách tétato ptólemóς te. Sebbene il sintagma cernÁtiς<br />

ÞlhqÔj abbia suscitato perplessità 128 , sia a causa della presenza della<br />

variante cernÁtiς ÞlÁtij, sia a causa della “rottura semantica” con<br />

tutti gli altri casi 129 in cui Omero utilizza ÞlhqÔj, la lezione cernÁtiς<br />

ÞlhqÔj, accolta da tutti gli e<strong>di</strong>tori, risulta essere la più plausibile e<br />

testimonia un’ utilizzazione dell’ aggettivo in chiave <strong>di</strong> caratteristica<br />

personale fin dall’ epoca omerica. La similitu<strong>di</strong>ne contenuta nel passo<br />

in questione, che associa l’ equilibrio dei piatti <strong>di</strong> una bilancia all’<br />

equilibrio <strong>di</strong> forze tra Greci e Troiani, rimanda all’ organizzazione<br />

economico-sociale <strong>di</strong> stampo palaziale, risalente all’ epoca minoico-<br />

micenea. Vi viene infatti descritta la mansione delle filatrici <strong>di</strong> lana a<br />

salario, che consisteva nell’ obbligo <strong>di</strong> restituire alla reggia la materia<br />

prima lavorata, nella stessa quantità <strong>di</strong>stribuita loro allo stato grezzo.<br />

La cernÁtiς ritratta nella similitu<strong>di</strong>ne omerica viene definita ÞlhqÔj<br />

in quanto, come commenta lo scolio 130 , lavoratrice <strong>di</strong>kaía kaì<br />

128 Cfr. ad es. Luther, 1935, pp.24-26; Chantraine, 1937, p. 155; Levet, 1976, pp. 91-95.<br />

129 Sia nell’ Iliade che nell’ O<strong>di</strong>ssea l’ aggettivo viene infatti riferito sempre a un atto <strong>di</strong> parola.<br />

130 Cfr. Scholia Graeca in Homeri Iliadem, rec. H. Erbse, vol. III, p. 381.<br />

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