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Scarica la relazione finale - DiMaPla

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Come si può osservare dal diagramma riportato in Figura 159 il tempo di riattivazione del<strong>la</strong><br />

portata dipende dal calore generato dal<strong>la</strong> resistenza elettrica e dal gradiente di pressione. Il tempo<br />

di riattivazione può esser anche minore di due secondi se <strong>la</strong> potenza termica generata dal<strong>la</strong><br />

resistenza è di 7 W/mm 3 . Un risultato interessate di queste simu<strong>la</strong>zioni è che, mentre per bassi<br />

valori di calore generato il tempo di riattivazione dipende fortemente dal gradiente di pressione, per<br />

valori elevati di calore questa dipendenza diviene meno incisiva: si può osservare infatti come, se<br />

viene generato un calore di 7 W/mm 3 , il tempo di riattivazione varia da 1,3 a 1,8 secondi variando<br />

<strong>la</strong> pressione in ingresso da 15 MPa a 2 MPa.<br />

Per valori elevati di calore generato dal<strong>la</strong> resistenza (per valori maggiori di 5 W/mm 3 ) si ha<br />

un elevato aumento di temperatura dello stampo che potrebbe portare al<strong>la</strong> degradazione termica il<br />

polimero. Se il tempo di attivazione del<strong>la</strong> stessa non può esser control<strong>la</strong>to con precisione, conviene<br />

ridurre il calore fornito allo stampo in modo tale da evitar il rischio di degradazione termica.<br />

4.2 Analisi del processo di stampaggio ad iniezione dei bidoni<br />

Come è possibile intuire dal paragrafo precedente, avevamo bisogno di un mezzo che ci<br />

indirizzasse verso <strong>la</strong> scelta di uno solo dei modelli reologici ottenuti. Si è perciò pensato di servirsi<br />

di una serie di 16 simu<strong>la</strong>zioni (una per ogni misce<strong>la</strong>) del<strong>la</strong> so<strong>la</strong> fase di riempimento utilizzando il<br />

software di calcolo ad elementi finiti Moldflow ® .<br />

La fase di simu<strong>la</strong>zione necessitava tuttavia del<strong>la</strong> creazione di un nuovo database<br />

personalizzato dei materiali che rispecchiasse le 16 miscele sperimentali già analizzate al<br />

reometro.<br />

Proprio a tal fine sono state eseguite quattro prove reologiche a quattro temperature diverse:<br />

220°C; 240°C; 260°C; 280°C. Infatti il software fornito col reometro permette l’analisi del<strong>la</strong><br />

dipendenza del<strong>la</strong> viscosità dal<strong>la</strong> temperatura. Il modello implementato è quello che risulta<br />

compatibile anche col Moldflow ® , ossia il modello di Wiliams Landel Ferry:<br />

( T ) = log ( T )<br />

logη η<br />

g<br />

C1<br />

⋅<br />

−<br />

C +<br />

2<br />

( T − Tg<br />

)<br />

( T − T )<br />

Dopo aver eseguito le quattro prove reologiche, sono state selezionate per il calcolo del<strong>la</strong><br />

dipendenza dal<strong>la</strong> temperatura (Figura 160), avendo impostato come temperatura di transizione Tg<br />

= 193.15°C derivante dal<strong>la</strong> media tra i 153.15°C del generico polietilene HD e i 233.15 di quello<br />

LD. Mediante un programma di regressione ai minimi quadrati il software ricava dai dati caricati C1<br />

e C2. Nel nostro caso si è ottenuto:<br />

• C1 11.409<br />

• C2 36.83<br />

g<br />

214

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