Scarica la relazione finale - DiMaPla
Scarica la relazione finale - DiMaPla
Scarica la relazione finale - DiMaPla
Create successful ePaper yourself
Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.
Il calcolo del<strong>la</strong> temperatura di cristallizzazione è stato ottenuto imponendo una velocità di<br />
raffreddamento di 30°C al minuto (massima consentita in prove DSC). Queste velocità sono troppo<br />
basse se confrontate con quelle riscontrate durante <strong>la</strong> fase di raffreddamento nel processo di<br />
iniezione termop<strong>la</strong>stica. Si è pertanto deciso di considerare una temperatura di cristallizzazione<br />
pari a 218°C (Figura 72), con <strong>la</strong> consapevolezza che un aumento del<strong>la</strong> velocità di raffreddamento<br />
dovrebbe comportare temperature di cristallizzazione inferiori.<br />
2.3 Caratterizzazione reologica delle miscele di polietilene<br />
Lo scopo del<strong>la</strong> sperimentazione consiste nell’ottimizzazione di una misce<strong>la</strong> polimerica composta di<br />
cinque fattori diversi, mediante uno studio del<strong>la</strong> loro reologia. Per fare ciò si è pensato di progettare<br />
un piano sperimentale, utilizzando il design of experiment, in modo da eseguire delle prove<br />
reologiche solo su alcuni punti del piano sperimentale; quindi scegliendo una qualche risposta che<br />
fosse da un <strong>la</strong>to significativa per lo studio che si stava eseguendo, dall’altro che fosse numerica<br />
per poter utilizzare il programma di analisi statistica dei dati sperimentali Minitab.<br />
Scegliendo all’interno del D.O.E. l’opzione mixture design, si è potuto costruire il foglio di progetto<br />
con i punti, ossia le varie miscele, da testare. Per far ciò, però, si è operata una scelta di<br />
compromesso tra numero di prove da eseguire, posizione di queste sul<strong>la</strong> superficie di <strong>la</strong>voro, ed<br />
infine cercando di rispettare al meglio i vincoli forniteci dall’azienda: (percentuali tra parentesi).<br />
• B.V. PE HD g.29,2 (20% - 40%)<br />
• C.M.P. PE HD g.11 (15% - 30 %)<br />
• PE HD VERDE FLOREALE g.3 (0 % - 10 %)<br />
• PE HD MACINATO VERDE (25% - 35 %)<br />
• GAM-PLAST PE LD Densificato neutro Gr.1 (15% - 35%)<br />
Proprio per questo si è scelto un mixture design del tipo <strong>la</strong>ttice design, in quanto permette di<br />
imporre i limiti delle miscele poc’anzi definiti col solo vincolo che <strong>la</strong> superficie del simplesso che si<br />
va a determinare sia ancora un triangolo. Ed è questo il motivo per cui non si sono potuti imporre i<br />
vincoli delle miscele da ambo i <strong>la</strong>ti (alto livello e basso livello), bensì si è cercato un simplesso che<br />
contenesse al suo interno i limiti imposti. Si è scelto questo tipo di simplesso perché offre il non<br />
trascurabile vantaggio di poter studiare <strong>la</strong> zona interessata con pochi punti sperimentali e ben<br />
posizionati in base alle esigenze dello sperimentatore. Infatti, da un <strong>la</strong>to si è scartato il simplesso<br />
del tipo centroide perché con cinque fattori da far variare ci sarebbero voluti 31 punti sperimentali<br />
senza replicazioni, dall’altro il modello definito extreme vertice design, pur avendo l’indubbio<br />
vantaggio di poter inserire tutti i limiti alle miscele, determinando così una regione che non è<br />
sicuramente triango<strong>la</strong>re, aveva lo svantaggio di posizionare tutti i punti sperimentali agli estremi<br />
del<strong>la</strong> regione delimitata ed in numero alquanto eccessivo; vista anche <strong>la</strong> necessità di costruire un<br />
simplesso di grado due almeno. Dopo aver eseguito attentamente questa analisi si è progettato il<br />
piano sperimentale di Tabel<strong>la</strong> 6, che rispecchia le prove da eseguire e posizionate come da Figura<br />
76