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Sant'Agostino "De Trinitade"

Il De Trinitate (Sulla Trinità) è un trattato in quindici libri di Agostino d'Ippona, considerato il suo capolavoro dogmatico. Infatti l'opera a quel tempo chiuse per sempre tutte le speculazioni e le incertezze che riguardavano la Trinità ovvero Dio stesso.

Il De Trinitate (Sulla Trinità) è un trattato in quindici libri di Agostino d'Ippona, considerato il suo capolavoro dogmatico. Infatti l'opera a quel tempo chiuse per sempre tutte le speculazioni e le incertezze che riguardavano la Trinità ovvero Dio stesso.

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messi a morte; come degli afflitti mentre siamo sempre allegri, come dei miserabili, noi<br />

che arricchiamo tanti; come non possedendo nulla, noi che possediamo tutto 69? Che<br />

motivo abbiamo di accenderci nell’amore di Paolo apostolo, quando leggiamo queste<br />

cose, se non perché crediamo che egli è vissuto così? E pertanto che i ministri di Dio<br />

debbono vivere così non lo crediamo sulla testimonianza di altri, ma noi lo vediamo<br />

nell’intimo di noi stessi, o meglio, al di sopra di noi, nella Verità stessa 70. Perciò amiamo<br />

lui che crediamo abbia vissuto così, in virtù di un ideale che vediamo. E se non amassimo<br />

prima di tutto questo ideale, che sta sempre stabile ed immutabile davanti al nostro<br />

sguardo, non ameremmo l’Apostolo proprio perché, come riteniamo per fede, ha aderito<br />

e si è conformato ad esso durante la sua vita nella carne. Ma non so come per la<br />

convinzione che ci proviene dalla fede che qualcuno ha vissuto così si ravvivi il nostro<br />

amore per questo ideale; e la speranza per la quale anche noi, dato che siamo uomini,<br />

confidiamo di vivere così, visto che alcuni uomini l’hanno fatto, ci impedisca di disperare<br />

e faccia sì che lo desideriamo più ardentemente e preghiamo con più confidenza. Così<br />

l’amore di questo ideale, secondo il quale crediamo che altri siano vissuti, ci fa amare la<br />

loro vita, e d’altra parte la loro vita, stimata tale, suscita in noi un amore più ardente per<br />

questo ideale; cosicché, quanto più ardentemente amiamo Dio, tanto più certa e serena è<br />

la visione che abbiamo di esso; perché è in Dio che contempliamo questo immutabile<br />

ideale di giustizia, secondo il quale giudichiamo che l’uomo debba vivere. Perciò la fede<br />

giova alla conoscenza ed all’amore di Dio, non nel senso che ce lo faccia conoscere ed<br />

amare perché prima non lo conoscevamo affatto o non lo amavamo affatto, ma giova a<br />

farcelo conoscere in maniera più luminosa ed amare con amore più fermo.<br />

Vestigio della Trinità nell’amore<br />

10. 14. Che è dunque l’amore o carità, tanto lodato e celebrato dalle divine Scritture, se<br />

non l’amore del bene? Ma l’amore suppone uno che ama e con l’amore si ama qualcosa.<br />

Ecco tre cose: colui che ama, ciò che è amato, e l’amore stesso. Che è dunque l’amore se<br />

non una vita che unisce, o che tende a che si uniscano due esseri, cioè colui che ama e<br />

ciò che è amato? È così anche negli amori più bassi e carnali, ma per attingere ad una<br />

fonte più pura e cristallina, calpestiamo con i piedi la carne ed eleviamoci fino all’anima.<br />

Che ama l’anima in un amico, se non l’anima? Anche qui dunque ci sono tre cose: colui<br />

che ama, ciò che è amato, e l’amore. Ci rimane di elevarci ancora e cercare più in alto<br />

queste cose, per quanto è concesso all’uomo di farlo 71. Ma riposiamo per il momento un<br />

po’ la nostra attenzione, non perché essa ritenga di aver trovato già ciò che cerca, ma<br />

come si riposa di solito colui che ha trovato il luogo in cui deve cercare qualche cosa 72;<br />

non l’ha ancora trovata, ma ha trovato dove cercarla 73. Che queste riflessioni ci bastino<br />

e siano come il primo filo a partire dal quale noi tesseremo il resto della nostra trama.<br />

Natura della ricerca sulla Trinità<br />

LIBRO NONO<br />

1. 1. La nostra ricerca concerne, certo, non una trinità qualsiasi, ma la Trinità che è Dio,<br />

il vero, supremo ed unico Dio. Pazienta dunque, tu che mi ascolti, chiunque tu sia, perché<br />

stiamo ancora cercando e nessuno ha il diritto di biasimare chi si dedica alla ricerca di tali<br />

cose, sempre che ricerchi, basandosi su una fede incrollabile, ciò che è così difficile da<br />

conoscere e da esprimere. Chiunque invece vede meglio o insegna meglio ha ragione di<br />

riprendere immediatamente le affermazioni di chi non cerca. Cercate il Signore, è detto,<br />

e vivrà la vostra anima 1 . E per evitare che qualcuno si rallegri alla leggera di aver in<br />

qualche modo appreso la verità, è detto: Cercate sempre la sua faccia 2 . E l’Apostolo<br />

dice: Se qualcuno crede di sapere qualcosa, non sa ancora in che modo bisogna sapere.<br />

Chiunque ama Dio, questi è conosciuto da lui 3 . Non dice: "Conosce Dio", che è pericolosa<br />

presunzione, ma invece: è conosciuto da lui. Così, avendo detto in un altro passo: Ora<br />

che conoscete Dio, si corregge subito e dice: anzi, che siete stati conosciuti da Dio 4 . Ma<br />

ecco il passo più significativo: Fratelli, non credo di averla ancora raggiunta, ma una sola<br />

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