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Sant'Agostino "De Trinitade"

Il De Trinitate (Sulla Trinità) è un trattato in quindici libri di Agostino d'Ippona, considerato il suo capolavoro dogmatico. Infatti l'opera a quel tempo chiuse per sempre tutte le speculazioni e le incertezze che riguardavano la Trinità ovvero Dio stesso.

Il De Trinitate (Sulla Trinità) è un trattato in quindici libri di Agostino d'Ippona, considerato il suo capolavoro dogmatico. Infatti l'opera a quel tempo chiuse per sempre tutte le speculazioni e le incertezze che riguardavano la Trinità ovvero Dio stesso.

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non sono una realtà più grande dello Spirito Santo, né ciascuna delle tre Persone,<br />

qualunque essa sia, è una realtà meno grande che la Trinità stessa. Queste verità sono<br />

già state dette e se, volgendole e rivolgendole vi ritorniamo sopra molto spesso, ci<br />

diventeranno più familiari, ma bisogna anche usare una certa misura e supplicare Dio con<br />

pietà e con grande devozione perché apra la nostra intelligenza ed elimini dalla nostra<br />

ricerca ogni senso di ostinazione, affinché il nostro spirito possa discernere l’essenza della<br />

verità pura da ogni materia, da ogni mutevolezza. Ora dunque, per quanto lo stesso<br />

Creatore mirabilmente misericordioso ci aiuterà, dedichiamoci allo studio di queste cose,<br />

che considereremo in modo più interiore delle precedenti, quantunque si tratti della<br />

stessa verità; sempre salva la regola che, se qualcosa resta ancora oscuro per la nostra<br />

intelligenza, non ci allontaneremo dalla fermezza della fede.<br />

Uguaglianza delle tre Persone divine<br />

1. 2. Affermiamo dunque che nella Trinità due o tre Persone non sono una realtà più<br />

grande di una sola di esse, cosa che non comprende la nostra esperienza carnale 5, e<br />

questo per il motivo che, se percepisce, come può, la verità delle cose create, non può<br />

contemplare la Verità che le ha create. Infatti, se lo potesse, questa luce corporea non le<br />

sarebbe più chiara di ciò che abbiamo detto. Nella sostanza della verità, perché essa sola<br />

esiste veramente, una cosa non è maggiore di un’altra, se non perché è più vera. Ora tra<br />

le cose spirituali ed immutabili, nessuna è più vera di un’altra, essendo tutte ugualmente<br />

immutabili ed eterne, e quanto si dice grande null’altro ha per ragione della sua<br />

grandezza che la propria verità. Per questo, dove la grandezza è la stessa verità, ciò che<br />

ha più grandezza ha necessariamente più verità, e ciò che non ha più verità non ha<br />

nemmeno più grandezza. Inoltre ciò che è più grande è anche certamente più vero, come<br />

è più grande ciò che ha più grandezza. Là dunque è più grande ciò che è più vero. Ora il<br />

Padre e il Figlio insieme non sono qualcosa di più vero del Padre solo o del Figlio solo.<br />

Dunque i due insieme non sono qualcosa di più grande di ciascuno di essi preso in<br />

particolare. E, poiché anche lo Spirito Santo è ugualmente vero, il Padre e il Figlio<br />

insieme non sono qualcosa di più grande dello Spirito Santo, perché non sono qualcosa di<br />

più vero. Alla stessa maniera, poiché il Padre e lo Spirito Santo insieme non superano il<br />

Figlio in verità - infatti non sono qualcosa di più vero - non lo superano nemmeno in<br />

grandezza. Così pure il Figlio e lo Spirito Santo insieme hanno lo stesso grado di<br />

grandezza, che il Padre solo, perché hanno anche lo stesso grado di verità. Così anche la<br />

Trinità ha tanta grandezza quanta ne ha in essa ciascuna Persona. Tra loro infatti, dove<br />

la verità è la stessa grandezza, non è più grande quella che non è più vera. Perché nella<br />

verità per essenza si identificano tra loro la verità e l’essenza, l’essenza e la grandezza,<br />

quindi la grandezza e la verità. Le cose dunque che in essa sono ugualmente vere, sono<br />

per forza anche ugualmente grandi.<br />

Dio Verità suprema<br />

2. 3. Nell’ordine materiale delle cose invece, può accadere che sia oro ugualmente vero<br />

questo e quel pezzo d’oro, ma che questo sia più grande di quello, perché qui grandezza<br />

e verità non si identificano e una cosa è essere oro altra cosa essere grande. Così per la<br />

natura dell’anima: dire che un’anima è grande non equivale a dire che è vera, perché ha<br />

un’anima vera anche chi non è magnanimo. Questo perché l’essenza del corpo e<br />

dell’anima non è l’essenza della stessa verità, come lo è invece la Trinità: Dio uno, unico,<br />

grande, vero, verace, verità. Questo Dio, se ci sforziamo di pensarlo, nella misura in cui<br />

ce lo concede e permette, non pensiamolo in contatto con lo spazio, abbracciante lo<br />

spazio, come una specie di essere costituito da tre corpi. Non si ha da immaginare in lui<br />

nessuna unione di parti congiunte, come in quel Gerione dai tre corpi, di cui parlano le<br />

favole 6; ogni immagine per cui tre sarebbero più grandi di uno solo, uno più piccolo di<br />

due, cacciamole senza esitazione dalla nostra anima: così infatti respingiamo ogni<br />

elemento corporeo. Nell’ordine spirituale, nulla di ciò che ci si presenta come sottoposto<br />

al mutamento, dobbiamo ritenere che sia Dio. Non è una piccola conoscenza, quando, da<br />

questo abisso, elevandoci a quella vetta riprendiamo lena, il poter conoscere che cosa Dio<br />

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