23.02.2018 Views

Sant'Agostino "De Trinitade"

Il De Trinitate (Sulla Trinità) è un trattato in quindici libri di Agostino d'Ippona, considerato il suo capolavoro dogmatico. Infatti l'opera a quel tempo chiuse per sempre tutte le speculazioni e le incertezze che riguardavano la Trinità ovvero Dio stesso.

Il De Trinitate (Sulla Trinità) è un trattato in quindici libri di Agostino d'Ippona, considerato il suo capolavoro dogmatico. Infatti l'opera a quel tempo chiuse per sempre tutte le speculazioni e le incertezze che riguardavano la Trinità ovvero Dio stesso.

SHOW MORE
SHOW LESS

You also want an ePaper? Increase the reach of your titles

YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.

isveglia l’amore di una cosa totalmente sconosciuta perché lo spirito ne conosce altre<br />

dello stesso genere. Quando poi amiamo un uomo brutto, del quale non abbiamo visto la<br />

fisionomia, lo amiamo per la conoscenza delle sue virtù, che conosciamo nella stessa<br />

verità. Se si tratta della conoscenza di nuove scienze, il più delle volte accende in noi il<br />

desiderio l’autorità di coloro che le lodano e le celebrano e, tuttavia, se non avessimo<br />

impressa nello spirito, come in abbozzo, la nozione di ciascuna scienza, non arderemmo<br />

dal desiderio di apprenderla. Chi infatti, per esempio, dedicherebbe la minima cura e<br />

fatica allo studio della retorica, se non sapesse in antecedenza che essa è la scienza del<br />

ben parlare? A volte anche ammiriamo, per sentito dire, o per esperienza, i fini cui<br />

mirano le stesse scienze e di conseguenza ardiamo dal desiderio di acquisire la capacità,<br />

attraverso lo studio, di poter giungere ad essi. È come se ad un illetterato si dicesse che<br />

c’è una scienza, alla portata di tutti, con cui si può trasmettere a qualcuno, sia pure<br />

molto lontano, delle parole tracciate con la mano in silenzio, e raccolte dal destinatario<br />

non con le orecchie, ma con gli occhi, ed egli sia testimone di questo fatto; non sarà egli,<br />

nel desiderio di sapere come possa fare altrettanto, mosso dall’ardente ricerca di un fine,<br />

di cui già possiede la conoscenza? Così si accende il gusto per lo studio in coloro che<br />

desiderano apprendere, perché è assolutamente impossibile amare ciò che si ignora<br />

totalmente.<br />

Il segno<br />

1. 2. E così pure se qualcuno ode un segno che gli è sconosciuto, per esempio il suono di<br />

una parola, di cui ignora il significato, desidera conoscerlo, cioè desidera sapere quale<br />

idea evoca questo suono; se, per esempio, ode pronunciare la parola temetum, poiché<br />

ignora tale parola, ne cerca il senso. Ma è necessario che sappia già che è un segno, cioè<br />

che quella parola non è un suono vuoto, ma un suono che significa qualcosa, altrimenti<br />

questo trisillabo è già conosciuto e per mezzo del senso dell’udito è stato impresso<br />

nell’anima il modo di articolarlo; che altro ci sarebbe da cercare in esso per meglio<br />

conoscerlo, dato che tutte le sue lettere e la quantità di ciascuna sillaba sono note, se lo<br />

spirito non sapesse nello stesso tempo con tutta evidenza che è un segno e se non si<br />

mettesse in esso in movimento il desiderio di conoscere che cosa questa parola significhi?<br />

Quanto più dunque la parola è nota, ma senza esserlo pienamente, tanto più l’anima<br />

desidera conoscere ciò che le resta da sapere. Se infatti conoscesse solo l’esistenza di<br />

questa parola e non sapesse che essa significa qualcosa, non cercherebbe più nulla una<br />

volta percepito, con la sensazione, per quanto le era possibile, il suono sensibile. Ma<br />

poiché sa già che questa parola non è solo un suono, ma anche un segno, vuole averne<br />

la conoscenza perfetta. Ora non si conosce perfettamente alcun segno se non si sa di che<br />

cosa sia segno. Colui dunque che si dedica con ardente diligenza a quella ricerca e<br />

infiammato dallo zelo persevera nel suo sforzo, si può dire che sia senza amore? Che<br />

ama dunque? Certamente non è possibile amare una cosa se non è conosciuta. Né ama<br />

queste tre sillabe, perché già le conosce. Si dirà che ciò che ama in esse è il sapere che<br />

esse significano qualche cosa? Ma ora non si tratta di questo, non è questo che cerca di<br />

sapere, bensì in ciò che si sforza di conoscere, chiediamoci ciò che ama e che certamente<br />

non sa ancora; e precisamente ci stupisce il suo amore, perché sappiamo senza il minimo<br />

dubbio che non si può amare se non ciò che è conosciuto. Che ama egli dunque? Egli<br />

conosce ed intuisce nelle ragioni delle cose la bellezza di una scienza che racchiude la<br />

conoscenza di tutti i segni e l’utilità di un’arte che permette agli uomini uniti in società di<br />

comunicarsi tra loro i propri pensieri, perché la vita in società non sia peggiore di<br />

qualunque solitudine, come accadrebbe se gli uomini non si comunicassero<br />

vicendevolmente i loro pensieri per mezzo del linguaggio. È dunque la bellezza e l’utilità<br />

di questo ideale che l’anima vede, conosce ed ama; è essa che cerca di realizzare<br />

pienamente in sé, per quanto è possibile, chiunque cerca il significato delle parole che<br />

ignora. Infatti una cosa è vedere questo ideale nella luce della verità, altra cosa è il<br />

desiderio di realizzarlo in sé. Vede nella luce della verità quale cosa grande e buona sia<br />

comprendere e parlare tutte le lingue di tutti i popoli e il non udirne nessuna come<br />

straniera e il non essere udito come straniero. Il suo pensiero vede la bellezza di questo<br />

sapere e, avendone conoscenza, lo ama. E questa conoscenza è tale ed infiamma<br />

116

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!