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Sant'Agostino "De Trinitade"

Il De Trinitate (Sulla Trinità) è un trattato in quindici libri di Agostino d'Ippona, considerato il suo capolavoro dogmatico. Infatti l'opera a quel tempo chiuse per sempre tutte le speculazioni e le incertezze che riguardavano la Trinità ovvero Dio stesso.

Il De Trinitate (Sulla Trinità) è un trattato in quindici libri di Agostino d'Ippona, considerato il suo capolavoro dogmatico. Infatti l'opera a quel tempo chiuse per sempre tutte le speculazioni e le incertezze che riguardavano la Trinità ovvero Dio stesso.

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Verbo di Dio si è fatto carne 112 , assumendola per manifestarsi sensibilmente agli uomini<br />

113<br />

. E come il nostro verbo si fa voce, senza cambiarsi in cose, così il Verbo di Dio si è<br />

fatto carne, ma non si pensi assolutamente che si è mutato in carne. Infatti il nostro<br />

verbo si fa voce, e il Verbo di Dio si è fatto carne per assunzione rispettivamente della<br />

voce e della carne, non per consunzione di sé nella voce e nella carne. Ecco perché chi<br />

desidera trovare una qualche rassomiglianza del Verbo di Dio, somiglianza d’altra parte<br />

con molte dissomiglianze, non deve considerare il nostro verbo che risuona agli orecchi,<br />

né quando lo proferiamo con la voce, né quando lo pensiamo in silenzio. Perché, anche<br />

silenziosamente, si possono pensare i suoni delle parole di tutti gli idiomi, e si possono<br />

recitare interiormente dei poemi, senza che si muovano le labbra; non soltanto i ritmi<br />

delle sillabe, ma anche le melodie dei canti, benché siano cose corporee ed appartengano<br />

a quel senso corporeo che si chiama udito, per mezzo di immagini corporee che li<br />

rappresentano sono presenti al pensiero di coloro che in silenzio fanno scorrere tutti<br />

questi ricordi. Ma bisogna superare tutto ciò per giungere a quel verbo umano che è una<br />

specie di somiglianza in cui possiamo vedere un po’, come in enigma 114 , il Verbo di Dio,<br />

non quel verbo che è stato indirizzato a questo o a quel Profeta di cui si è detto: Il Verbo<br />

di Dio si diffondeva e si moltiplicava 115 , e del quale è detto ancora: Dunque la fede<br />

dipende dall’ascolto, e l’ascolto dalla parola di Dio 116 ; o infine: Perché accogliendo da noi<br />

il verbo che Dio vi ha fatto udire, voi lo riceveste non come verbo di uomini, ma, com’è in<br />

realtà, verbo di Dio 117 . E nella Scrittura vi sono innumerevoli testimonianze che parlano di<br />

quel verbo di Dio che, per mezzo dei suoni appartenenti a molte e varie lingue, si<br />

diffonde nei cuori e sulle labbra degli uomini. Si parla in questo caso di verbo di Dio,<br />

perché ci presenta un insegnamento divino e non umano. Ma il Verbo di Dio che noi<br />

cerchiamo di vedere ora in qualche modo attraverso questa somiglianza è quello di cui è<br />

detto: Il Verbo era Dio 118 ; del quale è detto: Tutte le cose sono state fatte per mezzo di<br />

lui 119 ; di cui è detto: E il Verbo si è fatto carne 120 ; di cui è detto: La fonte della sapienza è<br />

il Verbo di Dio nei luoghi eccelsi 121 . Dobbiamo giungere dunque a quel verbo dell’uomo 122 ,<br />

a quel verbo di un essere dotato di anima razionale 123 , a quel verbo dell’immagine di Dio<br />

- immagine non nata da Dio, ma creata da Dio 124 -, verbo che non è nemmeno proferito<br />

in un suono né pensato alla maniera di un suono - ché allora dovrebbe appartenere a<br />

qualche lingua -, ma che è anteriore a tutti i segni in cui viene espresso ed è generato<br />

dalla scienza immanente all’anima, quando questa stessa scienza si esprime in una<br />

parola interiore tale quale è. Infatti la visione del pensiero è in tutto simile alla visione<br />

della scienza. Perché questa scienza, quando viene espressa attraverso un suono o<br />

qualche segno corporeo, non viene espressa com’è, ma come può essere vista o udita dal<br />

corpo. Ma quando ciò che è nel verbo riproduce esattamente ciò che è nella conoscenza<br />

implicita (notitia), è allora che c’è un verbo vero e c’è la verità quale l’uomo la desidera;<br />

che cioè quanto c’è nella conoscenza ci sia anche nel verbo, che ciò che non è nella<br />

conoscenza non sia nemmeno nel verbo. Si riconosce qui quel Sì, sì; no, no 125 . Così la<br />

somiglianza dell’immagine creata si approssima, per quanto è possibile, alla somiglianza<br />

dell’immagine generata, quella per la quale si afferma che Dio Figlio è simile<br />

sostanzialmente in tutto al Padre. Bisogna rilevare in questo enigma anche un’altra<br />

somiglianza con il Verbo di Dio. Come è detto di quel Verbo: Tutte le cose sono state<br />

fatte per mezzo di lui 126 , testo in cui è affermato che Dio ha fatto tutto per mezzo del<br />

Verbo suo unigenito, così l’uomo non fa nulla che prima non dica nel suo cuore; per<br />

questo è scritto: Il verbo è l’inizio di ogni opera 127 . Ma anche qui, quando il verbo è vero,<br />

allora è l’inizio di un’opera buona. Ora il verbo è vero, quando è generato dalla scienza<br />

del bene operare, cosicché anche là sia rispettato il: Sì, sì; no, no 128 . Se la scienza che<br />

regola la vita pronuncia sì, questo sì sia anche nel verbo che regola l’azione; e vi sia no,<br />

se è no. Altrimenti questo verbo sarà menzogna, non verità, e ciò che ne procederà sarà<br />

peccato, non azione retta. Vi è ancora tra il Verbo di Dio e il nostro questa somiglianza. Il<br />

nostro verbo può esistere, senza che si traduca in azione, ma non vi può essere azione,<br />

se non la preceda il verbo, come il Verbo di Dio ha potuto esistere senza che esistesse<br />

alcuna creatura 129 , ma nessuna creatura potrebbe esistere se non per opera del Verbo<br />

per mezzo del quale sono state fatte tutte le cose 130 . Di conseguenza non Dio Padre, non<br />

lo Spirito Santo, non la Trinità stessa, ma il Figlio solo, che è il Verbo di Dio, si è fatto<br />

carne 131 (sebbene l’incarnazione sia opera della Trinità), affinché, seguendo ed imitando il<br />

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